Reggina, il paradosso dei calciatori: tanti andranno via, ma per ora non possono muoversi

Nonostante quanto accaduto negli ultimi mesi, affrontato in silenzio e col riscatto playoff, i calciatori della Reggina si trovano adesso in un limbo: i motivi

StrettoWeb

Ieri e oggi visite mediche, domani comincia il ritiro. In casa Reggina è totale incertezza. I calciatori cominceranno ad allenarsi domani al Sant’Agata, sotto 40 gradi e un sole cocente, senza sapere cosa ne sarà del proprio futuro. Inzaghi arriverà in mattinata, poi il pranzo e l’allenamento. Il tutto, come accade da mesi, senza la presenza, la vicinanza e il supporto della società, rimasta da sola nelle persone di Saladini e Ferraro. In Via delle Industrie, della dirigenza c’è solo Taibi, con qualche altro componente al fianco della squadra nonostante abbia il contratto scaduto.

Ma c’è di più. Cosa? Il paradosso che stanno vivendo, e vivranno nelle prossime settimane, proprio i calciatori, che si trovano nel limbo. Di nuovo, dopo il comportamento subito da marzo in poi, dopo la spaccatura con la proprietà, dopo i silenzi e il riscatto con i playoff raggiunti. Sono in tanti, soprattutto i big, ad avere diverse richieste dalla Serie B e non solo. Rivas lo vuole mezza cadetteria (e anche qualcuno in A, tra Empoli, Sassuolo e Verona), Di Chiara ha già l’accordo col Palermo, Majer ha numerose sirene, idem per Canotto e gli altri esperti, tra cui Gagliolo e Camporese. E allora, direte voi? Basta andare via. E invece no. Se la Reggina dovesse essere esclusa anche da Tar e Consiglio di Stato, infatti, gli stessi si svincolerebbero. Questo significa che le squadre interessate ai giocatori sopracitati attenderanno, prima di spendere, l’evolvere della situazione, dal momento che potrebbe esserci la possibilità di averli a zero tra qualche settimana, dopo l’ultimo grado di giudizio.

Questo pone gli stessi calciatori, appunto, nel limbo. Sono sotto contratto, quindi hanno dovuto presentarsi alla chiamata della società (quale?), ma non solo si alleneranno in condizioni estreme, non solo lo faranno senza avere certezza sul futuro del club, ma dovranno anche aspettare, senza poter fare altrimenti.

Da par suo, la Reggina farebbe a meno di tanti di questi, soprattutto per alleggerire gli ingaggi. E lo farebbe a prescindere dalla riammissione, nel senso che proverebbe comunque a cederli. In quest’ultimo caso, però, la cessione sarebbe vera e propria, con vendita del cartellino e importante incasso economico, come nel caso di Rivas (valore vicino ai 2 milioni). E Taibi, in tal senso, è stato chiaro anche oggi: “chi ha richieste e porta soldi, se vuole andare via, può farlo senza problemi, coi ragazzi ho parlato chiaro”.

L’obiettivo ridimensionamento e i creduloni del closing

L’obiettivo, infatti, è il ridimensionamento. Anche perché, come anticipato ieri mattina da StrettoWeb, Saladini ci ha ripensato, non ha più intenzione di cedere. Chissà che fine hanno fatto i soliti creduloni convinti che domani ci sarebbe stato l’appuntamento dal notaio per il closing (addirittura c’era chi aveva l’indirizzo e l’orario).

Il futuro di Inzaghi

Idem per il discorso Inzaghi. Domani ci sarà e guiderà gli allenamenti, ma non con la volontà di continuare, a maggior ragione con giovani e ridimensionamento. I suoi obiettivi sono altri, ambiziosi, perlopiù con una società che non è questa. Ha trattato per giorni la risoluzione ma non ha ancora trovato l’accordo. Il comunicato di ieri non ha alcuna valenza e rappresenta semplicemente l’ennesima bugia raccontata da una proprietà che ha ormai perso credibilità.

In caso contrario, come tutti speriamo, e quindi con una riammissione, sicuramente diversi big andranno comunque via, sia per gli ingaggi che per le ambizioni personali. Intanto domani sarà una giornata importante per altri motivi: il riferimento è all’udienza al Tribunale di Reggio Calabria per discutere il ricorso sull’omologa presentato da Inps e Agenzia delle Entrate.

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