Caos scuole, Giusi Princi fa chiarezza: cos’è il dimensionamento scolastico, come funziona e perchè “la Città Metropolitana di Reggio ha agito bene”

Intervista a Giusi Princi, vice Presidente della Regione Calabria, sul dimensionamento scolastico che intanto stamani è stato approvato dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria

StrettoWeb

Questa mattina la Città Metropolitana di Reggio Calabria, in consiglio, ha approvato il dimensionamento scolastico dopo una settimana di caos totale per lo scontro con il Comune reggino. Feroci sono state le polemiche che hanno diviso la stessa Amministrazione politica, grandi le tensioni per le incomprensioni tra gli amministratori metropolitani e l’assessore comunale Nucera, al punto che ci sono stati tre differenti presidi di protesta con manifestazioni imponenti che hanno coinvolto dirigenti, insegnanti e genitori degli studenti reggini.

Sulla vicenda c’è ancora molta confusione a causa della disinformazione dilagante, e per fare chiarezza abbiamo intervistato il vice Presidente della Regione Calabria, Giusi Princi, che da storico dirigente scolastico è particolarmente competente e sensibile rispetto al tema della scuola. Princi, innanzitutto, chiarisce che “il dimensionamento è una realtà che subiamo tutti. La subiamo come Regioni, come amministratori, come cittadini, perchè si tratta di tagli e i tagli, sono sempre difficili da assorbire. Ma è un adempimento comune a cui sono obbligatoriamente chiamate le Regioni perchè si tratta di una legge dello Stato, per giunta varata dal precedente governo con Mario Draghi premier, quando il ministro dell’Istruzione era Bianchi e il principale partito di governo era il Pd. I parametri del dimensionamento sono stati stabiliti proprio dal precedente governo per la necessità di allinearsi ai dettami del Pnrr: si tratta di assegnare alle regioni l’organico, ovvero i numeri dei dirigenti scolastici e dei direttori amministrativi, in base alla popolazione degli studenti, su indicazione, appunto dell’Unione Europea. Quindi c’è poco da fare, se non adeguarsi nel modo migliore possibile”.

Facciamo un attimo un passo indietro: può spiegarci cos’è il dimensionamento scolastico? 

E’ appunto la norma che prevede la razionalizzazione della rete scolastica, il taglio di autonomie scolastiche sulla base dei posti assegnati dallo Stato alle Regioni; tutto questo comporterà che tra gli istituti accorpati, rimarrà un solo dirigente scolastico e un solo direttore amministrativo con mobilità di nuovo incarico per i perdenti posto. Parliamo di accorpamento amministrativo: non cambia nulla in termini di servizi garantiti alle famiglie, né di plessi che continueranno a servire gli stessi territori nei quali hanno operato fino ad oggi. Tutte le scuole rimarranno, infatti, esattamente come sono oggi, con lo stesso numero di insegnanti e di personale ausiliario”.

E quante autonomie si perderanno in Calabria? 

Inizialmente era previsto che ne perdessimo 81; poi con interlocuzioni in fase preliminare siamo riusciti a scendere a 79″.

Quante di queste sono nella provincia di Reggio Calabria? 

Nel territorio della Città Metropolitana di Reggio, da parametri ministeriali, sono 17″.

Torniamo allora nel merito del processo: come si può fare ad adeguarsi nel modo migliore possibile? 

Il dimensionamento si può subire, o si può governare. Le Regioni attraverso le linee guida determinano gli indirizzi su cui gli enti provinciali stabiliscono gli accorpamenti. A differenza di altre Regioni che hanno imposto alle Province parametri numerici rigidi, in base ad un tetto numerico minimo e massimo di studenti, in Calabria è stata fatta una scelta diversa”.

E cioè? 

