Buon compleanno, Reggina! E’ il più brutto della storia, ma tu non morirai mai

Buon compleanno, Reggina! Oggi si festeggia il 110°. Ce lo saremmo augurati migliore, nel frattempo non resta che attendere "i tempi belli"

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La Reggina, ad oggi, 11 gennaio 2024, non esiste. Cioè, esiste, c’è, ma è come se fosse un vegetale. E’ in coma da qualche mese, ma non è morta. Quindi può anche permettersi di festeggiare. E allora, buon compleanno Reggina! Non è un compleanno qualunque. Sia perché è il 110°, cifra tonda, sia perché arriva in un momento difficilissimo, forse il più difficile e brutto della sua storia. Non ci spaventiamo a pensare e dire che probabilmente sia il compleanno più brutto, da quel lontano 1914. Anche perché, ad oggi, la festa si compie senza il festeggiato. E’ come se io organizzassi una festa a casa mia, con tanto di invitati, ma senza di me, che magari sono in giro, fuori casa, ben lontano dal luogo in cui gli invitati stanno festeggiando il mio compleanno.

Resta apprezzabile, però, l’iniziativa organizzata dal tifo organizzato amaranto. Una festa a tutti gli effetti in pieno centro, all’Arena dello Stretto, lì dove si sono festeggiate promozioni e lì dove – un anno e mezzo fa – si è tenuta la cerimonia di presentazione dei calendari di Serie B, vigilia di una stagione che a un certo punto si pensava potesse essere splendida, ma che è poi culminata nell’incubo più assoluto. Uno dei peggiori della storia, che qui di seguito ripercorriamo passo dopo passo.

11 gennaio 1914: nasce la Reggina

La storia comincia appunto l’11 gennaio 1914, quando 61 impiegati pubblici sottoscrivono un atto collettivo fondando l’Unione Sportiva Reggio Calabria. Incoscienza? Probabile. Quello era il periodo in cui il calcio cominciava a diffondersi, che tra Lombardia, Piemonte e Genova era già ampiamente presente dal secolo precedente. Loro però, quei 61 impiegati pubblici, appunto inconsciamente, neanche avrebbero potuto immaginare che con quelle firme stavano per dare avvio ad una delle storie più belle che potessero mai nascere sullo Stretto, che in quegli anni ancora faticava a uscire dalle macerie dello spaventoso terremoto di 6 anni prima.

Atto firma 61 impiegati nascita Reggina

La storia della Reggina: gli anni ’40, la fondazione dell’AS Reggina e i primi campionati professionistici

Da quel giorno, e per oltre 100 anni (e altri e altri ancora ce ne saranno), almeno quattro “frammenti” di storia sono da prendere in considerazione, escludendo appunto l’11 gennaio 1914 e le ultime vicende, che rappresentano il presente: gli anni ’40, gli anni ’60, quelli a cavallo tra gli ’80 e i ’90 e i primi 2000. Gli anni ’40 perché è a partire dal 1945-1946 che la Reggina viene ammessa, per meriti sportivi, a partecipare al campionato di Serie C.

E’ la svolta del dopoguerra, anche se la prima volta in C era stata qualche anno prima, nel 1938, durata però il tempo di un amen. Fino ad allora, per trent’anni aveva infatti partecipato solo a campionati interregionali. ad esclusione di quella parentesi. Nel 1922 la Figc aveva ratificato l’esistenza dell’Unione Sportiva Reggio Calabria, che di lì a poco sarebbe diventata Reggio Football Club prima e Associazione Sportiva Reggina dopo. Considerando la parentesi Dominante, a metà anni ’30, è nel ’44 che viene appunto fondata l’Associazione Sportiva Reggina, che comincia la sua attività a livello professionistico.

Reggina_S.S._Dominante_1939

La storia della Reggina: 1965, Oreste Granillo e Tommaso Maestrelli lanciano gli amaranto in B per la prima volta

La terza svolta storica è nel 1964-1965: per la prima volta la Reggina ottiene la promozione in Serie B. Sono gli anni precedenti alla rivolta e alla guida del club c’è Oreste Granillo. Quel traguardo, ma anche quelli successivi in cadetteria e l’impegno speso per la città, porteranno la società a intitolargli, nel 1999, un Comunale pienamente rinnovato, appunto lo stadio Oreste Granillo. E’ il luogo in cui quasi da sempre (dal 1932, fino ad allora si giocava al Lanterna Rossa, situato nei pressi del Porto) la Reggina disputa le partite interne, cambiando ovviamente capienza e denominazione negli anni. Dall’iniziale “Michele Bianchi” allo storico “vecchio Comunale” fino all’Oreste Granillo attuale. Oreste Granillo che con quella Reggina, dopo aver ottenuto la B, sfiora anche la Serie A. In panchina non c’è uno qualunque, ma un predestinato: Tommaso Maestrelli. I beninformati dicono che farà carriera…

reggina maestrelli conquista b

La storia della Reggina: inizia l’era Foti, con la riconquista della B e l’infausto spareggio di Pescara contro la Cremonese

