Giustizia, Nordio: “la colpa dei politici è quella di inchinarsi ai magistrati”

"Ogni volta che si sia provato a fare una riforma della giustizia è sempre stata bloccata con interventi giudiziari"

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Il tema Giustizia è attualmente uno dei più caldi a livello nazionale. E mentre l’Europa finge di preoccuparsi per una presunta deriva pericolosa dell’Italia in tal senso, accade invece che, finalmente, nel nostro Paese il vento sta cambiando. Lo strapotere di una parte di magistratura diventata casta viene messo in discussione. E i primi a metterlo in discussione sono i magistrati stessi, o almeno coloro che, da questa riforma che il governo sta abbracciando, non hanno nulla da temere.

I casi Santanchè, Delmastro, La Russa, “sono fatti tra loro indipendenti e mi rifiuto di pensare a dei magistrati che vogliono interferire nell’azione governativa attraverso azioni giudiziarie. Non si può però negare che ogni volta che si sia provato a fare una riforma della giustizia è sempre stata bloccata con interventi giudiziari“. E’ quanto dichiarato in una intervista al quotidiano Libero dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo alla domanda se i casi citati siano “un attacco di un pezzo di magistratura al governo volto a fermare la riforma della Giustizia“.

Nessuna delegittimazione, solo presa di coscienza

Secondo Nordio, però, “la colpa” di non aver mai condotto a termine una riforma profonda dell’ordinamento giudiziario “non deriva da una serie di attacchi della magistratura che possono essere di ordine tecnico, o di ordine politico. La colpa è della politica che ha rinunciato al suo ruolo preminente e che si è chinata davanti alle critiche della magistratura. La colpa della politica è stata quella di aderire o meglio inchinarsi alla magistratura senza dire: ‘noi ascoltiamo le vostre opinioni ma alla fine decidiamo noi e solo noi perchè abbiamo un mandato che secondo la Costituzione deriva dal popolo’“.

Nordio respinge anche le accuse dell’Anm a Meloni di voler delegittimare la magistratura: “Non mi pare che la presidente del Consiglio abbia pronunciato una sola parola contro la magistratura. Queste reazioni di voler delegittimare i magistrati quando si criticano alcune loro iniziative è quasi una reazione automatica da parte dell’Associazione. Lo hanno fatto anche con me un mese fa. Al che io ho risposto che se i magistrati si arrabbiano quando noi critichiamo il loro operato – prosegue Nordio – allora anche i politici hanno ragione di arrabbiarsi quando vengono inquisiti dai magistrati. Nel mio mondo ideale i magistrati non dovrebbero criticare le leggi e i politici non dovrebbero criticare le sentenze. Una settimana fa ho incontrato i rappresentanti dell’Anm e Santalucia al ministero. Abbiamo cercato di individuare i punti che ci uniscono che di più di quelli che ci dividono. A noi interessa essenzialmente una giustizia efficiente, rapida ed equa“.

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