Calcio, 1ª Categoria: la cura Carrozza ha rigenerato il Catona. L’intervista all’allenatore

Solidità, senso di appartenenza, cultura del lavoro e tanta umiltà. L’allenatore: "ho un gruppo fantastico, mi aspettavo questa partenza lanciata. Dobbiamo continuare a lavorare"

StrettoWeb

Nelle prime 7 partite del campionato di Prima Categoria, il Catona ha stupito tutti mettendo in saccoccia ben 14 punti (e qualcuno l’ha perso per strada), frutto di 4 vittorie, 2 pareggi e 1 sconfitta, che gli sono valsi la zona playoff. Insomma, diciamola tutta: nessuno avrebbe scommesso su una partenza così lanciata da parte di una squadra che in estate era stata completamente rivoluzionata nell’organico e nell’identità. Doveva essere l’anno zero. E così è stato. Il nuovo corso è iniziato sotto la guida del giovane allenatore Daniele Carrozza, il quale ha portato una ventata di aria fresca. Un approccio che ha contribuito a riportare l’entusiasmo nell’ambiente calcistico Catonese. Il giovane mister, alla sua prima esperienza tra i “grandi”, è riuscito a creare un gruppo coeso e determinato, pronto a lottare su ogni pallone e in ogni partita.

Solidità, senso di appartenenza, cultura del lavoro e tanta umiltà sono le parole d’ordine con cui Carrozza ha rimodellato la mentalità della squadra grazie ad una maggiore coerenza tattica e alla volontà di lottare per ogni risultato. Insomma, il Catona è sul pezzo. Perché il lavoro paga sempre. La squadra viaggia a ridosso delle grandi corazzate attrezzate per vincere il campionato. Ma lui la classifica non la guarda. Mister Carrozza ha solo in testa i suoi ragazzi con i quali ha costruito una sinergia totale. Unica. Il resto sono solo chiacchiere. I fatti, invece, sono diversi: da un quinto posto conquistato meritatamente sul campo ad una crescita costante della squadra. E i numeri non mentono: secondo miglior attacco del campionato con 19 gol fatti; quinta miglior difesa con 8 reti subite di cui 6 su palla inattiva (2 su rigore e 4 su calcio d’angolo) e un Emanuele Spanti in grande spolvero con 6 gol in 6 partite. Il suo Catona gioca un 4-2-3-1 molto fluido fatto di pressing, aggressione, occupazione degli spazi e testa. La squadra è quel giusto mix che serve per emozionare e continuare a stupire. Dall’inossidabile capitan Peppe Calarco all’estro del numero 10, Emanuele Spanti, dai fratelli Bruno e Domenico Giordano passando dai vari Fulco, Lofaro fino all’esperienza di Coniglio. Ogni giocatore ha un compito ben preciso. Il campionato è ancora lungo, le insidie dietro l’angolo, l’importante è saper sempre reagire agli urti e ripartire.

Mister, dopo 7 partite di campionato ti aspettavi un Catona già in forma e in zona playoff?
“Non mi aspettavo un Catona in zona playoff ma mi aspettavo una partenza del genere perché ho una squadra che mi segue e che lavora tantissimo. C’è sintonia, in ogni allenamento ci sono 26/27 giocatori, segno che abbiamo creato unità ed entusiasmo. E con il mio staff siamo molto orgogliosi di loro. Certo, dopo 7 partite è presto per parlare di playoff, ma vogliamo continuare questo percorso di crescita”.

A proposito di staff, per un allenatore come te, a cui piace curare i dettagli, l’importanza dello staff tecnico è indiscutibile?
“Il mio staff è la mia fortuna. E’ fondamentale. Se stiamo facendo questo tipo di campionato lo devo soprattutto a loro: al mio secondo Marco Chiricolo, una persona di cui mi fido tantissimo; al prof. Pietro Tuzzato, il nostro grande preparatore atletico; al preparatore dei portieri Giovanni Lofaro, persona seria e super motivata; per finire a Domenico Aricò che, purtroppo, per motivi lavorativi si è dovuto trasferire”.

