Scopelliti: “prima del modello Reggio eravamo la città dei morti ammazzati dalla ‘ndrangheta. Io ho combattuto l’illegalità”

Non ci sta Scopelliti a lasciar cadere nel dimenticatoio ciò che ha rappresentato davvero il modello Reggio, e parla di passato e di futuro

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Peppe Scopelliti parla del passato e del futuro di Reggio e della Calabria
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Ho scritto questo libro perché volevo far conoscere la mia storia – ha spiegato ieri sera Giuseppe Scopelliti a Palmi presentando il suo “Io sono libero” e parlando di passato e di prospettive future -, per evitare che anche io finissi nel tritacarne e per evitare che la gente pensasse che io fossi uno dei tanti che aveva abusato della politica. Io all’epoca mi sono dimesso, anche se non ero obbligato, perché non potevo venire meno ai miei principi, ai miei valori, mi sono dimesso perché mi sono sentito tradito da quello Stato che per 14 anni da una parte mi ha tutelato con la scorta e dall’altra mi ha condannato“.

Non mi sono mai candidato a Roma perché la mia battaglia era qui, tra la mia gente. Oggi basta fare una semplice passeggiata per vedere a Reggio Calabria un degrado sotto tutti i punti di vista. Io avevo il sogno, forse ambizioso, di far crescere la mia città e la Calabria, per dimostrare che non siamo gli ultimi, come ci hanno sempre catalogati. Ero uno che aveva pensato di servire la sua terra così come aveva servito la sua città“, ricorda Scopelliti.

Prima del modello Reggio la nostra era la città dei morti ammazzati e della ‘ndrangheta, poi era diventata una città vincente, dal turismo sviluppato. Andate ora a fare un giro sul lungomare o in centro: non c’è nessuno che passeggia. Eppure, i soldi per le opere pubbliche a Reggio ci sono ma nessuno le utilizza, a causa della pochezza e della totale inadeguatezza della classe dirigente. Io appartengo ad un’altra stagione politica e ora il mio unico fine è quello di far conoscere una storia attraverso questo libro“, ha sottolineato l’ex sindaco reggino.

A queste latitudini non siamo in democrazia ma siamo sotto regime, è per questo che abbiamo bisogno di risvegliare le coscienze: il mio compito in questo momento è quello di stimolare i cittadini e la comunità verso una presa di coscienza, stimolarli a risvegliarsi. Non penso alla politica: lavoro tanto e la sera giro l’Italia per raccontare la mia storia, ovvero di chi non è stato mai supportato dalle lobby di potere ma ha combattuto l’illegalità“, conclude Scopelliti.

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