Reggina, Ferragosto amaro al Sant’Agata: i saluti di Inzaghi e il nuovo schiaffo di Ilari, adesso barcolla anche Taibi

Reggina, non è un bel Ferragosto in casa amaranto: che gioco sta facendo Manuele Ilari?

StrettoWeb

Evidentemente Manuele Ilari non ha compreso il messaggio inviato dai tifosi con lo striscione e i cori dello stadio Granillo. Non ha compreso neanche la dura reazione del consigliere delegato allo sport Gianni Latella, non ha la minima percezione dello stato d’animo di una città imbufalita con chi sta letteralmente giocando con quello che è il suo bene più prezioso. Simbolo di orgoglio e appartenenza comune, veicolo di emozioni e coinvolgimento emotivo. Ecco perchè la Reggina è molto più importante del rubinetto senz’acqua, delle buche nelle strade o delle montagne di spazzatura fuori dal portone.

Ma Manuele Ilari non lo sa e non lo può neanche immaginare. 26 giorni dopo aver acquisito il 100% delle quote sociali del club da Felice Saladini, non è mai stato a Reggio Calabria. Non sa neanche dove si trova il Centro Sportivo Sant’Agata, dopotutto che attaccamento romantico può avere un personaggio che ha deciso di fiondarsi sulla Reggina dopo che pochi mesi prima aveva provato a rilevare il Messina? Eppure tale Ilari, senza essere mai venuto a Reggio, senza conoscere alcuno, nelle scorse ore ha inviato una PEC scritta di suo pugno a tutti i calciatori convocandoli per venerdì 18 al Sant’Agata con l’intimazione di riprendere la preparazione pre-campionato.

Peccato che Ilari non ha alcun titolo per farlo: la società non ha pagato la messa in mora dei calciatori, e soprattutto al Sant’Agata non ci sono le minime condizioni per potersi allenare. I campi sono abbandonati, la mensa non esiste, le condizioni del Centro Sportivo sono le stesse che hanno determinato lo stop del ritiro due settimane fa. Anzi, sono molto peggiori perchè sono passati altri 15 giorni nell’abbandono più totale. Ilari ha parlato, ha fatto la prima intervista a distanza, ma sul campo dei fatti concreti non ha compiuto neanche un passo. I calciatori si sono rivolti all’AIC, Taibi ieri nelle sue ultime dichiarazioni pubbliche ha chiesto alla società di pagare gli stipendi. “Da solo non ce la faccio“, ha confessato il direttore sportivo che da due mesi è l’unico riferimento dirigenziale del club nell’eroico tentativo di tenere in piedi i brandelli di una squadra abbandonata a se stessa dopo aver compiuto un miracolo sportivo raggiungendo addirittura i playoff in condizioni disperate, centrando il miglior risultato di questo club negli ultimi 12 anni.

Lo hanno detto gli stessi calciatori nella lettera rivolta ai tifosi la scorsa settimana: “Siamo stati completamente abbandonati dalla proprietà e dalla presidenza da mesi e mesi. Solo il ds e il team manager sono stati con noi, alla fine della scorsa stagione e all’inizio di questa. Mentre noi sudavamo al Sant’Agata senza le condizioni minime per poter lavorare, nessuno ci ha mai detto nulla, neppure dopo i numerosi pronunciamenti negativi nei vari gradi di giudizio. Non una parola nemmeno in occasione del presunto passaggio di mano della società. Ben presto le condizioni per lavorare, sia pure con uno stato d’animo insopportabile, sono peggiorate e, ancora, nessuno ci è venuto incontro nè a fatti e nè a parole“.

Dopo un’altra settimana, nulla è cambiato. A che gioco sta giocando Manuele Ilari? Come può convocare una squadra se non ha pagato i dipendenti, i campi sono un disastro, la mensa non c’è? Anziché parlare, dovrebbe agire. E dovrebbe farlo subito, esattamente come gli chiede Taibi. “Vorrei che mi desse una mano chi ha la situazione in mano, facendo i pagamenti dei dipendenti della cucina, dei segretari, della Comunicazione. Hanno diritto a ricevere lo stipendio. Non so chi deve pagare, mi interessa poco, ma se non ripristiniamo questo è difficile e io da solo non riesco. Sono stati pagati per un mese il dottore, il fisioterapista, quelli dei campi, i magazzinieri, ma ci sono gli altri, tutti hanno diritto a prendere i soldi“. Altrimenti la squadra non potrà tornare ad allenarsi.

Inoltre Ilari starebbe lavorando sotto traccia per un ritorno di Tempestilli alla Reggina. I due sono vicini da sempre. Due giorni dopo la cessione della Reggina a Ilari, Tempestilli ha confermato il rapporto ai microfoni di StrettoWeb. Ma è chiaro che un ritorno di Tempestilli significherebbe anche le immediate dimissioni di Taibi. Ilari lo sa bene. Allora perchè continua a giocare su due tavoli? Perchè manca di chiarezza e lealtà? Non è ancora neanche arrivato a Reggio e già non ne ha azzeccata una.

Intanto oggi, proprio nel giorno di Ferragosto, Pippo Inzaghi è passato per l’ultima volta al Sant’Agata. Ha preso tutte le sue cose ed è andato via decisamente amareggiato, pensando a quello che avrebbe potuto essere e invece non sarà. Pensando a tutti i sacrifici compiuti per costruire un gruppo importante, dentro e fuori dal campo, e vederlo adesso disperso per l’Italia laddove realtà più serie hanno saputo apprezzare le professionalità che a Reggio venivano contestate o addirittura osteggiate. E’ un saluto amaro quello di Pippo Inzaghi, che non sarebbe mai voluto andar via. Che ha aspettato – invano – fino all’ultimo momento. Che ha sopportato qualsiasi cosa per mesi, augurandosi un epilogo migliore. Avrebbe voluto rimanere per “non lasciare le cose a metà”, e invece – come se non bastasse tutto quello che è già accaduto – continua ad assistere deluso alle ennesime umiliazioni nei confronti dei suoi calciatori. E gli piange il cuore, come il più genuino tifoso della Reggina. Che comunque in un modo o nell’altro ripartirà. E un giorno, vicino o lontano che sia, riabbraccerà SuperPippo nel desiderio comune di “completare l’opera”. Bisognerà soltanto aspettare il momento giusto.

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