Mancini non è più il C.T. dell’Italia: i motivi delle dimissioni, lo stupore del Ministro e i nomi dei sostituti

Roberto Mancini non è più il C.T. della Nazionale: si è dimesso, come comunicato dalla Figc nella nota ufficiale

StrettoWeb

Clamorosa notizia scuote il calcio italiano. Roberto Mancini non è più il C.T. della Nazionale. “La Federazione Italiana Giuoco Calcio – si legge – comunica di aver preso atto delle dimissioni di Roberto Mancini dalla carica di Commissario Tecnico della Nazionale italiana, ricevute ieri nella tarda serata”. Significativa e storica, a suo modo, l’importante parentesi azzurra con Mancini in panchina: con lui è arrivata la vittoria dell’Europeo e la conquista della final four di Nations League per due volte di fila, ma anche la mancata qualificazione al Mondiale in Qatar della scorsa estate. “Tenuto conto degli importanti e ravvicinati impegni per le qualificazioni a UEFA Euro 2024 (10 e 12 settembre con Nord Macedonia e Ucraina), la FIGC comunicherà nei prossimi giorni il nome del nuovo CT della Nazionale”si legge ancora nella nota Figc.

Il percorso di Mancini con la Nazionale: dall’esordio alle dimissioni

Il 28 maggio 2018 esordisce sulla panchina dell’Italia con una vittoria, battendo in amichevole l’Arabia Saudita (2-1). Fanno seguito i sofferti scontri amichevoli contro Francia (3-1 per i transalpini) e Olanda (1-1), che anticipano la prima competizione ufficiale disputata dall’Italia di Mancini, ovvero la prima edizione della Nations League. Gli Azzurri si classificano secondi nel proprio girone, evitando la retrocessione in Lega B ma rimanendo tuttavia esclusi dalla fase finale del torneo. Per le qualificazioni al campionato d’Europa 2020, l’Italia di Mancini mette a segno nove vittorie consecutive, striscia iniziata con la vittoriosa amichevole contro gli Stati Uniti (1-0), che consente a Mancini di eguagliare il primato di vittorie consecutive registrato nel 1938 da Vittorio Pozzo, record poi infranto con i seguenti successi sulla Bosnia ed Erzegovina (0-3) e Armenia (9-1): in quest’ultima partita la formazione di Mancini matura il risultato col più ampio scarto di reti di sempre in una gara di qualificazione agli Europei degli Azzurri e stabilisce un nuovo record (assoluto) di imbattibilità alle qualificazioni ai campionati europei, con 40 risultati utili consecutivi.

Con l’Europeo il punto più alto della sua gestione. Supera l’iniziale fase a gironi a punteggio pieno e mantenendo la porta inviolata, impresa mai riuscita in precedenza in un campionato europeo ad alcuna nazionale. Il 26 giugno 2021, con il successo sull’Austria negli ottavi di finale (2-1 dts), Mancini infrange il record di maggior numero di risultati utili consecutivi della nazionale (precedentemente 30, ottenuti da Vittorio Pozzo nel 1935-1939), nonché quello di maggior numero di vittorie consecutive (precedentemente 11, ottenute dallo stesso Mancini nel 2018-2019) e quello – mondiale – di minuti consecutivi senza subire gol (1.168, contro i 1.143 fatti registrare sempre dall’Italia nel 1972-1974). La vittoria ai quarti di finale contro il Belgio (1-2) vale a Mancini il record assoluto di vittorie consecutive nel campionato europeo (15 includendo le gare della fase di qualificazione), il record di vittorie consecutive della nazionale italiana in tutte le competizioni (13, di cui le prime 11 senza subire reti) e quello mondiale di CT con la striscia più lunga di imbattibilità (32), battendo il precedente primato di Alfio Basile e Javier Clemente. I primi due record si interrompono il 6 luglio seguente, con il pareggio in semifinale contro la Spagna (1-1 dts), scontro tuttavia vinto ai rigori (4-2). Il successo vale l’accesso alla finale del torneo, per la quarta volta nella storia della nazionale italiana al campionato europeo. L’11 luglio gli Azzurri si laureano campioni d’Europa in virtù del successo in finale sull’Inghilterra (1-1 dts, 3-2 dcr), a 53 anni dall’unico precedente nella storia italiana (Italia 1968). La nazionale di Mancini conclude inoltre la manifestazione con il migliore attacco (13 reti segnate, al pari della Spagna) e la miglior differenza reti (+9, al pari dell’Inghilterra).

