“Una traversata dello Stretto nella notte del 1677”, nuovo incontro del Circolo Culturale “L’Agorà”

Messina nel 1600 era famosa e conosciuta in tutte le corti e piazze d’Europa per le merci che dal suo porto partivano verso occidente ed oriente

StrettoWeb

Il prossimo 7 Novembre sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “Una traversata dello Stretto nella notte del 1677”. Il nuovo incontro, predisposto dal sodalizio culturale reggino, avrà come gradito ospite il Prof. Filippo Arillotta (docente di letteratura e latino, presso il Liceo cittadino “Leonardo da Vinci”).

Il relatore, nel corso della conversazione illustrerà un caso singolare che ebbe a verificarsi nel corso della notte del 10 Agosto 1677 nello Stretto: durante la Rivolta che vide Messina in mano alla Francia di Luigi XIV per quattro anni, un marinaio francese, per scampare ai rigori della galera, decise di tuffarsi dalla nave su cui era consegnato al porto di Messina e raggiungere la riva opposta a nuoto. Effettivamente, dopo circa tre ore, riuscì a giungere la spiaggia di Catona, dove rese testimonianza dell’accaduto al Governatore. L’eccezionalità dell’evento ebbe grande rilievo negli organi d’informazione del periodo e venne pubblicato sulla Gazzetta di Madrid. Messina nel 1600 era famosa e conosciuta in tutte le corti e piazze d’Europa per le merci che dal suo porto partivano verso occidente ed oriente. Questa situazione di floridezza economica e sociale mutò nel luglio del 1674 a seguito della concessione di una serie di privilegi, sfociando in una rivolta anti spagnola che proseguì fino all’aprile del 1678 con il chiaro intento di quella Città di diventare una repubblica mercantile indipendente.

A seguito del susseguirsi di tali eventi si decise di chiedere la protezione del sovrano francese Luigi XIV. La proposta venne accolta ed il Re francese inviò a Messina una flotta di soccorso, al comando del duca di Vivonne, Louis Victor de Rochechouart de Mortemart. Dopo una battaglia navale presso le Isole Eolie, che finì con la sconfitta degli spagnoli, Vivonne entrò trionfante con le sue galere nel porto di Messina, dove fu ricevuto con grandi onori, nel febbraio 1675. Il Seicento fu il secolo dei turbamenti sociali, schiacciato tra Rinascimento e Illuminismo. Il tempo in cui le città europee e le periferie si resero conto di essere parte essenziale del potere costituito verso cui, per dovere di cittadini, andava la reverenza, ma dal quale questi pretendevano rispetto per diritto. Una sorta di coming-aut dell’aristocrazia mercantile e finanziaria, uscita fuori dalle anguste mura di cinta e decisa a sfruttare, con tutti i rischi che ciò comportava, le opportunità aperte dai nuovi mercati delle rotte atlantiche.

La nobiltà europea si rinnova costantemente con l’apporto di gens nuova, portatrice, spesso di un albero genealogico metafisico, al limite dell’inverosimile, però giustificato da una dotazione patrimoniale ed economica in continua crescita. L’enorme impiego di capitali nei continui prestiti concessi alla Monarchia spagnola, soprattutto in Sicilia, dove la nuova nobiltà, tra cui i ricchi proprietari terrieri e il patriziato locale, modificò gli equilibri sociali dell’isola avvicinando sempre di più i destini della nobiltà a quelli della Spagna debitrice di ingenti somme, il più delle volte saldate con la cessione delle garanzie dei prestiti rappresentate da Terre e Casali demaniali, diritti, feudi e uffici. La conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da martedì 7 novembre.

IL NUOTATORE locandina

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