Soffermandoci sui dettagli, e visti i movimenti dei giocatori in campo, frutto di schemi provati in allenamento, sei un manico della tattica?
“Sono un maniaco del lavoro. Ci alleniamo tantissimo e ci soffermiamo, soprattutto, su noi stessi. Punto sul lavoro, sul gruppo e soprattutto lavoro per far emergere le qualità dei miei ragazzi, perché a me non piace preparare le mie partite sull’avversario. Mi piace molto lavorare sulla tattica, vedere la squadra corta, i ragazzi che stiano bene in campo e con una postura corretta”.

In queste prime uscite, diversi gol sono nati da schemi provati in allenamento, soprattutto sugli inserimenti degli esterni
“Abbiamo degli esterni fantastici, Andrea e Angelo Fulco, Bruno Giordano e Zimbalatti che si stanno adattando benissimo al nostro gioco. Sanno alla perfezione ciò che devono fare e quando farlo. Credo si stiano divertendo anche loro”.

Le ultime due uscite contro le due corazzate Gebbione e Real Cittanova hanno evidenziato, oltre ad un gioco fluido, anche una certa maturità della squadra nel rimontare il risultato. Qual è la ricetta?
“La ricetta è il gruppo. Sarò ripetitivo, ho dei ragazzi che non mollano mai e, anche in allenamento c’è una competizione paurosa. Lavoriamo tanto sulla gestione delle partite, ovvero, la mia squadra non deve mai buttare la palla a caso: nonostante col Gebbione fossimo andati sotto di due gol, non abbiamo fatto drammi. Abbiamo continuato a macinare campo e gioco con la testa e siamo stati premiati con il pari. Stesso discorso con il forte Cittanova, siamo sempre stati sul pezzo e alla fine abbiamo portato a casa i tre punti”.

Ritornando sul tema calciatori, tutti hanno la loro importanza, ma un maggiore plauso va fatto al capitano Peppe Calarco. Come si è calato in questa nuova avventura, lui che arriva da stagioni esaltanti in Eccellenza?
“Peppe Calarco è la mia forza perché, oltre ad essere un ottimo giocatore, mi sta dando anche una mano enorme sotto l’aspetto gestionale del gruppo: riesce sempre a trovare le parole giuste sia con i ragazzi più giovani che con quelli più grandi. È un leader e sono fortunato ad averlo in squadra. A tal proposito non smetterò mai di ringraziare il ds Cotroneo per averlo riportato a Catona”.

Emanuele Spanti un lusso per la categoria?
“In passato non ho avuto la fortuna di allenare Emanuele perché siamo quasi coetanei. Conoscevo il giocatore talentoso ma avercelo in squadra è un valore aggiunto. Un lusso per questa categoria. Capacità tecniche mostruose. Lo sto facendo giocare in un ruolo che esalta le sue qualità: si inventa la giocata, segna e riesce a mandare a rete il compagno in qualsiasi momento. E ancora ha ampi margini di miglioramento”.

Altro acquisto importante è stato Domenico Giordano. Cosa può dare alla squadra?
“Altro acquisto importante della società. Domenico è un attaccante completo. Non si arrende mai. Ha portato mentalità vincente ed esperienza al gruppo. Arriva il primo in allenamento e va via per ultimo. Peccato per l’infortunio, lo stiamo recuperando piano piano e senza fretta. Deve sentirsi pronto lui perché in questa categoria può fare davvero la differenza. Per il momento chi lo sta rimpiazzando, De Stefano e Florio, sta facendo bene”.

Una bella sorpresa anche il portiere Lofaro?
“In porta garantisce una certa tranquillità. Sembra un veterano ma è del 2002. Lofaro è innanzitutto un ragazzo molto serio, si allena tantissimo e ha una voglia pazzesca di migliorare. Insieme al collega di reparto, Domenico Curatola, stanno facendo anche loro un ottimo lavoro”.

Durante gli allenamenti non si può che notare una certa simbiosi con il dirigente Esposito, sempre presente.
“Con il dirigente Erminio parliamo tanto. È sempre con noi durante gli allenamenti. Gli piace fare calcio in maniera serie e, infatti, per questo andiamo molto d’accordo”.

Dove può arrivare il tuo Catona?
“Se continuiamo a lavorare in questo modo, con entusiasmo, intensità e tanta voglia di migliorarsi, possiamo andare lontano. Certo, il campionato è ancora lungo, tutto può succedere, l’importante è continuare su questa strada”.

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