Reggina, il business plan della Reggio Football Club: i soci reggini, i tifosi nel club, la garanzia di serietà. Un grande sogno infranto

Reggina, ecco il business plan della Reggio Football Club di Bandecchi, Myenergy e gli altri soci reggini: un grande sogno per riportare in alto la gloriosa squadra amaranto infranto per le scelte scellerate della peggiore politica

StrettoWeb

Innanzitutto il nome: Reggio Football Club. La nuova Reggina di Bandecchi e degli imprenditori reggini non avrebbe avuto Unicusano nel nome. Per la prima volta dopo le esperienze di Fondi e Terni, Bandecchi non avrebbe utilizzato il nome della squadra di calcio per pubblicizzare la sua università. Reggio Football Club: così si sarebbe chiamata la nuova Reggina se il sindaco Brunetti avesse scelto l’altro gruppo di imprenditori che avevano presentato domanda ed erano di gran lunga migliori della Fenice Amaranto: più radicati sul territorio, di gran lunga più facoltosi, molto più preparati dal punto di vista sportivo e con un programma eccezionale per il futuro del club.

Oggi pubblichiamo i business plan di entrambe le società (Reggio Football Club e Fenice Amaranto), che sono diventati pubblici dopo la Commissione Controllo e Garanzia di ieri. Nel documento della Fenice Amaranto si leggono una serie di clamorose assurdità, oltre ad una serie di bugie che dopo 22 giorni sono già smentite dai fatti. Dal documento della Reggio Football Club, invece, emerge un quadro molto più accattivante: non è un progetto scarno e raffazzonato, come era stato dipinto in precedenza. Ma ci sono garanzie importanti. Innanzitutto il nome, basterebbe quello: Reggio Football Club, con un richiamo alla città e alla storia della Reggina (Reggio Foot Ball Club fu il nome storico del club assunto nel 1922 fino al 1928). Nessuna speculazione sul nome per pubblicizzare l’università, a differenza della Fenice.

Poi l’identità: nell’organigramma vengono presentati tutti i soci della cordata, che per il 50% erano reggini con Myenergy, 2F Motors e la Cooperativa Reggina. A differenza della Fenice, che ha una proprietà catanese e tutto uno staff proveniente da Catania e Messina, quella della Reggio Football Club era una compagine reggina con il valore aggiunto della forza economica di Bandecchi. Invece con la Fenice si è scelta la via della continuità con Gallo e Saladini: la Reggina rimane ai forestieri.

Nel documento programmatico della Reggio Football Club si legge che “L’Università Niccolo Cusano ha garantito fino ad oggi nell’ambito della FIGC continuità aziendale a tutte le società interamente controllate (Fondi Calcio e Ternana Calcio), sempre nel totale rispetto delle regole e negli adempimenti economico-finanziari, e tali garanzie di solidità finanziaria intende mantenerle in continuità nel settore calcistico della Lega Nazionale Dilettanti qualora gli venga concesso di continuare, di fatto, il progetto nel settore calcistico della Lega Nazionale Dilettanti. Si precisa a riguardo che il progetto Reggio Football Club non riguarderà solo la prima squadra ma anche il settore giovanile con un’attenzione particolare non solo alla crescita sportiva dei giovani atleti, ma anche alla formazione e allo studio delle stesse cose che l’Università Niccolò Cusano ha garantito a tutti i calciatori nelle stagioni passate ed intende garantire anche in futuro“.

Alla luce dei recenti drammatici episodi della Reggina con Gallo e Saladini, la garanzia di solidità economico-finanziaria e profonda conoscenza delle regole federali di una proprietà come quella di Stefano Bandecchi avrebbe meritato assoluta priorità e considerazione, proprio per la virtuosa gestione delle precedenti società da lui amministrate che non hanno mai avuto problemi con la giustizia sportiva, punti di penalizzazione o problematiche di alcuna natura.

Nel business plan della Reggio Football Club era previsto anche un Organo di Vigilanza, con richiamo al punto 4 del bando del Comune, che invece la Fenice non ha previsto. E’ davvero scandaloso che il Comune abbia richiesto nel bando un organo di vicilanza e poi assegnato il bando alla domanda che non l’ha previsto, bocciando invece il progetto che lo prevedeva. Nell’organo di vicilanza della Reggio Football Club era previsto che un rappresentante dei tifosi, uno dello staff, uno del comune, uno dei soci e uno degli sponsor potessero partecipare alle attività gestionali del club per vigilare, appunto, che tutto funzionasse nel modo migliore possibile.

Per quanto riguarda i dati di bilancio veri e propri, nel caso della Reggio Football Club sono dati molto credibili e ragionati che prevedevano l’immediata promozione in serie C quest’anno e in serie B il prossimo anno, in modo congruo alla squadra che era già stata allestita da Emanuele Belardi e Massimo Taibi con mister Pazienza e calciatori del calibro di Cosenza in difesa e Montalto in attacco.

Il progetto più rilevante in assoluto è quello di Myenergy, che prevedeva una novità straordinaria e di cui parleremo appositamente in seguito. Osservando queste carte appare ancora più chiaro l’oscuro disegno della politica che ha compromesso il futuro glorioso della Reggina, svenduta ad amici e compari. Uno degli scandali più gravi della storia della città, che non finirà nell’oblio e di cui continueremo a parlare a lungo.

Ecco i documenti:

A tal proposito, per comprendere la grandezza di quello che poteva diventare la Reggina se solo Brunetti non avesse scelto in modo così scellerato, giova rinnovare le dichiarazioni dei diretti interessati nelle interviste concesse nei giorni scorsi ai microfoni di StrettoWeb:

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