Decreto crescita, clamoroso dietrofront: salta la proroga. La Serie A trema, ma è davvero un problema?

Decreto crescita, indiscrezione su una possibile esclusione dal "Milleproroghe": la Serie A trema, la Lega ha già risposto

StrettoWeb

Un clamoroso dietrofront è stato anticipato dall’Ansa in merito al Decreto Crescita, che sarebbe stato escluso dal decreto “Milleproroghe” del Governo. Com’è noto, questo strumento permette alle società di Serie A – dal 2019 – di godere degli sgravi fiscali sugli stranieri, favorendo un loro arrivo in Italia con un risparmio fiscale. L’accesa discussione durante il Consiglio dei Ministri odierno, però, avrebbe portato alla decisione di escludere lo strumento dal decreto. Se l’indiscrezione dovesse diventare ufficialità, cambierebbe già tutto per il mercato di gennaio. La Serie A, non pronta, trema, e non sono da escludere forti reazioni.

L’esclusione è davvero un male?

Ma siamo sicuri che sia davvero soltanto un male? Certo, è vero che grazie a questo strumento sono arrivati negli ultimi anni tantissimi calciatori interessanti – solo per citarne alcuni nell’ultima estate i vari Thuram, Lukaku, Reijnders, Guendouzi – ma è anche vero che il Decreto Crescita non ha fatto altro che alimentare ed aumentare l’arrivo di stranieri nel campionato italiano. Così facendo, anche se non è la soluzione al problema, quantomeno si potrebbe tornare a investire di più sui nostri giovani.

Decreto Crescita escluso dal Governo, Lega Serie A durissima: “errore, ripensateci”

La Lega Serie A ha deciso di uscire allo scoperto dopo la notizia sopra riportata. Si “prende atto con stupore e preoccupazione delle indiscrezioni di stampa relativamente alla decisione che il Consiglio dei Ministri avrebbe preso di non approvare alcuna proroga del regime fiscale speciale per gli impatriati lavoratori sportivi. Tale decisione, se confermata, avrà quale unico risultato un esito diametralmente opposto a quello perseguito”.

“La mancata proroga, come anche illustrato in maniera puntuale e dettagliata in una nota inviata al Governo nei giorni scorsi, produrrà infatti minore competitività delle squadre, con conseguente riduzione dei ricavi, minori risorse da destinare ai vivai, minore indotto e dunque anche minor gettito per l’erario. Dal momento che la proposta di proroga aveva ottenuto il via libera tecnico per essere presentata in Consiglio dei Ministri, il fatto che alla fine sarebbe stata esclusa lascia supporre che sia prevalsa per l’ennesima volta una visione del calcio professionistico distorta e viziata da luoghi comuni fallaci: una visione che purtroppo non tiene conto dello straordinario ruolo economico, oltre che sociale e culturale, che ricopre questo comparto industriale in Italia”, si legge ancora.

“Qualora l’esito del Consiglio dei Ministri venisse confermato, la Serie A auspica che il Parlamento possa correggere questo errore che danneggia non solo il calcio italiano, ma tutto lo sport e il suo considerevole indotto”, si chiude la nota.

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