Tutta Italia guarda con ammirazione alla favola Lecce: quando si fa calcio in maniera seria…

Ecco quale segreto si nasconde dietro la grande favola Lecce, seconda in classifica in Serie A dopo le prime 5 giornate

StrettoWeb

Il Lecce è secondo in classifica dopo cinque giornate. Non sappiamo quanto a lungo ci resterà. Da meridionali, da appassionati di calcio romantico e di belle favole, sicuramente ci auguriamo che rimanga il più a lungo possibile. Intanto oggi è lì, si gode il momento, si gode una serata – quella di ieri, venerdì – in cui ha battuto il Genoa nel finale e si gode il manipolo di giovani che hanno impattato alla grande con il neo tecnico D’Aversa.

Sì, la tentazione è sempre quella: vi starete chiedendo se tutto questo è un caso. A nostro avviso, assolutamente no. Nel calcio non esiste il caso. Esiste il “fattore C”, ma in qualche sparuto caso, in qualche partita, in qualche episodio. Nel medio-lungo periodo, invece, nel calcio nulla accade per caso. Il secondo posto del Lecce non potrà essere mantenuto a lungo, vero, ma la grandiosa politica giallorossa degli ultimi anni ci porta automaticamente a pensare che possa stare tra le prime venti d’Italia con una certa frequenza e continuità.

Il Presidente del Lecce è Saverio Sticchi Damiani, imprenditore locale che a sua volta ha riunito altri imprenditori del luogo. Sticchi Damiani è entrato in società nel 2015, diventano il massimo rappresentante due anni dopo. Da lì, con una gestione virtuosa, entusiasmante e che coinvolge tutto il territorio (non solo le forze imprenditoriali, ma anche i tifosi), ha conquistato la A con il doppio salto dalla C, è retrocesso nuovamente in B, ma è risalito due anni dopo. Senza “dissanguarsi” economicamente, senza proclami da megalomane, senza “blitz” nelle località di mare, senza paroloni.

Qual è il segreto dietro la grande gestione del Lecce

Qual è, invece, il segreto? Non ci sono sceicchi, ma diversi imprenditori locali che non fanno passi troppo lunghi, che rispettano gli impegni economici di tutti, che ponderano bene ogni operazione, che programmano con serietà, che non hanno secondi fini, che hanno a cuore le sorti della propria città, proprio perché è la propria città. E mai la prenderebbero in giro. Possono fallire, certo, ma sempre con dignità e, guardate un po’… trasparenza. Il segreto è anche una struttura societaria da grande club (con un importante Consiglio d’Amministrazione) e la scelta di figure tecniche di spessore, senza interessi terzi, intrusioni o malumori: a gestire l’area tecnica c’è un maestro come Corvino, il ds è Trinchera. Errori? Fatichiamo a trovarne, in questi anni. Hanno riportato a casa un tecnico come Baroni, che si è rilanciato alla Reggina e che a Lecce ha trovato la consacrazione. E questa estate ne hanno scelto uno che aveva bisogno di rilanciarsi dopo qualche anno così così: D’Aversa.

E i calciatori? Beh, chapeau. La vittoria è tutta nel settore giovanile, con la Primavera che quest’anno ha vinto il campionato. E poi le giovani rivelazioni dell’anno scorso e quelle di quest’anno. Semi-sconosciuti scovati come grandi detective, senza spese eccessive, valorizzati e poi rivenduti. Coi fatti, senza troppi proclami.

Ultimo, ma non per importanza, il protagonista principale: il tifoso. Coccolato, fidelizzato, con costi popolari e mostrando serietà: come non dimenticare i prezzi simbolici nell’anno del ritorno in A con Baroni e uno stadio cartina da tornasole. Come non dimenticare i pienoni dell’anno scorso e quelli di quest’anno, sempre con prezzi popolari. Una città di neanche 100 mila abitanti che ne ha fatti quasi 25 mila lo scorso anno e che ne ha in media 28 mila quest’anno (settimo posto attuale, dietro solo alle grandi città e big italiane).

Tutta Italia non può non guardare con ammirazione alla favola Lecce. E, quando vi chiederete “come si fa calcio seriamente?”, beh, avete trovato la risposta…

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