Bambini in prigione e reazioni avverse, l’appello di Corbelli al premier Meloni: “faccia le cose giuste e umane”

Franco Corbelli rivolge un appello al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sulla disumanità dei bambini in prigione e sulla drammatica emergenza delle gravi reazioni avverse

StrettoWeb

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, rivolge un appello al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sulla disumanità dei bambini in prigione e sulla drammatica emergenza delle gravi reazioni avverse. Corbelli chiede al Premier: “faccia le cose giuste e umane. Annulli il carcere per i bambini (con le giovani madre detenute) e istituisca subito un Numero Telefonico Unico Nazionale per raccogliere facilmente tutte le segnalazioni sugli effetti avversi del siero, oggi quasi impossibile per la complessa procedura prevista”.

Quest’ultimo appello sugli effetti collaterali viene oggi riportato, come sempre, da “La Verità”. “Serve un metodo semplice, diretto e immediato che consenta di superare le grandi difficoltà dell’attuale iter previsto dall’Aifa per la denuncia di questi casi di effetti collaterali post puntura. E’ questa oggi, insieme all’immane tragedia delle morti improvvise, di persone sane(giovani soprattutto), la vera, drammatica emergenza da affrontare altro che tentare addirittura di negarla e promuovere, come viene fatto da qualche parte, irresponsabilmente e ingiustificatamente, nuove, indiscriminate campagne di vaccinazione di massa, che giustamente, come dimostrano i numeri fallimentari di adesione, la gente, che ha iniziato a capire,  si rifiuta di fare. L’Aifa ha recentemente, con  anni di ritardo, invitato a segnalare le reazioni avverse. Solo che farlo è peggio di un rompicapo, un’impresa quasi proibitiva che serve solo a scoraggiare i danneggiati che, infatti, quasi in toto vi rinunciano”, afferma Corbelli.

“Per questo chiediamo un metodo non complicato come può essere l’istituzione di un numero unico nazionale, dove comunicare subito tutte le segnalazioni con le informazioni strettamente necessarie.  Così come avviene per altri numeri unici di emergenza come il 118, 112…. Sarà poi questa struttura del numero unico nazionale che con i suoi esperti farà una prima valutazione delle segnalazioni pervenute e procederà quindi a smistarle all’Aifa per gli opportuni approfondimenti e le considerazioni finali. Se si vogliono realmente raccogliere tutte le segnalazioni delle persone vittime delle gravi reazioni (com è dovere di un Paese civile!) bisogna mettere le stesse in condizione di poterlo fare in modo facile e immediato. Non costringerle, per il procedimento tortuoso che viene chiesto  loro di fare, di rinunciare. Mi auguro che la Meloni raccolga questo nostro appello e faccia subito istituire, dal ministero della Salute, questo importante e utilissimo numero unico nazionale. Tanta gente, che ricattata, dal precedente governo, è stata costretta a farsi inoculare il siero sperimentale per non essere privata brutalmente di tutti i suoi diritti, oggi continua a soffrire in silenzio, nell’abbandono e nell’indifferenza dello Stato e di quanti(nei vari campi) hanno sostenuto, con campagne di odio e discriminazione, le leggi liberticide e repressive che hanno provocato questa grande catastrofe. La Meloni non dimentichi queste persone sfortunate e bisognose di aiuto. Non faccia come i suoi disastrosi predecessori e non perseveri, anche lei, nel silenzio come, purtroppo, continua a fare il suo ministro della Salute, Schillaci”, rimarca il leader del Movimento Diritti Civili

Corbelli, che alla nuova iniziativa sulle reazioni avverse ha voluto oggi aggiungere anche l’appello per i bambini in carcere, ricorda che “sono 30 anni che lotta in Italia, con numerose manifestazioni davanti le massime sedi istituzionali(dal Quirinale al Parlamento, che anche “occupò” simbolicamente, dalla tribunetta riservata al pubblico, il 27 dicembre 1995, venendo allontanato dai commessi della Camera) e di fronte a carceri e tribunali di diverse città, per cancellare questa disumanità che era riuscito a far annullare con una prima legge nel 2006, rimasta poi però disattesa”.  Nella nota viene, infine, anche ricordato che “tra i tanti bambini che Corbelli riuscì a togliere dal carcere, vi fu anche il piccolo Cocò Campolongo, il bambino di 3 anni di Cassano, che era in cella nel carcere di Castrovillari, insieme alla giovane mamma detenuta e che venne poi, un anno dopo, fine gennaio 2014, quando la madre venne riarrestata per una banale violazione, di solo alcune ore, dei domiciliari (commessa per poter portare Cocò e le due sorelline a  trovare il papà detenuto a Catanzaro e far quindi subito rientro a casa a Cassano!), barbaramente ucciso e bruciato insieme al nonno e a una giovane donna marocchina. Era il Natale 2012, l’ultima Festività Natalizia che il piccolo Cocò poté trascorrere felice con la sua mamma e le due sorelline nella loro piccola casa nel comune dello Ionio. Un anno dopo, gennaio 2014, infatti, con la madre da qualche mese di nuovo in carcere(per quella violazione fatta per un gesto di amore per i suoi bambini e il loro papà) e Cocò a casa da solo con il nonno e le sorelline, il bambino venne ammazzato e bruciato in quel modo orrendo”.

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