“Oggi la Locride muore”: arrivano ad Agnana i primi pezzi di “mostro” eolico e nessuno vuol fare nulla

Cinque pale eoliche alte 200 metri: ad Agnana, nella Locride, il mastodontico parco eolico sta per diventare realtà

StrettoWeb

Il parco eolico di Agnana, nella Locride, con le sue cinque pale eoliche alte 200 metri, sta per concretizzarsi. Una vicenda, questa, che sta causando polemiche e proteste. E d’altronde non poteva essere diversamente: l’eolico e le sue controindicazioni sono, sempre più prepotentemente, sotto gli occhi di tutti. Ma andiamo con ordine. La stranezze iniziano dal luogo scelto per queste pale eoliche che sorgeranno a due passi da una delle riserve Sic di Natura 2000. Si tratta di siti d’interesse comunitario che rientrano nel progetto europeo nato per preservare e tutelare gli habitat naturali di particolare interesse.

L’idea di creare questo parco eolico è ancora più strana. Perché nasce non ora, non ieri, non lo scorso anno. ma circa quindici anni fa. Tanto che ad Agnana se ne erano dimenticati tutti e l’attuale sindaco non ne sapeva nulla, a quanto dice. A mettere in piedi le colossali pale sarà Ski srl, azienda con sede a Milano che fa parte di una multinazionale scandinava, la Statkraft. Manco a dirlo le associazioni ambientaliste, insieme ai cittadini, sono sul piede di guerra.

Controindicazioni dell’eolico

L’eolico su larga scala non conviene e causa diversi danni. Come si spiega sul sito web ecolobby.it, “in una prospettiva di consumo di energia crescente di anno in anno si stima che nel 2019 l’utilizzo mondiale di energia abbia raggiunto e superato i 150000 TWh (150000 miliardi di kiloWattora o kWh, per ricondursi ad un multiplo se vogliamo più familiare), secondo quanto riportato anche da Wikipedia. Se ad una prima battuta questa sembra una quantità smisurata, per dare giustificazione a questo dato sarebbe sufficiente cominciare il censimento a partire dai contributi delle principali attività energivore civili (come riscaldamento, mobilità, uso dell’energia elettrica), ottenendo cifre già sorprendenti. In questo contesto l’energia fornita da una turbina eolica di taglia medio-alta (attualmente diciamo di potenza 2 MegaWatt, come le installazioni oggi presenti sulla piana tra Firenze e Pisa, per intendersi) è stimabile pari a 4 milioni di kWh, quindi secondo alcuni solo un piccolo ago nell’immenso pagliaio della richiesta”.

Non solo. L’energia eolica causa tutta una serie di problemi più o meno gravi da tenere in considerazione: potenziali disturbi per la salute; impatto paesaggistico; riduzione del valore immobiliare; rischio per la fauna aviaria; impatto acustico; basse frequenze; problema idrogeologico; difficoltà nell’installazione.

Eolico e mafia

Di recente Vittorio Sgarbi ha lanciato un appello alla regione Calabria affinché non autorizzasse gli impianti eolici “di grossa taglia” e il motivo è semplice quanto complesso: la Sicilia ha dimostrato che nel settore c’è un forte rischio di infiltrazioni mafiose. Anche perché non si tratta solo della Locride. Anche la provincia di Catanzaro è interessata da medesimi progetti, tutte ad opera di (ig)note multinazionali straniere.

Che la Regione Calabria non possa che peggiorare – ha detto Sgarbi – è chiaro dall’annuncio del Piano per incrementare gli impianti fotovoltaici ed eolici di grossa taglia. Si poteva sperare che dopo anni di speculazioni sbagliate la Calabria puntasse sulle sue bellezze naturali, sul Paesaggio, invece è vero il contrario”. Sgarbi ha invita la Regione Calabria a seguire l’esempio del Lazio “dove il suo Presidente ha deciso di sospendere ogni autorizzazione al fotovoltaico e all’eolico avendo verificato che la Regione è già satura rispetto agli obiettivi indicati da una Europa indifferente e omologata, come se ogni nazione fosse identica”.

E d’altronde lo stesso Sgarbi era stato profetico in merito ad uno dei fiancheggiatori della latitanza di Matteo Messina Denaro. Vito Nicastri, “re dell’eolico”, è ritenuto uno dei finanziatori dei trent’anni di latitanza del boss. La procura generale di Palermo ha chiesto per lui la condanna a 10 anni e 8 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni.

Oggi la Locride muore

Questa mattina il noto scrittore originario di Africo, Gioacchino Criaco, postando la foto dei primi “pezzi” di mostri eolici che stanno arrivando nella Locride, ha scritto un post che riportiamo di seguito integralmente.

Oggi la Locride muore. Lì, dove l’Aspromonte non finisce, ma guada e prosegue fino all’istmo di Lametia, la notte si riempie del cozzo delle spade, delle urla delle carni trafitte, strappate alla vita terrena. È il Torbido il Sagra della gloria di Locri, è Spatari l’aedo sordo e muto che ha orecchie per sentire e bocca per cantare, e dita lunghe, sottili per dipingere e scolpire un futuro che è già stato, che sarà. Le Aquile di Zeus planarono a saziare la sete del fiume col sangue di centotrentamila Crotoniati, e Locri salvò se stessa, ma protesse Reghion, pasto successivo di una schiera di belve che solo gli Dei avrebbero potuto fermare, di quella fame l’afflitta Sibari ne è testimone. E la gratitudine non è un dono da assigere sull’altare dei giusti, mai lo è stato e non lo sarà nel futuro passato. La Krea partorita da Mana Gi, la madre antica Aspromontana, è preda del mondo, la sua Nerò e i simboli della sua gloria, in Bronzo e Marmo, giacciono prigionieri della Sfinge Metropolitana.

Oggi la Locride muore, nessuno dei suoi soldati risorge per mettere uno scudo fra noi e la vergogna.
Moriamo così, senza spargimento di sangue, soffocat dal prezzo del nostro onore, che è costato molto meno di 30 denari.
Esordisce la prima pala gigantesca, nella delicata bellezza delle Tre Arie di Antonimina.
Ci avevano detto che ci avrebbe ucciso la Ndrangheta, ed ecco che ci ammazza il progresso.
In foto il rotore del mulino da 250 mt che andrà a coprire Gerace“.

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