Ragusa, nasce il primo centro per uomini vittime di caporalato

Ragusa, per una piena operatività si stanno concludendo le procedure per l'affidamento della gestione ma i lavori sulla struttura sono stati completati

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Nasce a Ragusa il primo centro per uomini vittime del caporalato. Per una piena operatività si stanno concludendo le procedure per l’affidamento della gestione ma i lavori sulla struttura sono stati completati. “E’ stato forse il primo progetto che abbiamo gestito tutto on line, partito quando c’era il lock down per il Covid – afferma l’assessore ai Lavori pubblici e vicesindaco del Comune di Ragusa, Gianni Giuffrida e che nasce dalla sottoscrizione di un protocollo di intesa con la Prefettura di Ragusa con la quale anche il nostro comune si è impegnato nel contrasto al caporalato”.

Il finanziamento

I lavori hanno beneficiato di un finanziamento nazionale – Pon Legalità, Fesr Fse 2014-2020 asse 7 azione 7.1.2 – dell’importo di 587.453,50 euro; spesi complessivamente per i lavori, 513.994,01 euro, con una economia di 73.659,49 euro. L’immobile è una scuola rurale, alla periferia di Ragusa, con un piccolo appezzamento di terreno attorno.

Protocollo

Era il 3 dicembre del 2019 quando è stato sottoscritto il protocollo che è stato promosso dall’allora prefetto di Ragusa, Filippina Cocuzza. Nel Ragusano si sono attivati diversi comuni per proporre iniziative in seno al Pon Legalità aggiudicandosi finanziamenti per circa 9 milioni di euro complessivi.

Le parole dell’assessore Adamo

“Al momento si è in fase di affidamento della gestione – spiega l’assessore Elvira Adamopotranno accedervi dieci uomini, vittime di caporalato; la permanenza prevista non dovrà superare i tre mesi e nel frattempo, si lavorerà per favorire inserimento lavorativo e abitativo. Abbiamo stabilito dei servizi che inquadrano la gestione ma contiamo sulla coprogettazione che premierà, tra chi è in possesso dei requisiti richiesti, la proposta più innovativa e articolata. L’intenzione è quella che non sia una struttura solo di transito, come potrebbe apparire, ma un reale punto di partenza per queste persone che si sono liberate o si stanno liberando dalla schiavitù subdola del caporalato”.

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