Granata e le sue ultime pallottole (spuntate): Cosenza sborsa 1 milione di euro per colpa sua

Il Presidente Valle Crati, Maximiliano Granata, ha colpito ancora: prima festeggia tronfio la condanna di Cosenza costretta a pagare un milione di euro al Consorzio, poi si scopre che il debito l'ha fatto lui

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Il 31 dicembre si avvicina: molti si preparano alla Notte di San Silvestro, rivestiti di paillettes e con lo spumante in mano per dare il benvenuto al nuovo anno. Ma c’è qualcuno, forse più di qualcuno, che aspetta questa notte più dell’arrivo di Babbo Natale: il sindaco di Carolei Francesco Iannucci, ad esempio, e i tanti altri primi cittadini che potranno finalmente stappare non il fragolino, ma una bella bottiglia di Dom Pérignon: il 31 dicembre infatti, Maximiliano Granata non sarà più Presidente del consorzio di Valle Crati. Neanche la presenza di Amadeus a Crotone potrà mai subissare un evento di questa portata.

Eppure, mentre gli altri brindano, il Presidente solo dovrà abbandonare la sua poltrona. Lo sceriffo senza pistola (abbiamo notato che questa definizione è piaciuta a tanti giornali cosentini), in realtà sta cercando di sparare le sue ultime pallottole. Però, non avendo lui l’arma e possedendo solo un porto d’armi in scadenza, le pallottole si rivelano palline di carta che, come in un gioco tra bambini, vengono lanciate con la penna biro e non fanno male a nessuno. Anzi, fanno del male solo a lui.

Tronfio del suo ruolo di Presidente non voluto (come i migliori sceriffi che, diciamoci la verità, nei film stanno un po’ a tutti sulle scatole), cerca di sfruttare questi ultimi giorni per lasciare il segno: solo due giorni fa infatti, scriveva sul suo block notes online, che il Comune di Cosenza era stato condannato a versare 1 milione di euro al Consorzio Valle Crati, auto complimentandosi con se stesso per il lavoro svolto. Ma, come si suol dire, chi si loda s’imbroda. E lui s’è imbrodato bene, anzi, s’è quasi stracotto.

E, devo dire la verità, da semplice fan delle sue avventure, avevo avuto dei segnali premonitori: proprio ieri, durante una scampagnata, un mio parente mi raccontava di un gallo che, ruzzolato per sbaglio dalla camionetta in cui veniva trasportato, è caduto in mezzo alla strada. Ha cercato un po’ di atteggiarsi, ma alla fine lo hanno preso, gli hanno tirato il collo, e se lo sono mangiati. Ecco, Granata è il vecchio gallo che cerca ancora di alzare la cresta ma il tempo è scaduto ed è finito nella cassarola.

Ma bando alle ciance e vediamo di capire cos’è successo. Allora, dicevamo che il Comune di Cosenza è stato condannato a risarcire il Valle Crati: se si sbaglia, è pure normale che la giustizia faccia il suo corso. Ma l’errore, qui, l’ha commesso l’avvocato Granata che ha dimenticato, forse preso dai suoi troppi impegni “politici”, che il debito in questione risale agli anni che vanno dal 1998 al 2000. Durante il suddetto biennio Maximiliano Granata, con la complicità dell’allora sindaco Mario Occhiuto, è riuscito in un’impresa che, all’epoca, era geniale, ora invece fa solo ridere: il debito di Cosenza fu spalmato su tutti altri comuni appartenenti al consorzio Valle Crati, e quello di Valle Crati su Fisia Italimpianti spa, “che mio padre al mercato comprò”.

Branduardi a parte, la fiera di Granata poteva pure essere un successo ma, dopo più di vent’anni, l’inganno è stato scoperto o meglio, la giustizia ha fatto il suo corso: i sindaci dei comuni indebitati per colpa di Granata, hanno detto “mo te lo compriamo noi il topolino” e hanno intentato causa, vinta in sentenza di primo grado. E, come se non bastasse, la sentenza è stata confermata anche in appello.

Ora, cari lettori, potreste spiegarmi perché Granata festeggia? Com’è possibile riportare una sola faccia della medaglia e vantarsi come un pavone di un problema che ha creato lui? Probabilmente questi interrogativi resteranno senza risposta, ma sicuramente il debito lo paga a chi spetta, ovvero la sola Cosenza che, con l’aiuto dello sceriffo senza pistola, ha provato a fare la furbetta cercando di ridurre al minimo il debito e non c’è riuscita.

E tutto questo, ribadiamolo ancora, per un giochetto dell’avvocato Granata che voleva fare fessi gli altri e invece, il fesso, purtroppo è solo lui. Ma non preoccupiamoci, il Presidente solo – che a breve non avrà neanche più questo titolo di cui bearsi – si è già buttato nelle politiche altrui per creare scompiglio e si è lasciato cullare dai ricordi, come riportato nel suo blog, elogiandosi per essere stato il candidato a Sindaco più giovane di Cosenza, a soli 23 anni (ma non ha mai vinto). Lo sceriffo si sarà fatto due conti: nel bene o nel male, purché se ne parli.

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