La triste estate di Reggio e Brunetti che si giustifica senza volersi giustificare

Che fine hanno fatto le estati reggine all'insegna della cultura, dell'arte, del divertimento e di eventi che attiravano turisti da ogni dove?

StrettoWeb

Questa mattina a Palazzo San Giorgio si è svolta la conferenza stampa di presentazione di uno degli eventi previsti dall’Estate reggina. Nel corso dell’incontro il sostituto del sindaco sospeso, Paolo Brunetti, ha pensato bene di aprire una parentesi non prevista. Giusto per precisare che lui non ha bisogno di rispondere alla stampa. Ma intanto ha risposto. Il tema è quello degli eventi organizzati dal comune per l’estate in corso. E, d’altronde, siamo a metà luglio e di eventi pregnanti non ne abbiamo visti. La prima grande eccezione, domani, sarà quella dal Fashion Day dello Stretto, che si prospetta essere un vero successo, come nelle quattro precedenti edizioni.

Per il resto, però, tabula rasa. E noi lo avevamo già anticipato lo scorso 17 giugno, quando guardando dall’altra parte dello Stretto, Messina ci ha fatto venire la nostalgia della Reggio del passato, quella di Scopelliti, per esempio. Quella in cui l’estate era degna di una città come Reggio Calabria e non dell’ultimo dei comuni, abbandonati dagli uomini e da Dio.

Ne sto leggendo di tutti i colori sull’estate reggina – ha detto oggi Brunetti – ma noi non abbiamo tempo di rispondere alla stampa. La risposta ve la da chi ha partecipato al bando. Qualcuno ci paragona a Messina e io vi dico che sono contento se Messina fa meglio di noi, anzi: cercheremo di imparare da loro, ma nessuno si permetta di dire che in questa amministrazione c’è improvvisazione. Intanto, si fanno i bandi, cosa che in passato non si faceva, e si decide chi può partecipare all’estate reggina e chi no. Io non ho alcuna voglia di paragonarmi ad altre città – prosegue il sindaco -. Reggio è Reggio e la risposta alle illazioni la danno gli imprenditori che si impegnano per questa città“.

Vorrei avere il tempo per rispondere alle note stampa ma siamo impegnati a fare altro. Saranno i cittadini a decidere, con il voto, chi dovrà continuare a governare questa città“, conclude Brunetti difendendo il proprio operato.

Come al solito, le critiche costruttive in questa città vengono percepite come fossero degli attacchi personali. Perché l’umiltà e il garbo istituzionale (questi sconosciuti) sono doti rare da queste parti. Eppure basterebbe poco: la critica, se vista come un suggerimento, potrebbe diventare terreno fertile sul quale far crescere un futuro per la città e per tutti i reggini. Ma tant’è. Viviamo di individualismi ormai da anni, vuoi mai che finalmente riusciamo davvero ad agire come un’unica e varia comunità in cui lo scambio di idee diventa concime per il territorio?

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