Ponte sullo Stretto, anche il Sindaco di Caltanissetta delira: “è uno scippo alla Sicilia”

Ponte sullo Stretto, il Sindaco di Caltanissetta accusa il Governo di "scippare la Sicilia e i siciliani", come se l'opera collegasse la Valle d'Aosta con l'Alto Adige...

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Uno scippo a danno di opere primarie per il territorio e per i siciliani“. Così il sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino (Movimento 5 Stelle) ha delirato nelle ultime ore rispetto alla rimodulazione, contenuta nella legge di bilancio, dei fondi stanziati per il Ponte sullo Stretto che prevede una riduzione degli oneri a carico dello Stato di 2,3 miliardi di euro, recuperati dal Fondo di sviluppo e coesione per Sicilia e Calabria.

Una scelta di buon senso, considerando che il Ponte si farà proprio tra Sicilia e Calabria e che le due Regioni ne avranno benefici economici enormi, di gran lunga superiori a questo piccolo investimento che è inferiore al 15% del totale del costo dell’opera che rimane quindi per l’85% a carico dello Stato centrale. I fondi di sviluppo e coesione di Calabria e Sicilia, inoltre, non vengono regolarmente utilizzati dalle due Regioni e rimangono perduti: che senso ha, quindi, continuare a fare polemiche rispetto ad una scelta sacrosanta?

Quando uscì la notizia che il governo nazionale aveva inserito il prelievo forzoso dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione per il Ponte sullo Stretto e il presidente della Regione Siciliana dichiarò pubblicamente la sua contrarietà ci eravamo illusi che, finalmente, per una volta Schifani facesse gli interessi dei siciliani – ha detto ancora Gambino – purtroppo non è andata così. Il presidente Schifani si è subito genuflesso al volere del ministro Salvini, abbandonando immediatamente la protesta con un’incredibile marcia indietro. Il Fsc è il principale strumento di finanziamento per l’attuazione delle politiche di riduzione degli squilibri economici e sociali sul territorio nazionale. Soldi che servono, o dovrebbero servire, per investimenti in opere primarie (depuratori, messa in sicurezza del territorio, strade e viabilità), per cercare di diminuire il gap del mezzogiorno d’Italia: 2,3 miliardi di euro prelevati in maniera forzosa dal governo nazionale, di cui 1,3 miliardi destinati alla sola Sicilia, mettono in forte rischio le opere necessarie allo sviluppo della nostra isola“.

Per Gambino, si tratta di “un prelievo imposto dal governo, per volere del ministro Salvini, senza neanche un minimo di concertazione con il territorio e rispetto delle prerogative istituzionali. Un comportamento al limite della democrazia che rischia, tra l’altro, di creare un pericoloso precedente“. E aggiunge : “Ma come si può pensare di ridurre gli squilibri economici e sociali che ci sono sul territorio nazionale con la realizzazione di una sola opera, se pur faraonica, quando da noi ci sono strade fatiscenti o inesistenti, depuratori che non ci sono o che non depurano e una viabilità interna da terzo mondo? Non sono contro la realizzazione di grandi e imponenti opere infrastrutturali, ma queste non possono essere fatte con i soldi destinati alla nostra regione. Le nostre risorse ci servono per aggiustare i ponti siciliani che stanno cadendo, realizzare tante piccole opere, primarie e indispensabili allo sviluppo economico e sociale della regione, per colmare quel divario che la realizzazione di un solo ponte non riuscirebbe certamente a colmare“.

Continua, quindi, la battaglia ideologica dei No-Ponte in cerca di pretesti per contestare la realizzazione dell’opera.

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