Strage di Erba, Feltri: “Rosa e Olindo sono innocenti e vi spiego perché”

In un'intervista a Libero, il direttore editoriale Vittorio Feltri sostiene la tesi innocentista dando la colpa al "pressapochismo giudiziario"

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Rosa e Olindo sono innocenti. Una tesi che prende sempre più piede e che ha portato la Corte d’Appello di Brescia a riaprire il caso sulla Strage di Erba. Sono passati 17 anni da quell’efferata vicenda, Mario Frigerio, unico sopravvissuto, ha fatto il nome di Olindo come autore del gesto, insieme alla sua “anima gemella”, l’amata Rosa Bazzi. Il motivo? Una lite continua tra vicini che ha portato gli sposini a perdere la testa ed a sterminare quasi interamente una famiglia.

Nonostante i due abbiano confessato la loro colpevolezza e stiano scontando la pena dell’ergastolo, la tesi innocentista si è susseguita negli anni e ha coinvolto diverse figure, dalla redazione de Le Iene, con Antonino Monteleone, fino a Vittorio Feltri, direttore editoriale di Libero. Il giornalista ha infatti commentato l’approvazione del processo di revisione dicendosi pienamente d’accordo.

“Sono molto contento” perché “le prove raccolte non potevano assolutamente incolpare due persone che hanno fatto una confessione ridicola perché evidentemente gli investigatori avevano trovato il loro punto debole”. Prosegue Feltri: “Rosa e Olindo erano smarriti di fronte a certe accuse e siccome gli investigatori gli avevano promesso mari e monti se avessero confessato, i due da autentici allocchi hanno abboccato e hanno rilasciato una confessione che d’altro canto non sta in piedi”.

Il direttore di Libero tira in ballo anche Mario Frigerio adottando una sorta di tesi giustificazionista: “quando fu interrogato, disse che non era Olindo quello che l’aveva colpito e fece una descrizione contrastante con l’aspetto del signor Romano. Non lo citò neppure, eppure lui e Olindo vivevano nello stesso palazzo. Mi sono insospettito perché dopo qualche giorno anche Frigerio cambiò versione e dichiarò che l’aggressore era Olindo”.

Per rafforzare l’ipotesi di innocenza dei Bazzi, Feltri prende in esame proprio quelle prove – a suo dire mancanti – che fanno cadere la tesi accusatoria. Non c’erano tracce di sangue, abiti sporchi, nulla. Nonostante ciò li hanno condannati perché urgeva trovare dei colpevoli da dare in pasto all’opinione pubblica che era provata per quel delittaccio multiplo. E poi manca il movente, rimarca Feltri. “La cosa più urgente era trovare un colpevole per l’opinione pubblica. Questi signori sono vittime di un pressapochismo giudiziario che mi lascia veramente interdetto”, conclude il direttore.

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