Caccia al cinghiale, l’Associazione Cacciatori Italiani ed il Circolo “Gli Amici della Caccia” chiedono chiarimenti alla Regione

Reggio, Associazione Nazionale Cacciatori Italiani e il Circolo Gli Amici della Caccia chiedono alla Regione Calabria chiarimenti ufficiali in merito alla caccia al cinghiale e al divieto dell’uso del piombo

StrettoWeb

Il Circolo “Gli amici della caccia” insieme al Presidente dell’Associazione Nazionale Cacciatori Italiani Dott.Giorgio De Luca chiedono “alla Regione Calabria di voler illustrare dettagliatamente le zone di esercizio della caccia al cinghiale e le modalità di esercizio, poiché ancora non è dato sapere quando e se i cacciatori di cinghiali in braccata ricadenti nelle zone di tipo II e III potranno cacciare come bioregolatori previo apposito corso di formazione in previsione di abbattimenti volti al depopolamento della specie Sus Scrofa tramite mini braccate o girata che dir si voglia, con l’utilizzo di 8 operatori e tre cani. […] Tale piano deve essere redatto da ogni Istituto  Faunistico, trasmesso all’Autorità competente locale (ACL) per approvazione e deve contenere l’elenco dei nominativi e dei contatti degli  Operatori abilitati agli abbattimenti, dei cacciatori autorizzati ad operare nelle zone sottoposte a restrizione, e (ii) delle strutture designate per il conferimento delle carcasse e (iii) le misure messere in essere […] da come si legge nell’ordinanza 5/2023 del Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana Dott.Vincenzo Caputo. Allo stato attuale infatti vige grande confusione tra i cacciatori in merito all’individuazione delle zone appartenenti alle aree di restrizione di tipo I, II, III previsti dalla Regione e i relativi comportamenti necessari che dovranno tenere i cacciatori in termini di biosicurezza.

Altra questione spinosa che sta dilagando tra i cacciatori, soprattutto gli appassionati della caccia agli anatidi e ai rallidi, è la questione del piombo. In questo contesto le Associazioni Venatorie riconosciute calabresi invitano alla prudenza rispettando ciò che prevede il Regolamento Europeo 2021/57 direttamente applicabile nei confronti dello Stato Membro Italia e in vigore dal 15 febbraio 2023. Pur dovendo ad oggi i cacciatori rispettare limiti di 100 metri di distanza dalle zone umide impiegando munizioni in leghe differenti dal piombo, non è chiara ad oggi la possibile sanzione che potrebbe applicarsi agli stessi nel caso in cui i trasgressori, salvo dimostrare una diversa attività di tiro e valutando le circostanze del caso onde evitare atti arbitrari, impieghino e portino con sé munizioni in piombo entro i 100 metri. Da sottolineare come la definizione del calendario venatorio attuale per le zone umide è in netta discrasia con quanto realmente normato all’articolo 24 del Regolamento Europeo, oltre al fatto che sarebbe opportuno, come fatto in Toscana, avere da parte degli organi di vigilanza atti ai controlli secondo la legge quadro 157/92 gli opportuni pareri scritti riguardo il divieto dell’uso del piombo, posto che ad oggi il calendario venatorio non specifica i divieti specifici anche all’interno delle zone umide ZSC SIC e ZPS con una distanza di 150 metri da mantenere entro i limiti delle stesse e non esiste in seno alla Legge Regionale calabrese sulla caccia una sanzione apposita nel caso di specie. L’elevato costo delle munizioni alternative al piombo, l’incertezza delle sanzioni in attesa degli emendamenti definitivi da parte del Governo il quale ha chiarito che la sanzione sarà probabilmente di carattere amministrativo mettendo nero su bianco il testo del Regolamento Europeo con un apposito articolo, l’imminente apertura della caccia al cinghiale senza nulla sapere con certezza riguardo l’applicazione del Piano Nazionale e Regionale a contrasto della PSA, tutti questi motivi negativi per il comparto venatorio stanno mettendo a dura la pazienza e la passione dei cacciatori calabresi, i quali stanno ricevendo ogni giorno notizie molto confuse e spesso contraddittorie sulle tematiche di specie.

Pertanto Gli Amici della Caccia e l’ANCA chiedono “ai rappresentanti del settore venatorio della Regione Calabria di farsi parte diligente affinché si chiariscano la questione del divieto del piombo in merito al regime sanzionatorio che gli organi di vigilanza intendono applicare nei confronti dei cacciatori fino al 10 ottobre e la questione relativa alla caccia alla cinghiale nelle zone di restrizione di tipo II e III relativamente all’inizio dei corsi di bioregolatore e alle modalità di depopolamento previste per le squadre regolarmente iscritte per la stagione in corso 2023/2024”.

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