Reggio Calabria, rivolta social per un Natale che non c’è. E quegli (umilianti) paragoni con le altre città…

Il Natale a Reggio Calabria non c'è e i cittadini non si rassegnano: monta la rabbia guardando i paragoni con le altre città

StrettoWeb

Da anni ormai si sente dire che Reggio Calabria ha toccato il fondo, che peggio di così non si può andare. Eppure, gli anni passano e la ferita continua a diventare sempre più profonda. La paura è che il fondo non si sia ancora neanche intravisto. E se i giovani ormai scappano senza che importi granché a chi di dovere; e se l’emergenza rifiuti si fa sempre più grave senza che importi granché a chi di dovere; e se la sanità e i servizi essenziali fanno acqua da tutte le parti senza che importi granché a chi di dovere… ecco, c’era qualcosa, più di qualcosa, che i cittadini pensavano potesse non essere toccato. Perché rappresenta la storia, la tradizione, l’identità di un popolo. E pertanto è… “sacro”. Due di queste sono la Reggina e il Natale. Sulla Reggina, sappiamo bene come la politica sia intervenuta e conosciamo anche le conseguenze. Sul Natale, beh… Eppure pensavamo che in queste due situazioni, almeno in queste due situazioni, si potesse fare il bene della città, si potesse avere un minimo di amor proprio, anche di sana rivalità e ambizione rispetto alle città amiche. Niente.

Il Natale a Reggio Calabria non è ancora iniziato

Non scomodiamo, però, la Reggina. Non è la sede esatta. Era solo un esempio alla luce dei fatti recenti. Sul Natale, però, se vogliamo, brucia. Ed è ancora caldo. E brucia, per i cittadini reggini, perché sono i primi a guardare con rabbia alle città circostanti. Attenzione, non stiamo parlando di Courmayer, dei mercati in Trentino o del business di Cortina. Ma di Palmi, Tropea, Messina, Crotone, Cosenza. Ovunque c’è qualcosa, ovunque è Natale, ovunque ci sono eventi, luci, colori. Insomma, quell’atmosfera natalizia che a Reggio Calabria non c’è. “Non ancora”, direbbero coloro che difendono l’indifendibile. “Al Natale mancano due settimane”, direbbero coloro che mai – e non si sa perché – si permetterebbero di criticare l’operato di questa Amministrazione (dopo i risultati di questi dieci anni c’è ancora gente che giustifica, ma forse non vengono in città dal 2007, altrimenti non si spiega…).

Eppure, nelle città sopracitate il Natale è iniziato già da un po’. Da qualche settimana. In quelle del nord citate su addirittura da un mese. E non speravamo in luminarie, alberi, mercatini ed eventi dal 15 novembre. Sarebbe stato troppo, a Reggio Calabria. Ma almeno l’organizzazione… E non tiene in piedi neanche la giustificazione – perché conoscendoli potrebbe essere pronta qualsiasi difesa, con contrattacco, è tipico ormai – del rientro del Sindaco, del caos per la nuova Giunta. Anche lì è passato oltre un mese.

Rivolta social partita

No, niente di tutto questo. Il problema è sempre il solito: mancano le capacità e manca l’organizzazione. E i cittadini se ne sono accorti, tanto da far partire una rivolta social. Si ferma ai social, sia chiaro, perché sia mai che il reggino si smuova un po’ di più. Ormai lo sappiamo. Da dieci anni a questa parte gli va bene qualsiasi cosa. Il post per i “grandi like”, però, c’è. E questa è una notizia. Un po’ ovunque, bacheche intasate da gente imbufalita, giustamente. Perché poi va su Instagram, va su Tik Tok, e guarda Tropea, Salerno, persino Borgo Croce. Che non sono paragonabili tra di esse, ma rendono l’idea. Perché Tropea è città da turismo estivo ma ha fatto vedere come con le idee un borgo di mare può diventare attrattivo anche a dicembre. Perché Salerno da qualche anno a questa parte ha capito come trasformare il Natale in occasione di sviluppo. Perché Borgo Croce, piccolissimo borgo di Reggio, con le idee e i sacrifici di poche persone ha dato una grande lezione a chi invece, di lezioni, non ne ha ancora imparate, dopo dieci anni.

Il Natale a Reggio Calabria e i paragoni con le altre città sui grandi eventi

Sui grandi eventi delle altre province, stendiamo un velo pietoso. Anzi, non andiamo oltre. Pezzali a Corigliano, Giorgia a Cosenza, il Capodanno Rai a Crotone, Tananai e Rocco Hunt a Palmi, i Pooh a Messina. Li citiamo. E basta. A Reggio Calabria però sarebbe bastato anche il Natale degli ultimi anni, almeno per non perdere la faccia. Eppure le casette sono installate ma ancora chiuse per mancanza di autorizzazioni, in centro non si respira aria di Natale e l’unica novità – che novità non è – è l’albero a Piazza Duomo acceso l’8 dicembre. Perché a casa Falcomatà – l’ha detto lui – l’albero si fa l’8.

La provocazione

Chiudiamo con un avvertimento che è una provocazione, stando attenti a non mischiare sacro e profano. A Reggio Calabria era rimasta la Reggina e ad oggi non c’è. Era rimasto il Natale e ad oggi non c’è. Rimane “Festa i maronna” e “u paninu chi frittuli o cu satizzu”. Ambulanti con la ‘nzudda e macellai, state attenti. Non sia mai che a breve scompaia pure questa…

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