Incendi nel messinese, Schepis: “non è tollerabile la strafottenza istituzionale”

Incendi nel messinese, Schepis: ""la prevenzione ha un ruolo fondamentale però chiaramente il tutto passa attraverso il controllo del territorio che negli ultimi anni è stato completamente dimenticato"

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“È davvero così difficile evitare che incendi come quelli di oggi possano accadere con costanza nella nostra Regione? Eppure la prevenzione, in questi casi, ha un ruolo fondamentale però chiaramente il tutto passa attraverso il controllo del territorio che negli ultimi anni è stato completamente dimenticato”, è quanto afferma il consigliere comunale, Giuseppe Schepis. “Dimenticate sono state anche le postazioni denominate “Torrette di sorveglianza Forestale” , che fino a qualche anno fa venivano presidiate da guardie regionali della Forestale che, considerata l’ampiezza di visuale (fino a Milazzo), dai colli messinesi riuscivano a sventare qualsiasi principio di incendio. Sono presenti sul territorio comunale di Messina 5/6 di queste torrette, di cui solo un paio forse sono ancora funzionanti”, rimarca Schepis.

“Oltre a questo il corretto controllo e monitoraggio del territorio, si ottiene attraverso una puntuale manutenzione delle vie tagliafuoco, perché non è pensabile che un incendio generato sulle colline possa avvolgere e superare un’infrastruttura come la A20 larga circa 30 metri, ma che a causa della mancata scerbatura delle erbacce alte e secche presenti in molti tratti autostradali ha fatto da “porta di ingresso” al fuoco fin tanto da spingerlo verso l’abitato e quindi verso la costa. È successo a luglio 2023 all’altezza di Falcone-Tindari e ricapita adesso a distanza di poco tempo nel tratto di Villafranca Tirrena. Ma perché dobbiamo sempre piangere sul latte versato? Perché su questi temi così importanti un’intera comunità non si mobilita per stimolare i palazzi istituzionali che contano? Non è più tollerabile la “strafottenza istituzionale, regionale e nazionale, nè popolare per un problema atavico che distrugge e tiene in ostaggio una terra fantastica come quella siciliana”, conclude Schepis.

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