La Domenica al Sud: un pranzo che sa di dichiarazione d’amore

Domenica al Sud significa unione, cibo, rumore: il pranzo in Calabria è la dimostrazione d'amore, che inizia all'alba, per la propria famiglia

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Esistono riti sacri, dettati dalla quotidianità, che non si possono dimenticare: più importante del Natale, più Santo della Pasqua, più italiano del Ferragosto, c’è il pranzo della Domenica. Uno stereotipo che accomuna tutti i meridionali, descritti come di “buona forchetta”, che strafanno e cucinano per un esercito. Ma il pranzo della Domenica, a un occhio più attento che non si ferma alla gente del Sud “mangiona”, nasconde segreti e fa trapelare sentimenti: preparare con amore la pasta, il sugo che cuoce lento, il forno acceso anche se fuori ci sono 30 gradi, sono gesti d’amore. E’ l’affetto che una mamma, una nonna, una zia e una suocera ti mostrano senza neanche parlare.

Questa mattina, dopo il caffè del risveglio, ho sentito già l’odore di “famiglia” che si respirava nella casa di mia suocera; sveglia dalle cinque, dopo aver rassettato con garbo tutta la casa, si è dedicata alla cucina: le mani che si muovevano veloci, tra una pasta al forno e un cannellone ricotta e spinaci. Il segreto di mia suocera, oltre alla maestria e alla curiosità che l’hanno portata a migliorarsi nel tempo, sta in un piccolo coltellino, portato dal marito dalla lontana Germania: il suo compagno fedele che sbuccia patate, taglia melanzane, trita cipolla, pela le carote e le ricorda casa.

La stessa casa in cui, prima di sposarsi, viveva con le tante sorelle e i genitori, sempre pronta a dare una mano, sempre attenta ad osservare per imparare, sempre sola e “capatosta” nel voler riuscire in quello che piaceva. Il pranzo della Domenica, qui in Calabria, racconta una storia e celebra la vita: è la voglia di riunirsi di fronte a un piatto di “vet cu pipruss” (bietole con i peperoni), assaggiare i funghi “mbuttunat (ovvero imbottiti), chiedere alla mamma di fare il bis, prendere poi i dolci della domenica, discutere su quale pasticcere del paese li fa più buoni e finire con il caffè.

La Domenica è famiglia, sono i panni stesi al sole che si asciugano tiepidi a settembre, è il caldo soffocante in cucina dove tutti i fornelli sono accesi, è il grembiule macchiato della padrona di casa che prepara da mangiare per un esercito, con gratitudine. La Domenica sono le mani di mia suocera che, seppur stanche, continuano a muoversi veloci e precise, spinte dall’amore di chi la circonda e la ringrazia mangiando le sue prelibatezze. E ora scusatemi, ma il profumo mi chiama ed è irresistibile! Buona domenica a tutti.

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