Madre strangola figlia a Palermo, le assurde motivazioni dell’assassina: “temevo restasse sola dopo la mia morte”

Omicidio Palermo, le motivazioni della madre con cui la stessa ha confessato di aver ucciso la figlia ieri nel capoluogo siciliano

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Se il gesto è già di per sé atroce e orrendo, le dichiarazioni riescono forse addirittura a superare lo stesso accaduto. Il riferimento è all’incredibile omicidio di ieri a Palermo, dove una madre ha strangolato la propria figlia 44enne e poi ha confessato l’assassinio. Colpisce la lucidità con cui la donna ha raccontato nel dettaglio l’omicidio, ammettendo il fatto nell’immediato. E altrettanto assurde sono anche le motivazioni.

Omicidio Palermo, la confessione della madre e le assurde motivazioni

“Mia figlia dormiva sul divano e io le ho legato un cavo elettrico attorno al collo. L’ho fatto perché temevo che alla mia morte sarebbe rimasta da sola e non ci sarebbe stato nessuno che si sarebbe preso cura di lei”. Così la 74enne Fanni Sisinia, fermata per aver ucciso la figlia Maria Cirafici, ha detto al procuratore aggiunto Ennio Petrini e al sostituto Daniela Randolo, con l’assistenza degli avvocati Fabrizio Pizzitola e Claudia Lombardo.

Continuando nel racconto, l’assassina – che viveva insieme alla figlia in Via del Visone, nel quartiere di periferia Bonagia – ha affermato di aver avvisato tutti i parenti (sette tra sorelle e fratelli) dopo l’omicidio così che loro potessero avvertire la Polizia. “Ho chiesto che fossero loro a chiamare e dire quello che era successo”. La figlia, vittima dell’accaduto, era tornata a vivere dalla madre dopo essersi separata dal marito e soffriva da tempo per alcune patologie psichiatriche legate alla depressione.

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