Reggina: la Curva Sud non cambia idea: “abbiamo chiesto ai Sindaci di vigilare sulla nuova proprietà”

Nuovo e lungo comunicato della Curva Sud della Reggina in seguito alle tensioni degli ultimi giorni

StrettoWeb

Lunghissimo comunicato della Curva Sud della Reggina dopo le tensioni degli ultimi giorni susseguenti alla scelta del Sindaco Brunetti di selezionare la Fenice Amaranto come società designata a far ripartire il calcio in città. “Chi opera senza sosta viene giudicato, anche noi viviamo di sentimenti, chi parla seduto comodo in un divano davanti una tastiera ha sempre la sentenza pronta”, esordiscono gli ultrà, che il giorno prima della scadenza del bando avevano mostrato dissenso verso Bandecchi e il suo gruppo.

“Abbiamo le spalle larghe e possiamo pure prenderci qualche critica ma deve essere costruttiva e rispettosa nei nostri confronti. Chi giudica non conosce il mondo ULTRAS e le situazioni, ma su questo non c’è da dire molto, ne abbiamo visti tanti appelli sui social ma preferiamo confrontarci in una riunione, gli insulti e le provocazioni sui social dimostrano i limiti di questa città. Quando ci giocavamo l’ultima partita, soprattutto nella trasferta più importante a Roma, se fossimo stati tutti così innamorati come testimoniano i social saremmo stati 2000, ma la storia dice altro”.

“Ci sarebbe tanto da dire su quest’ultima settimana appena trascorsa ma non ci dilunghiamo tanto. Le nostre visite in comune sono state fatte per vigilare e capire la situazione sulla nuova proprietà e su chi fosse interessato. Tutti noi sappiamo che dietro queste manifestazioni di interesse non c’era nessun magnate e che la scelta doveva essere fatta tenendo conto della serietà e della affidabilità delle persone, cercando di evitare di cadere in situazioni catastrofiche del recente passato. Dopo aver lottato con tutte le forze per non perdere la categoria dobbiamo fare i conti con il presente che dice che bisogna rimboccarsi le maniche e ripartire dai campi polverosi delle serie D. Anche noi avremmo preferito un miliardario ma bisogna accettare la realtà”.

Poi la nota entra più nel dettaglio e si torna a citare Bandecchi: “Abbiamo sentito parlare di fatturati e patrimoni, ma non di un impegno deciso e duraturo per la Reggina, piuttosto di un progetto a scadenza già stabilita e senza futuro. Se Bandecchi avesse voluto la Reggina non avrebbe fatto fila per prenderla, il suo 50% la dice lunga. Se avesse voluto fare calcio avrebbe preso la maggioranza gestendola con un progetto a lungo termine e non di 12 mesi. Il comunicato della scorsa settimana esprime chiaro il nostro dissenso, descrivendo i fatti accaduti ma forse qualcuno sogna allenatori e calciatori con contratti faraonici dimenticando i recenti errori che ci hanno portato al fallimento”, ribadisce la frangia del tifo organizzato, confermando la posizione espressa qualche giorno fa.

“Non possiamo più permetterci di sbagliare, abbiamo vigilato e l’abbiamo fatto per il bene della nostra squadra, abbiamo battuto i pugni sul tavolo fino a domenica mattina e continueremo a vigilare, oggi e domani. Dobbiamo ripartire con umiltà e unità, non c’è il tempo da perdere in chiacchere da bar. In questi giorni di sofferenza, dopo la morte della Reggina tutti avevamo il desiderio di un nuovo patron che venisse qua a fare lo squadrone vincendo subito, ma abbiamo una testa e ancora riusciamo a capire che il tempo è poco per farlo”.

“Abbiamo chiesto ai sindaci – si legge – di vigilare stando con il fiato sul collo a presidenti e istituzioni, esclusivamente per il bene della Reggina, è una follia pensare che noi possiamo scegliere chi viene ad investire. Ci avete accusato di essere venduti e pilotati, potevamo tranquillamente stare a casa ed aspettare come voi per poi lamentarsi sui social ma le nostre abitudini sono altre. Noi ci vediamo quotidianamente nella nostra sede e, guardandoci negli occhi, cerchiamo di trovare una soluzione, anche andando a rompere i coglioni a tutti, a volte, rischiando, ma viviamo sul campo di battaglia non davanti uno smartphone”.

“E’ da mesi che non abbiamo pace ma noi camminiamo a testa alta perché quel che facciamo lo facciamo senza nessun ritorno, la mattina andiamo a lavorare come voi e dopo ci dedichiamo a quello che ci piace di più, vivere ultras per amore di Reggio. Le decisioni non spettano a noi ma dopo le delusioni causate da gestioni societarie scellerate non permetteremo più a nessuno di calpestare la nostra dignità. Questo è stato il nostro pensiero, magari diverso dal vostro, ma noi lo esprimiamo e ci mettiamo la faccia”.

“Sulla nuova proprietà non sta a noi esprimere giudizi, ma possiamo dirvi che abbiamo conosciuto persone che vorrebbero provare a fare qualcosa per il nostro territorio. Perché siano stati scelti non dovete chiederlo a noi che siamo SEMPLICEMENTE ED ORGOGLIOSAMENTE ULTRAS. Il tempo sarà giudice e ci dirà se la decisione che le istituzioni hanno preso è giusta o sbagliata, nel frattempo vigileremo e continueremo a lottare per raggiungere gli obiettivi prioritari: la riacquisizone di marchio e nome”.

“Tutti vogliamo vincere, ci mancherebbe, è palese che è difficile accettare che la Reggina non la si vedrà su Sky e non calpesterà quei campi di tutta Italia portando tifosi nei settori di Parma, Venezia, Genova… la Reggina sta ripartendo da sotto zero e questa cosa bisogna accettarla. A breve si dovrebbe ricominciare e mentre voi sicuramente dal divano attaccavate la curva e la nuova società, noi, mettendo la faccia come sempre, siamo andati a dire che il nome “Fenice” non andava bene, abbiamo detto di cambiarlo immediatamente con almeno un semplice Reggio sulle maglie di colore amaranto, Ricapitolando, prima di parlare bisogna informarsi ma, soprattutto, cercando di essere dentro le situazioni e sentire tutte le campane, andando dai diretti interessati”.

“Mettiamoci in testa che si deve ripartire in fretta ricompattando l’ambiente e cercando di essere uniti per un’unica causa, non per i presidenti, ma per noi, per la nostra storia e per la nostra Reggina. Nessuno ci regala niente, dobbiamo riprenderci noi quello che ci è stato tolto non dimentichiamolo. Siamo in serie D, ma noi siamo sempre da serie A, il tempo per dimostrarlo è adesso!”, concludono.

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