La pazza estate di Saladini: vacanze di lusso tra Capri e Formentera mentre Reggio soffriva il dramma della Reggina

La pazza estate di Saladini: prima Capri, adesso Formentera proprio nei giorni del Consiglio di Stato che ha decretato la morte della Reggina. Giornalisti snobbati e una città abbandonata

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Felice Saladini non mette piede a Reggio Calabria dal 19 maggio, quando s’è goduto dalla sua poltroncina della Tribuna Vip il gol di Canotto che al 94° dell’ultima partita di campionato ha regalato alla Reggina l’accesso ai playoff. Da quel giorno, tre mesi e mezzo fa, Saladini non è mai più tornato a Reggio – esclusa la breve parentesi per la folle conferenza stampa del 12 giugno per celebrare l’omologa – né ha seguito la Reggina nel playoff di Bolzano.

La sua è stata una pazza estate: prima è stato in vacanza a Capri, poi si è recato di persona al Tar il 2 agosto a Roma per l’udienza in cui era convinto che la Reggina sarebbe stata riammessa in serie B, poi è tornato in vacanza e il 16 agosto si è presentato abbronzatissimo negli studi di Sportitalia per la famosa intervista di tutta la vicenda, per tornare in vacanza stavolta a Formentera da dove ha seguito in riva al mare e a bordo piscina quello che a Reggio Calabria era un dramma per decine di migliaia di persone durante l’udienza, e poi la sentenza, del Consiglio di Stato che ha decretato la fine della Reggina Calcio.

Mentre la Reggina moriva soffrendo come un cane bastonato, Saladini, quindi il suo numero 1, se la spassava nei luoghi più esclusivi e lussuosi del turismo mediterraneo. Snobbando quotidianamente i giornalisti di Reggio Calabria che ripetutamente hanno provato a telefonargli, a contattarlo per chiedergli chiarimenti e aggiornamenti sulla situazione. Sempre invano. Snobbando anche le decine di dipendenti della Reggina senza stipendio da cinque mesi.

Purtroppo temiamo che Saladini a Reggio Calabria non vorrà mai più metterci piede. Eppure avremmo molto piacere ad incontrarlo per una conferenza stampa come quella di Cardona, per sottoporgli le nostre numerose domande a cui non ha voluto rispondere fino ad oggi. Oggi, ormai, quello che è successo è successo: vorremmo chiedergli semplicemente perchè. Perché ha fatto questo alla Reggina, perchè ha commesso così tante leggerezze nella gestione del patrimonio più importante di questa città, perchè non ha voluto ascoltare i consigli di alcuno, nonostante arrivassero da grandi personalità, da uomini molto esperti di calcio a cui inizialmente si era affidato. Perché non ha voluto ascoltare neanche le sagge indicazioni della brillante moglie, la signora Valentina.

Non servirebbe più a nulla per la Reggina, ma sarebbe un servizio di grande valore per la storia di questa città: consentirebbe all’opinione pubblica reggina di comprendere dove nascono gli errori di una piazza che, dopo aver osannato un personaggio come Luca Gallo dando addirittura la cittadinanza onoraria ad un evasore fiscale seriale che poi è finito in galera, ha trasformato un altro forestiero come Felice Saladini nel nuovo salvatore della patria, il genio della finanza ed eroe della Reggina, e adesso dopo quest’altro disastro è pronta ad abbracciare con il tipico spirito di sudditanza il nuovo papà che arriva da fuori senza alcun legame con la città.

Reggio Calabria ha bisogno di verità e giustizia, soltanto così potrà imparare a non ripetere gli stessi errori. La Reggina ormai è morta, ammazzata da Felice Saladini che adesso semplicemente spiegandoci perchè l’ha uccisa, come sono andate le cose e quali sono stati i suoi comportamenti nei passaggi cruciali, ci consentirà di ricostruire quella verità necessaria ad avere la consapevolezza e la dovuta esperienza per il futuro.

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