Da deus ex machina di una squadra entusiasmante ai fallimenti in Nations League, la Finalissima e il mancato Mondiale in Qatar. La striscia di risultati utili consecutivi s’interrompe il 6 ottobre 2021, quando l’Italia perde per 1-2 a Milano contro la Spagna nelle semifinali della Uefa Nations League 2020-2021. Quattro giorni dopo la sconfitta in semifinale, la sua nazionale torna a trionfare, superando per 2-1 il Belgio nella finale per il terzo posto della stessa competizione. Con questo successo Mancini ottiene un altro primato, diventando il commissario tecnico che ha raggiunto più rapidamente il traguardo delle 30 vittorie con la nazionale maggiore in tutte le competizioni, riuscendoci in appena 44 partite.Manca ancora l’accesso al Mondiale e arriva il ko in casa contro la Macedonia del Nord (0-1), subendo un gol nei minuti di recupero e fallendo così per la seconda volta di fila la qualificazione alla fase conclusiva del campionato del mondo, evento senza precedenti. Da allora qualcosa è cambiato. Il 4 agosto, con il riassetto dei tecnici e collaboratori della Figc, viene nominato anche come coordinatore delle nazionali Under-20 e Under-21. Ma nonostante ciò, rassegna le proprie dimissioni dal ruolo di ct. La partita verso il grande sogno Mondiale si conclude così.

Dimissioni Mancini, i possibili motivi della separazione

Alla base della scelta di Roberto Mancini i recenti cambiamenti nell’assetto delle Nazionali. L’ex Ct, secondo la ricostruzione di Sky, avrebbe ritenuto le scelte di Gravina sostanzialmente solo di facciata, con la promozione a capo delle Nazionali senza un vero progetto e circondato da uomini che non ha scelto. Una riflessione durata qualche settimana. La nomina di direttore tecnico non ha soddisfatto il tecnico con uno staff. Dei quattro collaboratori storici del ct Alberico Evani, Giulio Nuciari, Attilio Lombardo dirottato all’Under 20, Fausto Salsano, il primo ha lasciato gli azzurri, il secondo ha lasciato il campo dirottato a un ruolo di osservatore, l’ultimo è rimasto come assistente allenatore.

Dimissioni Mancini, le reazioni

“Sono dispiaciuto e perplesso, è una decisione che arriva a sorpresa a Ferragosto: tutto molto strano”. Al telefono con l’ANSA, il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, commenta stupito (“L’ho saputo dai media”), le dimissioni improvvise di Roberto Mancini da commissario tecnico della nazionale. “Tra l’altro – aggiunge il ministro – mi viene da pensare: le nomine dello staff tecnico azzurro annunciate recentemente erano state concordate con lui o no?”.

“Erano nell’aria”. Interpellato dall’Agi, il presidente della Lazio e senatore Claudio Lotito commenta laconicamente le dimissioni di Roberto Mancini da Ct della Nazionale. Sulle motivazioni della scelta, si limita a dire di non conoscerle e aggiunge “sono domande da fare al presidente federale”.

“Bisognerà che sia lui a spiegare, credo sia giusto così”. Il presidente dell’Associazione Italiana Allenatori di Calcio, Renzo Ulivieri, commenta così la notizia delle dimissioni di Roberto Mancini da ct della Nazionale. “E’ una sorpresa – ammette Ulivieri raggiunto telefonicamente dall’Italpress – Oggi è il 13 di agosto e i tempi non mi sembrano quelli giusti. Bisognerà però aspettare di sentire le sue ragioni”.

Chi al posto di Mancini? I nomi dei sostituti dopo le dimissioni del C.T.

Antonio Conte, Luciano Spalletti. Arrivano a sorpresa le dimissioni di Roberto Mancini da commissario tecnico della nazionale, e parte il totonome per il successore. La Figc è già al lavoro per definire nei prossimi giorni il nuovo allenatore degli azzurri, e viene naturale l’accostamento con i due tecnici attualmente liberi: Conte ha già allenato l’Italia tra il 2014 e il 2016, e a marzo scorso ha risolto il contratto che lo legava al Tottenham; Spalletti invece ha salutato il Napoli dopo aver vinto lo scudetto, ma ha più volte ribadito di non voler intendere questo periodo come anno sabbatico. Ma la lista dei potenziali ct non si ferma alle due candidatura forti: nel totonome, fanno capolino anche quelli di Fabio Cannavaro, campione del mondo 2006 con una carriera da allenatore soprattutto in Cina e una breve esperienza al Benevento in B lo scorso anno, e Daniele De Rossi, collaboratore di Mancini, anche lui protagonista di una breve e negativa esperienza da allenatore Spal. Si rincorrono poi addirittura voci, alimentate dai social, di un possibile accordo Figc-Juventus per portare Allegri in azzurro.

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