Ponte sullo Stretto, Rete Civica: “Accorinti come le nove piaghe d’Egitto”

Ponte sullo Stretto: le parole di Fernando Rizzo, Presidente Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno

StrettoWeb

“Nei prossimi mesi si deciderà il futuro della Sicilia e della Calabria, dopo che il Ponte sullo Stretto già lo scorso anno fu dichiarato per legge “opera prioritaria e di preminente interesse nazionale”. Sono stati rimessi in bonis la Società Stretto di Messina ed i contratti caducati, modificato l’azionariato con il MEF detentore della maggioranza assoluta, aggiornato il progetto da Eurolink – Webuild ed ora si è in attesa del parere da parte del comitato scientifico; sono stati allocati in bilancio 11,6 miliardi necessari alla realizzazione dell’opera. Grazie al ponte sarà possibile completare l’alta velocità da Salerno a Palermo da un lato e Siracusa dall’altro e Messina avrà la sua metropolitana sino a Reggio”. Lo afferma in una nota Fernando Rizzo, Presidente Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno.

“Entro qualche anno Sicilia e Calabria, usciranno dalle condizioni di miseria e arretratezza in cui i governi a gestione PD, per 12 anni le hanno ridotte, fermando il Ponte sullo Stretto nel 2012, i progetti dell’alta velocità sotto Salerno, cancellando il corridoio dell’AV Berlino Palermo e virando la linea TAV da Napoli verso Bari nel 2013 con il governo Letta”.

“E poi cassato la progettazione degli ultimi 90 km della autostrada Salerno Reggio Calabria destinando i 2 miliardi necessari al suo completamento alla Variante di Valico in Toscana. Cancellato l’autorità Portuale di Messina con il governo Renzi, previsto la “via della seta” marittima elidendo i porti meridionali a beneficio di quelli di Genova e Trieste. Insomma sopprimendo strutturalmente 2 regioni malgrado fossero la porta d’ingresso d’Europa per merci e passeggeri provenienti da Africa e Asia, via Suez”.

“Oggi riemerge l’indimenticabile Accorinti, il sindaco il protagonista dello scippo di visioni e risorse, con la sua ideologia del no a tutto.
Indimenticabile perché nei suoi 5 anni di sindacatura ha prostrato la città: rifiuti accatastati in tutte le strade; un mese intero senz’acqua e cittadini avviliti; oggettive incapacità per il piano di riequilibrio e l’approvazione dei bilanci consuntivi e preventivi con la destituzione dell’assessore al bilancio, l’economista Signorino, sostituito da un oscuro ragioniere toscano. Fuga in massa dei messinesi disoccupati, blocco di progetti avanzati come il risanamento del Tirone e la cancellazione di 8 milioni di euro già finanziati”.

“Depennamento dei progetti della zona falcata e di Maregrosso. Mancata apertura dello svincolo di Giostra completato nel 2013. Persino l’inadeguatezza nel creare un’isola pedonale nel centro città. Un fallimento assoluto ripagato dai cittadini con la cancellazione della sua esperienza amministrativa alle 2018 elezioni, travolto come sindaco e come lista sotto il 5%”.

“Stesso destino anche alle elezioni amministrative 2022 quando i suoi accoliti si presentarono in lista con Verdi, + Europa, Sinistra Italiana, raccogliendo appena 2300 voti ed il 2,5% di consensi. Ieri ha chiesto sostegno alla Schlein, cioè a qual PD nemico della Sicilia, a chi ha ridotto la Sicilia a regione con più inoccupati d’Europa, al 234° posto su 234 regioni. Che ha impedito lo sviluppo dell’area dello Stretto malgrado Messina e Reggio Calabria/Villa San Giovanni siano il primo porto d‘Europa con 9,5 milioni di passeggeri”.

“Ma oramai Accorinti più che difendere i cittadini della Sicilia da disoccupazione, isolamento, spopolamento e miseria, con solo 1 abitante su 5 occupato, appare più interessato a riproporre la formula diffamatoria del “ponte che unisce due cosche e non due coste”, con la solita ricetta basata sulle inquinantissime “autostrade del mare”, che isolano la Sicilia costringendo milioni di passeggeri a percorrere 3 km in 2 ore e 5 minuti per attraversare lo Stretto, in vetusti treni intercity, non curante della crescita economica e sociale della città e della Sicilia. Accorinti rappresenta il fallimento ed il disagio, il periodo dei regimi che hanno annientato economicamente e socialmente Sicilia e Calabria e di cui lui costituiva punto rassicurante degli ideologi del “razzismo infastrutturale” per cui il progresso del Sud si fermava a Napoli. Per il bene della città torni a fare il pensionato perpetuando il suo oblio da sindaco e da cittadino: Messina ha bisogno di dimenticarlo per rigenerarsi”.

Condividi