Buonismo: un rimedio peggiore del male

Ieri l’altro, dopo ben 24 giorni dalla sua tragica morte, si è svolto il funerale di Giulia Cecchettin, vittima incolpevole di un atto vile e crudele commesso, come riportato dai media, del suo ex fidanzato, Filippo Turetta

StrettoWeb

di Oreste Mario Dito – Ieri l’altro, dopo ben 24 giorni dalla sua tragica morte, si è svolto il funerale di Giulia Cecchettin, vittima incolpevole di un atto vile e crudele commesso, come riportato dai media, del suo ex fidanzato, Filippo Turetta. Una folla enorme, Chiesa stracolma ed oltre diecimila persone sul sagrato, persone di ogni ceto e proveniente da ogni parte d’Italia: un segnale veramente forte che evidenziava il grande impatto emotivo che quest’atto scellerato ha avuto sulla nazione.

Ma poiché tanto è già stato detto e scritto fin nei dettagli su quest’atto di violenza non si ritiene dover aggiungere altro perché sarebbe soltanto ripetitivo e di nessuna utilità. Vogliamo porre la nostra attenzione sulle motivazioni, sulle cause per cui si è potuto consumare un delitto così efferato. La vittima, Giulia, una ragazza speciale, intelligente, determinata, sicura di se, buona d’animo e sempre disponibile ad aiutare; una ragazza forse d’altri tempi dedita alla famiglia, allo studio, alla disponibilità verso gli altri e probabilmente questa sua dedizione agli altri, la sua bontà d’animo ed il suo amare senza sovrastrutture  razionali, ma con il cuore, ne hanno causato la sua condanna portandola ad una morte inaccettabile non solo dai suoi cari ma da tutta la comunità, aldilà dei confini materiali.

Perché? È questo il quesito che da molti giorni ci poniamo tutti ed a cui si cerca di dare una risposta che purtroppo non arriva, anzi i dubbi e le domande aumentano. E si sono lette e sprecate in questi giorni parole, teorie, supposizioni che in vero non ci giungono per niente nuove. La morte violenta di Giulia non è la prima, per cui ci coglie di sorpresa e ci lascia attoniti, ma è l’ennesima e se non andiamo errati è la 103esima donna uccisa nel 2023 e dopo di lei ce ne sono state di già altre donne che hanno pagato con la vita la violenza di chi stava loro vicino, per cui quanto leggiamo su Giulia lo abbiamo già letto e riletto sempre accompagnato dai soliti propositi che bisogna cambiare, bisogna prendere le opportune misure politiche, giuridiche e sociali perché si ponga fine a quest’eccidio, perché ormai si può ben parlare di eccidio visti i numeri e l’escalation dei delitti.

Ormai è giunto veramente il tempo di cambiare e la voce più alta e decisa su questa necessità è stata quella di Irene, la sorella di Giulia, che ha detto senza mezzi termini basta a tutte le inutili parole, basta ai minuti di silenzio per le vittime, e che è giunta l’ora di richiamare l’attenzione facendoci sentire, non bisogna far silenzio ma rumore per risvegliare le coscienze.

Si è necessario del rumore per risvegliare le coscienze perché è essenziale distoglierle dalla routine giornaliera che spesso fa affrontare le vicende con attenzione, ma superficialmente tant’è che dopo qualche giorno non ci si pensa più. Ed invece è giunto di momento di pensare con convinzione e porre fine a quest’eccidio, che è anche un danno notevole per la società e che potrebbe dare origine ad un processo di disintegrazione sociale. Non ci spingiamo a voler trovare o indicare soluzioni perché privi delle competenze specifiche e quanto scritto proviene dalla coscienza di un normale cittadino, ma vorremmo precisare alcuni punti che consideriamo centrali nell’evoluzione sociale.

In tempi precedenti, e forse saremo tacciati di “antichità” ma non ce ne faremo un cruccio, l’educazione dei giovani, e ci rivolgiamo a genitori, scuola e società, era basata su alcuni punti fondamentali: esempio, premialità, punizione, affetto. Se ben ci guardiamo intorno possiamo ben dire, purtroppo, che ormai questi principi non valgono più perché gli esempi di chi li deve offrire sono ben pochi, si premia in modo indistinto per qualsivoglia cosa anche di poco valore, la punizione non esiste perché dire no e punire costa fatica e spiegazioni, assentire costa nulla e riguardo l’affetto siamo sicuri che ai nostri ragazzi si dà un vero affetto o forse si dà un surrogato di esso basato sull’assecondare e l’accontentare?

Perché non diciamo anche che l’educazione dei figli è spesso affidata ai pomeriggi di lingua, alle palestre, agli sport, alle associazioni in quanto i genitori forse devono far fronte a tanti altri impegni? Se poi si passa alla scuola non è forse vero che oggi la scuola, che era il luogo deputato ad insegnare a divenire uomini e cittadini, che per i giovani era il luogo in cui era il diritto/dovere andare ad imparare sotto la guida di insegnanti anche rigorosi nella didattica, è diventata una fucina di progettualità di ogni tipo forse mettendo un po’ da parte l’insegnamento delle discipline tradizionali e dei principi etici e sociali? Vorremmo sbagliarci.

Come si evince da quanto scritto poco o nulla si è detto del presunto autore dell’omicidio di Giulia, Filippo Turetta ed il motivo è semplice: ci vogliamo affidare solamente alla giustizia di questo Stato sperando che sia fatta veramente Giustizia e si impedisca che, in caso di colpevolezza condanna, tra qualche anno si veda l’autore passeggiare sotto le finestre della casa di Giulia, forse anche con ghigno beffardo. Ci auguriamo che si cominci a utilizzare una metodologia che abbandoni il buonismo che pervade la nostra società, che ammantandosi di esso giudica spesso con superficialità non approfondendo i problemi per come meriterebbero. Nel caso specifico si è letto che l’autore del delitto è soltanto un ragazzino di ventidue anni e che bisogna capirlo e comprendere e mi domando come si possa asserire tutto ciò.

A ventidue anni un individuo è un uomo in tutto e per tutto con le sue responsabilità e rispettoso dei suoi doveri come anche possessore dei propri diritti e quindi va giudicato per quanto fatto con Giustizia e basta. In questo momento ancora di sconcerto ci sentiamo di portare avanti l’augurio che veramente ci sia un cambio di passo che porti ad un vero cambiamento della società: che almeno la morte di Giulia sia il primo vero passo verso una società diversa e migliore.

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