Panem et circenses a Reggio Calabria, dove non c’è proprio nulla da festeggiare

Ieri a Reggio Calabria una festa totalmente fuori luogo: tra l'attentato incendiario ad Angela Marcianò e le brutte storie di Reggina, partita in nome di Vialli e Novella Calligaris, questa città più che fare festa dovrebbe soltanto ribellarsi

StrettoWeb

Panem et circenses a Reggio Calabria per la consueta festa patronale: ieri sera in ogni angolo della città si mangiava pane con la salsiccia, c’era la musica dal vivo, tanti eventi, i concerti. Poi dopo mezzanotte uno spettacolo pirotecnico obiettivamente bellissimo e spettacolare. Il problema è che a Reggio Calabria non ci sarebbe proprio nulla da festeggiare. Panem et circenses, appunto.

Proprio ieri mattina la città si è risvegliata con la terribile notizia dell’attentato incendiario ad Angela Marcianò, consigliere comunale, una delle pochissime voci di dissenso politico nei confronti dell’Amministrazione Comunale: le hanno bruciato la macchina personale alla vigilia di un’importante riunione delle Commissioni bilancio e lavori pubblici riunite sui subappalti della Castore dove lei ha evidenziato gravi incongruenze. Dopo un giorno e mezzo, nessuno tra i due sindaci né alcun assessore comunale o metropolitano ha ritenuto di dover esprimere pubblica solidarietà ad Angela Marcianò, che ha ricevuto numerosi attestati di vicinanza soltanto da altri esponenti dell’opposizione e da dirigenti regionali e nazionali.

C’è un brutto clima in questa città: persino un atto del genere, così grave, passa in sordina, raccontato addirittura con riferimento all’auto “del marito“, forse per sminuire l’accaduto, quando in realtà l’auto era proprio quella di personale utilizzo di Marcianò.

E poi c’è la vicenda Reggina, di cui ancora si parla prevalentemente per il dramma sportivo di una società che dopo quasi una settimana dalla scelta di Brunetti non riesce a trovare neanche un calciatore, ma che rappresenta il più grande scandalo della storia della città per la svendita politica su logiche di comparato non di un bene immobile, non di un posto di lavoro, non di un favore tipico ad amici e compari, ma di quello che è il più grande simbolo di appartenenza e identità comune non solo per gli abitanti di Reggio Calabria ma anche per i tantissimi reggini emigrati in Italia e nel Mondo.

In questo contesto ci sono le figuracce nazionali per la partita di beneficienza in nome di Gianluca Vialli, promossa e sponsorizzata proprio dal Comune e dalla Città Metropolitana e poi annullata perchè rivelatasi una truffa, e il brutto pasticcio combinato con Novella Calligaris, totalmente snobbata e ignorata nella sua nobile iniziativa per abbattere le distanze attraversando a nuoto lo Stretto di Messina. Il Sindaco f.f. Brunetti, rispondendo ad un collega che in conferenza stampa lo interrogava su come non avesse potuto verificare la bontà dell’iniziativa in nome di Vialli, ha avuto il coraggio di rispondere “lei se dà una monetina ad un senzatetto poi va a seguirlo per vedere se per caso vive in una super villa?“. Ecco cos’è oggi Reggio Calabria: una città in cui chi Amministra non solo non sente la responsabilità del proprio operato, ma si ritiene così superiore e non ammette di aver sbagliato neanche di fronte l’evidenza, auto assolvendosi da ogni errore e anzi arrivando all’assurdo di dover pubblicamente dichiarare “non vorrebbe mica che io facessi il mio lavoro?“. Già, caro Brunetti, perchè il Sindaco di un Comune prima di dare una monetina ad un senzatetto non deve soltanto accertarsi che non abbia una super villa ma deve fare la totale “radiografia” del soggetto in questione.

Ecco perchè a Reggio Calabria non c’è proprio nulla da festeggiare: tra auto bruciate, incapacità manifesta, totale inadeguatezza politica e perverse logiche di comparati, la città vive oppressa e rassegnata. E così si accontenta: Panem et circenses. Nulla di più.

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