Cancellare il nome di Garibaldi dalla via principale di Reggio Calabria? Il dibattito è aperto

L'Assocazione Culturale Anassilaos si interroga sulla proposta volta a rinominare la via cittadina più importante cancellando il nome di Giuseppe Garibaldi

StrettoWeb

“In merito a talune ricorrenti iniziative e/o proposte che circolano sui social, avanzate dai più diversi soggetti, volte a rinominare la via cittadina più importante cancellando il nome di Giuseppe Garibaldi e proponendo questo o quel nome, Fabio Arichetta responsabile del Centro Studi Storici Rosario Romeo dell’Associazione Culturale Anassilaos, fa presente che proposte di questo genere sono del tutto improponibili”. Comincia così la nota dell’Associazione Culturale Anassilaos sul tema proposto e sollevato da qualcuno di far rimuovere il nome di Garibaldi dalla via principale di Reggio Calabria.

“Da diverso tempo – si legge ancora – la figura di Giuseppe Garibaldi è al centro di una pseudo politica revisionista che, puntando a screditare la figura di Garibaldi non solo dal punto di vista politico e militare, ma arrivando a denigrarlo anche sotto il profilo umano, cerca di colpire il Risorgimento e, quindi, minare l’Unità della Nazione così faticosamente raggiunta grazie allo stesso Eroe dei Due Mondi e alla Spedizione dei Mille”.

“Purtroppo, ancora una volta, a Reggio Calabria, come in altri centri del Mezzogiorno, assistiamo all’ennesimo tentativo di modificare l’intitolazione della più importante arteria cittadina. Il Centro studi Rosario Romeo dell’Anassilaos, tenuto a battesimo dal professore Carmine Pinto – uno dei massimi accademici italiani che sta realizzando importanti studi sul Risorgimento e il Brigantaggio – è legato proprio al nome di uno dei più grandi studiosi del Risorgimento italiano che in questi anni hanno dedicato parte della propria attività culturale ad approfondire la storia del Risorgimento, con le sue luci e le poche ombre, che non ha mai mancato, proprio in relazione a Garibaldi, di evidenziarne la complessità e la contraddittorietà della figura dell’Eroe: insofferente delle liturgie parlamentari, decisionista, con atteggiamenti duceschi, ed insieme rivoluzionario, popolare, anticlericale al punto che fu oggetto di ammirazione da parte dei Socialisti e Comunisti, che nel 1948 ne utilizzarono l’effigie per la lista del Fronte Popolare Democratico e, prima ancora, nel Ventennio, dai Fascisti”.

“Siamo qui però nel campo della ricerca storica a tutto campo, sine ira et studio per dirla con Tacito, che non scade mai nella facile ideologia meridionalista e nella propaganda pseudo politica. Quanto poi alla proposta, da più parti avanzata, di intitolare la più importante arteria cittadina alla figura dello stilista Gianni Versace – conclude Arichetta – riteniamo “Non licet parva componere magnis” e cioè che non sia lecito paragonare uno dei protagonisti del Risorgimento, alla cui opera dobbiamo il compimento dell’Unità d’Italia con la liberazione del Mezzogiorno da un regime dispotico e corrotto, crollato come un castello di carte quasi senza opporre alcuna resistenza, un valore, quello dell’Unità, indubbio nonché l’obiettivo che è stato per lunghi secoli l’aspirazione e il sogno degli Italiani più grandi e avveduti, costato anche morti e sacrifici, ad un artista pur geniale e meritevole d’ogni attenzione, per il quale, tra l’altro, era stata proposta l’intitolazione della via che dall’Aeroporto Tito Minniti conduce al centro città”, si chiude la nota.

Interviene anche lo storico Prof. Saverio Verduci: “assolutamente improponibile”

In una nota stampa, anche il Prof. Saverio Verduci interviene in merito alla questione della ridenominazione del Corso Garibalbi della Città dello Stretto che ormai da qualche giorno inizia a tenere aperto il dibattito in città. “Assolutamente improponibile! – afferma lo storico Verduci – Giuseppe Garibaldi, eroe dei due mondi, nel bene o nel male ha contribuito in maniera determinante al grande processo storico dell’Unità Nazionale. Assistiamo ormai purtroppo da tanto tempo – continua lo storico Verduci – ad una tendenza denigratoria nei confronti della figura di Garibaldi e della stessa impresa Dei Mille che sicuramente hanno dato lustro e importanza alla storia reggina e calabrese in generale. Il Risorgimento italiano è nato proprio qui da noi sebbene la storiografia tenda a non volerlo ammettere e Giuseppe Garibaldi è passato anche dalla nostra città per garantire e continuare quel processo unificatore!”.

“E’ assolutamente preoccupante e allo stesso tempo disarmante come in questa città si tenda a cancellare la carta identitaria. Una città ridotta a un cantiere aperto, vedi la vicenda Pizza De Nava, vedi il cantiere aperto di Piazza Garibaldi che sicuramente non costituiscono un bel biglietto da visita per i turisti presenti a Reggio. Reggio Calabria potrebbe, per le sue peculiarità culturali, vivere veramente di turismo culturale e invece costantemente assistiamo ad idee bazzane come questa del cambio di nome delle sue vie e in questo caso della via principale della Città oppure di portare in giro i Guerrieri di Riace. Sarebbe veramente il caso di prendere coscienza di chi eravamo e di chi siamo eredi. Senza nulla togliere alla prestigiosa figura di Versace a cui la città di Reggio ha dato i natali e sottolineo volutamente solo i natali, ma è davvero improponibile alcun paragone di tipo storico tra Garibaldi e Versace”.

“Stiamo assistendo ormai da troppo tempo all’offesa civile, sociale e morale di questa città – continua Verduci – Solo da qualche giorno, il 14 luglio, è stato l’anniversario dei Moti di Reggio! Dieci mesi d’assedio in cui i Reggini lottarono indignati contro lo scippo del capoluogo. Anche oggi Reggio è scippata quotidianamente nel suo essere città! Anche oggi come allora la storia si ripete, con una grande e significativa differenza – prosegue la nota – Oggi purtroppo, i Reggini non si indignano più!”.

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