Reggina, tutte le similitudini tra Saladini e Saladino e quel brutto gesto di Amoruso…

Reggina, focus sulla cordata di Carmine Saladino, Nicola Amoruso e Mark Iuliano

StrettoWeb

Si chiama Saladino il primo imprenditore che si presenta al Comune di Reggio Calabria che ieri sera ha pubblicato il bando per rilevare la nuova Reggina e ripartire dalla serie D dopo il fallimento di Saladini. Se non fosse tutto vero, sembrerebbe soltanto l’ultima presa in giro nei confronti dei tifosi: ma con tutti coloro che ci sono nel mondo, ci dovete portare proprio uno che si chiama Saladino dopo che ad ucciderci è stato un altro che si chiamava Saladini? Ma allora volete farci incazzare davvero?

Su Carmine Saladino le informazioni sul web sono poche. E’ un imprenditore che guida diverse società di cui la più importante è Maticmind, azienda che si occupa di sistemi e soluzioni informatiche che ha 14 sedi in Italia con 1.200 dipendenti e ha avuto 443 milioni di euro di ricavi proforma nel 2022 (il fatturato è inferiore, di 290 milioni, stabile nell’ultimo triennio). L’azienda negli ultimi anni è cresciuta compiendo numerose acquisizioni tutte nel settore della tecnologia (cybersecurity, fibra ottica ed intelligenza artificiale). L’azienda storica di Saladino, Essematica S.p.A., sede a Roma, 91 dipendenti, ha un fatturato di 6 milioni di euro (in netto e costante calo dal 2017, quando era di oltre 10 milioni) e un utile inferiore ai 200 mila euro.

Lo sponsor di Saladino sulla maglia dell’Hellas Verona

Quella di Saladino per il mondo del calcio è sempre stata una passione particolarmente forte, al punto che già nel 2017 Maticmind è stato sponsor sulla maglia dell’Hellas Verona:

Maticmind sponsor verona

La nostra è un’azienda italiana in forte espansione nel settore dell’ICT che sta puntando alla quotazione in borsa. L’opportunità di legare il nostro brand a quello di una società come l’Hellas Verona, con cui condividiamo valori quali serietà, professionalità e correttezza e la stessa voglia di competere ed emergere, è per noi motivo di grande prestigio” commentava Saladino annunciando quella partnership. Alla luce di questa storia, appare subito evidente la forte similitudine tra Saladino e Saladini, non solo nell’etimologia del cognome, ma anche nel profilo di imprenditore e soprattutto nel legame affettivo con la Reggina e con Reggio Calabria che in entrambi i casi non esiste.

La storia di Nicola Amoruso e quel rapporto controverso con la Reggina

L’unico legame tra Saladino e la Reggina è acquisito e arriva per tramite di Nicola Amoruso. Non sappiamo se è stato Amoruso a cercare e coinvolgere Saladino nel progetto per rilevare la Reggina, o se viceversa sia stato Saladino a cercare e coinvolgere Amoruso. Fatto sta che questi personaggi fino a ieri intorno alla Reggina non si sono mai visti: non hanno mai fatto richieste di rilevare la società in serie B, neanche nei momenti di difficoltà di Luca Gallo prima e di Saladini poi. Stanno spuntando adesso che la squadra può ripartire soltanto dalla D. Nella loro idea, Amoruso diventerebbe il nuovo Presidente della Reggina mentre Saladino sarebbe il proprietario (molto a distanza, come è già stato Saladini, perchè dovrà sempre dare la priorità alle sue aziende). Mark Iuliano, coinvolto nel progetto e molto legato ad Amoruso, dovrebbe essere l’allenatore in quanto ha già fatto un paio di esperienze in panchina, molto brevi, a Latina nel 2015 e in Albania nel 2017 per sole nove partite.

Quella di Amoruso con la Reggina è una storia che tutti conoscono per quello che ha fatto in campo, rivitalizzato da Lillo Foti che quando l’attaccante aveva 31 anni suonati andò a salvarlo in Portogallo dove l’attaccante foggiano aveva firmato con il Braga ma era successo un casino con la Federazione che aveva fatto saltare tutto. Amoruso si comporta egregiamente con la maglia della Reggina in serie A dal 2005 al 2008 siglando 40 reti in 96 partite in serie A trascinando la Reggina alla salvezza (nel mezzo quella del miracolo dopo il -15) ed entrando nel cuore dei tifosi per quelle performance formidabili. Mai in carriera Amoruso aveva giocato così bene, e mai più lo farà: grazie all’esperienza con la Reggina, Amoruso riesce a strappare dal Torino di Urbano Cairo un contratto triennale da 3 milioni di euro a 34 anni. A Torino è una delusione enorme, non si inserisce e a gennaio viene mandato in prestito a Siena, ma anche qui non si esprime e torna al Torino che però non ne vuole più sapere e dopo appena un anno lo vende al Parma neopromosso. Anche a Parma ci sono dei problemi e a gennaio finisce all’Atalanta, dove retrocede in serie B. Totalmente ai margini del progetto, il club non riesce a cederlo ma non lo inserisce neanche nella lista di presentazione della squadra in Lega. Amoruso quell’anno non giocherà neanche una partita ma a fine stagione pretenderà da Percassi il premio promozione. E la sua carriera da calciatore finisce così.

Amoruso incrocia nuovamente la Reggina nel 2015, stavolta per un brutto gesto. E’ infatti il primo a chiedere il fallimento della Reggina Calcio 1986 nell’estate 2015, per un credito di 40 mila euro. Proprio nei confronti di quel club che gli aveva dato tantissimo, che lo aveva preso per mano, risollevato, rilanciato. Evidentemente oggi Amoruso vive un momento di crisi di coscienza: si sarà pentito di quel gesto e vorrà rimediare regalando alla Reggina una nuova proprietà in grado di risollevare la squadra amaranto che è finita nei Dilettanti, riportandola subito nel palcoscenici che contano. Riuscirà a vincere il bando superando la concorrenza?

In un calcio sempre più malato, Reggio Calabria chiede semplicemente affetto e dignità per una nuova società che voglia dare valore al territorio e che sia in qualche modo anche espressione di questo territorio. Il sindaco f.f. Brunetti avrà certamente in mano tutti gli elementi utili per prendere la decisione migliore, evitando di consegnare la Reggina ad altri avventurieri e speculatori.

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