Sono molto consapevole delle specificità del nostro territorio e soprattutto delle esigenze delle comunità delle zone interne, che hanno un gap enorme per le difficoltà dovute alle distanze, alla mancanza di collegamenti veloci, a parametri di grande criticità dal punto di vista del contesto sociale. Quindi d’intesa con le Organizzazioni sindacali di categoria e di concerto con le Province/Città Metropolitane abbiamo condiviso dei criteri ‘a maglie larghe’ senza imporre dei parametri numerici fissi ma prevedendo che attraverso il criterio della compensazione, gli enti, ascoltando i bisogni dei territori potranno salvaguardare quelle realtà nelle quali gli indicatori di disagio sono maggiori e che quindi più necessitano della presenza fisica del dirigente”.

Quindi la Regione ha delegato in toto le Province/Città Metropolitane?

Sì, la Regione doveva dare dei criteri e degli indirizzi alle Province/Città Metropolitane per stabilire le linee guida degli accorpamenti. Le nostre linee guida sono flessibili: abbiamo delegato in toto le nostre quattro Province e la Città Metropolitana di Reggio Calabria perchè chi meglio di chi si interfaccia quotidianamente con i territori come gli amministratori, ne conosce i bisogni di ogni piccola realtà? Abbiamo invitato gli enti a tutelare, quindi, le zone interne, dov’è più grave il dramma della dispersione scolastica, dove maggiore è l’esigenza della presenza dei dirigenti sul territorio. Ho invitato gli enti locali ad ascoltare i territori, i sindaci, le scuole, i sindacati e di decidere in base alle esigenze specifiche, alle identità dei territori. Non solo, quindi, il numero di alunni, ma anche le difficoltà di trasporti e logistica, i livelli Invalsi, gli indici di dispersione e legalità. Ho chiesto di fare scelte concertate: dobbiamo fare questi tagli, che ripeto li subiamo tutti, e allora facciamoli dove fa meno male, razionalizzando e governando il dimensionamento anziché subirlo”.

A Reggio come si è comportata la Città Metropolitana per l’attuazione del dimensionamento? 

Direi bene, ha fatto più concertazioni con i Sindaci, ha avuto conferenze di ambito con i dirigenti e stamani ha approvato in aula consiliare il piano di dimensionamento senza emendamenti se non con l’invito che mi è stato rivolto dal sindaco f.f. Versace di tutelare il servizio della scuola in ospedale garantito dal Galilei Pascoli che, assicuro, sin da ora, sarà confermato. La Città Metropolitana di Reggio è il primo ente che ha già ultimato il piano in Calabria: nelle altre Province sono ancora in corso dibattiti e proteste, anche comprensibili perchè a nessuno piacciono i tagli. Li subiamo tutti, a maggior ragione i territori. Io ho invitato tutti al confronto e alla concertazione, perchè se interveniamo in modo costruttivo e funzionale possiamo operare con responsabilità a salvaguardia dei bisogni reali. L’alternativa sarebbe il commissariamento, con interventi di carattere ragionieristico operate da chi non conosce i territori e le relative esigenze. Spero che anche le altre province siano protagoniste del dimensionamento così come lo è stata la Città Metropolitana di Reggio, anziché subirlo”.

Anche a Reggio ci sono state feroci polemiche, soprattutto tra la Città Metropolitana e il Comune. 

Non entro nel merito delle interlocuzioni intercorse tra Comune e Città metropolitana, anche perché l’accorpamento degli istituti è una prerogativa che la legge riconosce agli enti provinciali (112/98). Le linee guida regionali hanno dato alle realtà locali la possibilità di salvaguardare le specificità e le vocazioni dei territori anche rispetto l’offerta formativa. Non voglio e non ritengo corretto entrare nel merito del mancato confronto tra i due enti; non amo cavalcare le polemiche, ho sempre pensato che le figure istituzionali debbano essere da esempio lavorando in silenzio e sui fatti anziché ricercare il ‘falso’ consenso attraverso sterili critiche. Ho ritenuto opportuno fare chiarezza riguardo l’iter del dimensionamento perché strumentalmente o meno, troppe chiacchiere stanno circolando a scapito di una corretta informazione che dovrebbe invece essere data alle famiglie, agli studenti e all’opinione pubblica tutta”.

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