Pregiudizio di Stato: il caso Oliverio, simbolo dei danni del giustizialismo in Calabria | INTERVISTE

Pregiudizio di Stato è il libro che parla di giustizia in Calabria e di pregiudizio dannoso per la politica e per la società

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    Foto Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Adriana Toman pregiudizio di stato oliverio
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E’ terra di pregiudizio, la Calabria. E questo è un fatto conclamato. La giustizia ingiusta colpisce questa regione più di ogni altra in Italia, e lo dicono i numeri. Senza un apparente motivo. A parlarne, fino a poco tempo fa, erano in pochi, additati per lo più come collusi con la ‘ndrangheta. Oggi se ne parla sempre di più, si organizzano convegni a tema, si scrivono libri. Tra questi c’è Pregiudizio di Stato, che parla del caso Oliverio ma non solo.

Commissariamenti dei comuni in maniera arbitraria, “mostri” sbattuti in prima pagina in fase d’indagine e dimenticati nel momento in cui un tribunale ne sancisce l’innocenza, carriere politiche bloccate e fatte svanire nel nulla a causa di accuse che, poi, cadono una per una come soldatini di plastica. Se ne è parlato oggi pomeriggio, a Reggio Calabria, alla presentazione del libro all’Hotel Excelsior in un incontro moderato dal giornalista Giuseppe Soluri, presidente regionale dell’Ordine dei Giornalisti. Tra i relatori lo scrittore Mimmo Gangemi, gli avvocati Nico D’Ascola e Armando Veneto.

Bisogna “restituire autonomia e dignità alla politica“, ha detto Adriana Toman, giornalista e autrice del libro e compagna dell’ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio. “Vivo in Calabria da quando ho 4 anni – ha raccontato oggi Toman –. Per me la Calabria è sempre stata un sogno al quale ricongiungermi. Non possiamo continuare a lamentarci e aspettare che siano gli altri a fare qualcosa per noi. Siamo noi stessi che dobbiamo pretendere giustizia. Perché dobbiamo sentire la mortificazione continua dell’identità calabrese?“. E tutto ciò a causa della “diffusione di una negatività di immagine che proietta la Calabria come terra di malaffare“.

Per l’avvocato D’Ascola il fulcro della questione potrebbe stare nei “due diversi modi di vedere la regione Calabria, con quella sovranità limitata da un verso e il pregiudizio di stato dall’altro, che inquina il processo“, dovute alle “differenze tra pensiero giudiziario e pensiero politico. Non è un critica ai magistrati, ma loro vedono il problema calabrese come problema giudiziario. La politica lo deve vedere come un problema sociale“.

E a rincarare la dose l’avvocato Veneto, secondo il quale “in questo momento un qualsiasi cittadino per bene può avere paura, perché sono troppi gli strafalcioni commessi“. Mimmo Gangemi ha posto invece l’accento sulla dimensione mediatica della questione. Basta con “l’equazione garantista uguale ‘ndranghetista“, ha chiosato lo scrittore. “In Calabria l’innocenza maltrattata è pari al 57%. Questo fa pensare che vi sia un accanimento particolare e un pregiudizio evidente“, ha spiegato Gangemi.

Si seguito le interviste all’autrice  Adriana Toman e allo scrittore e giornalista Mimmo Gangemi:

Pregiudizio di Stato: intervista all'autrice Adriana Toman
Pregiudizio di Stato: intervista allo scrittore Mimmo Gangemi
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