Carlo Mazzone e quello storico aneddoto: quando “scippò” Roberto Baggio alla Reggina

L'aneddoto che riguarda Mazzone, Baggio e la Reggina nel giorno della morte dell'allenatore

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Il mondo del calcio è oggi in lutto per la scomparsa di Carlo Mazzone. Allenatore con il record di panchine in Serie A (oltre 700), era nei cuori di tutti, sia quando praticava l’attività a bordo campo sia dopo il ritiro. Il suo fare genuino, spontaneo, ironico, sincero, emblema e simbolo del calcio nostalgico, lo ha consacrato a bandiera di questo sport. Aveva allenato il Catanzaro in Serie A, lanciando anche un giovanissimo Totti e rilanciando un Baggio a fine carriera.

Proprio sul Divin Codino si concentra il contenuto di questo articolo, dal momento che lega la figura sua e quella di Mazzone alla Reggina e a Reggio Calabria. Per i tifosi amaranto, probabilmente, è storia nota, trita e ritrita, ma oggi da ricordare. E’ l’estate del 2000, la squadra di Colomba ha ottenuto la salvezza al suo primo anno in Serie A e Baggio è libero. A Lillo Foti scatta l’intuizione: Baggio ha difficoltà a trovare sistemazione ma vuole rilanciarsi dopo l’infortunio per andare al Mondiale in Corea e Giappone del 2002. E così il Presidente amaranto prova l’affondo. Quasi ci riesce. Sono i giorni di “Vitti a Baggiu o Catastu”. Ma poi arriva Mazzone.

Come Mazzone “rubò” Baggio alla Reggina: il suo racconto

“Un giorno dell’estate 2000 apro il giornale e leggo che la Reggina sta trattando Baggioconfessa Mazzone in una vecchia intervista alla Gazzetta dello Sport – Telefono a Cesare Metori, un amico di Roberto, una cara persona che non c’è più e gli chiedo: ‘È vero che Baggio può andare a Reggio Calabria? Ti chiedo un piacere, chiamalo e fammi parlare con lui’. Baggio mi disse che era tutto vero. Mi confidò che non era convinto perché non voleva allontanarsi dalla famiglia. Io colsi al volo l’opportunità e gli chiesi ‘Ti piacerebbe giocare a Brescia?‘. Roberto mi rispose ‘Magari’. Saltai in macchina, andai nell’ufficio del presidente Corioni e gli proposi ‘Perché non portiamo Baggio a Brescia?’. Corioni ci pensò un attimo e rispose ‘Baggio è come il cacio sugli spaghetti. Il nostro sponsor ha bisogno di un testimonial importante’. Roberto stava allenandosi a Caldogno, con il suo preparatore personale. Faceva l’uno contro uno a centrocampo e vinceva sempre Roberto, naturalmente. Mi raccontò ‘Dribblo il mio preparatore e davanti ho il deserto'”.

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