Ecco come il Brescia si presenterà al Consiglio di Stato: depositata la memoria difensiva, ma ci sono delle inesattezze

Le memorie difensive depositate dal Brescia in occasione dell'udienza del Consiglio di Stato di martedì 29 susseguente al ricorso presentato dalla Reggina

StrettoWeb

Il Brescia ha depositato le sue memorie difensive in vista dell’udienza al Consiglio di Stato susseguente al ricorso presentato dalla Reggina. Martedì 29, è ormai storia nota, si discuterà se riammettere il club amaranto o i lombardi. E’ l’ultima spiaggia, l’ultimo grado della Giustizia che su questa vicenda – nei precedenti – non ha mai dato ragione agli amaranto. Ci sono, però, delle novità rispetto a Tar, Coni e Consiglio Federale. Si costituiranno infatti in giudizio Comune di Reggio Calabria, Città Metropolitana di Reggio Calabria e Regione Calabria. Un bel segnale, senza dubbio, mentre non si registrano novità sul fronte cessione dopo giorni frenetici.

Tornando al 29, la news delle ultime ore è appunto il deposito delle memorie difensive da parte della società di Cellino, che quindi non presenterà arringa in udienza, ma si poggerà sul documento scritto. Quest’ultimo, visionato da StrettoWeb, fa leva sulle attuali condizioni in cui versa il club dello Stretto.

“La Reggina – si legge nei primi passaggi – non è stata ammessa al campionato di Serie B 2023/2024 in applicazione di un provvedimento a carattere generale (CU 169/A), il cui dichiarato scopo è quello di preservare la competizione sportiva dal rischio che i relativi partecipanti possano, a seguito di problematiche concernenti la sostenibilità economico-finanziaria, minarne il regolare corso. Non torneremo ovviamente sulle questioni già scandagliate con i precedenti atti. Qui vogliamo sottoporre al Collegio la singolare situazione che si è venuta a creare, attorno alla Reggina, dopo la pronuncia del TAR e che ci appare suscettibile di rilevare in punto di persistenza all’interesse”.

“Si tratta infatti di una situazione obiettivamente tale da aggravare la conclusione (già derivante dalla mancata osservanza delle prescrizioni di cui al CU 169/A entro il 20 giugno 2023) che la Reggina non sia in grado di garantire la necessaria stabilità economico finanziaria. Rileggendo il piano di esdebitazione (come è noto tuttora sub iudice) è infatti agevole rendersi conto che alcuni debiti della Reggina dei quali era stato promesso il pagamento con apporti di soggetti terzi risultano oggi privi di copertura”.

I debiti

Il riferimento è ai debiti verso i fornitori non aderenti all’accordo, ai debiti verso persone per incentivo all’esodo non aderenti all’accordo e al debito verso Enasarco e altri creditori non aderenti all’accordo. “Il problema – si legge – è che il terzo che ha promesso alla Reggina di onorare questi debiti (appunto la Enjoy s.r.l.) lo ha fatto in forza della sua qualità di controllante della medesima Reggina”.

La cessione a Ilari

La problematica si collega strettamente, secondo la memoria presentata dal Brescia, alla cessione a Manuele Ilari. “Sennonché – si legge nel documento – la Reggina, come risulta dal sotto riportato estratto della Camera di Commercio, è stata venduta alla persona fisica Manuele Ilari, con la conseguenza che oggi, rispetto alle previsioni del piano, manca già la copertura di un importante debito della medesima e soprattutto è minata alla radice la credibilità del piano alla stregua del quale è stata concessa l’esdebitazione. D’altra parte, all’importante debito testé richiamato va aggiunto quello di circa 2 milioni pari agli stipendi ad oggi non corrisposti ai giocatori”.

Le conclusioni: la messa in mora e “la mancanza di una squadra”

Da qui le conclusioni a cui giunge la difesa della società. “È pertanto evidente che non vi è più la necessaria sostenibilità economico finanziaria e che tale profilo non può non incidere sull’interesse a coltivare l’appello giacché, come rilevato nel nostro ricorso incidentale, la sostenibilità economico e finanziaria è un requisito la cui ininterrotta esistenza è essenziale oltre che alla iscrizione, alla partecipazione ai campionati professionistici”.

“Si aggiunga che, prima ancora che la sostenibilità economico finanziaria, alla Reggina sembra ad oggi far difetto persino l’elemento principe, vale a dire una squadra. A seguito del mancato pagamento degli stipendi, infatti, i giocatori hanno messo in mora la Reggina ed essendosi protratto l’inadempimento, nonostante la messa in mora, né è prossimo lo svincolo”, si legge.

“Non a caso, il 23 agosto 2023, diversamente dalle trionfanti notizie della stampa locale, solo quattro giocatori di una rosa di diciotto si sono presentati all’allenamento: Liotti, Gagliolo, Dichiara e Loiacono. P.T.M. Si insiste per la declaratoria di inammissibilità/improcedibilità dell’appello e, in ogni caso, per il rigetto del medesimo perché infondato in fatto e in diritto, previo occorrendo accoglimento dell’impugnazione incidentale proposta”. Così si conclude la memoria firmata dagli Avvocati Giacomo Fenoglio, Avilio Presutti e  Marco Laudani.

Le inesattezze

Questo è, dunque, il documento con cui il Brescia si presenterà in aula martedì 29 agosto per l’udienza al Consiglio di Stato. Alla fine, come evidenziato, si insiste per la declaratoria di inammissibilità/improcedibilità dell’appello. Lo si fa però – è giusto precisarlo – con alcune inesattezze. Innanzitutto non si ha neanche contezza della situazione presente al Sant’Agata, in quanto tra i giocatori presenti non c’è traccia di Di Chiara, da loro menzionato, mentre ci sono Aglietti e Camporese, che non vengono citati, insieme a Loiacono, Gagliolo e Liotti.

In più, il passaggio “sembra ad oggi far difetto persino l’elemento principe, vale a dire una squadra”, è del tutto falso. Come documentato anche dalle immagini di ieri, alla presenza di tifosi e giornalisti, una squadra la Reggina ce l’ha e da qualche giorno è anche tornata ad allenarsi. Ci sono alcuni componenti della prima squadra e altri sono pronti ad aggregarsi nei prossimi giorni; chi manca è infortunato oppure all’estero. Non sono poi da dimenticare alcuni giovani in prova e alcuni della Primavera, per una ventina di elementi circa che – a tutti gli effetti – rappresentano una squadra. Al di là di quello che può essere il livello o la condizione della stessa, non si può dire che la Reggina una squadra non ce l’abbia. O si vuole chiedere l’esclusione della Reggina perché non ha una corazzata? E il Brescia che persino nelle amichevoli è stato umiliato e sbeffeggiato da squadre di serie C, che tipo di squadra ha?

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