Da Tommaso Maestrelli ad Armando Segato, la Reggina mantiene la Serie B per qualche anno ma poi, tra metà anni ’70 e metà anni ’80, altro periodo buio, con la retrocessione in C1 e poi addirittura in C2. E’ qui, sull’orlo del fallimento, che nasce la Reggina Calcio S.p.A.: è il 1986, il Presidente è Benedetto e l’Amministratore Delegato un certo Pasquale Foti, detto Lillo, che ben presto diventerà il numero uno nonché il patron più vincente della storia della Reggina.

Con la nuova società, la Reggina ritrova entusiasmo, calore, passione e anche la Serie B. E’ il 1988, per la precisione il 12 giugno, e dopo il 3° posto nel girone B della Serie C1, la squadra dell’indimenticato Nevio Scala affronta e batte la Virescit nello spareggio-promozione davanti ad un “Renato Curi” di Perugia quasi totalmente colorato d’amaranto. Sono il reggino Peppe Bagnato ed il compianto Tarcisio Catanese a firmare le reti del successo: quelle di una squadra memorabile, tra le più amate, se non forse la più amata, dell’intera storia amaranto; quelle di cui ogni tifoso recitava la formazione a memoria; quella formazione che l’anno dopo sfiora anche la promozione in Serie A, al termine di un altro spareggio, ma questa volta infausto, contro la Cremonese. E’ il 25 giugno, non è Perugia ma è Pescara, e poco cambia, dal momento che lo stadio è sempre, nuovamente, quasi tutto colorato d’amaranto. Ai tempi regolamentari, e poi ai supplementari, è 0-0. Sono i rigori a decidere chi deve andare in A: non la Reggina, che piange e si dispera di fronte a un popolo però orgoglioso di gridare a gran voce “forza Reggina”.

reggina cremonese spareggio 1989

La storia della Reggina: inferno e ritorno, ma nel 1999 è Serie A per la prima volta!

Gli anni successivi sarebbero dovuti essere quelli del consolidamento, che però non è immediato. La Reggina prova a strutturarsi per la Serie A, ma invece retrocede in C e ci mette qualche anno a risalire. Lo fa con un bomber che di nome fa Alfredo e di cognome Aglietti. E’ il 1994-1995, la Reggina domina il girone B di Serie C1 e torna in cadetteria a distanza di quattro anni. Questa volta è quella buona, è quella in cui la Reggina si struttura, col tempo, e poi prova il grande salto, che riesce nel 1999. Eccola l’altra data storica. In seguito a una grandiosa rimonta con Gustinetti in panchina, il 13 giugno 1999 la Reggina si gioca nuovamente la Serie A, esattamente 10 anni dopo lo spareggio di Pescara contro la Cremonese. Questa volta, però, solo sorrisi, gioie, popolo estasiato e Reggio Calabria in festa.

La Reggina è in Serie A. La Reggina, per la prima volta nella sua storia, è in Serie A, a 86 anni dalla sua nascita! Nelle ultime 6 partite la squadra è guidata dal compianto Bruno Bolchi, che sostituisce l’esonerato Gustinetti. Bolchi ottiene tre pari al Granillo e tre vittorie in trasferta, tutte e tre di importanza vitale: a Pescara (che questa volta sorride), a Cosenza nel derby e appunto a Torino. Cozza su rigore, pareggio di Ferrante, Tonino Martino decisivo. Il Delle Alpi, tra granata e amaranto, si mescola in un unico colore e accoglie le due promosse. Reggio è tra le grandi, Reggio è tra le migliori 18 squadre d’Italia! E ne vedremo delle belle.

promozionre reggina a torino 1999

La storia della Reggina: che bella, la Serie A! I grandi arrivano al Granillo, la Reggina se la gioca, retrocede in B ma poi ritrova l’olimpo del calcio

Stiamo nel ballo? E balliamo! Mica scherza, la Reggina. Il primo anno di Serie A è una festa, ogni domenica, con un Granillo stracolmo anche oltre la capienza prevista. A Reggio arrivano Del Piero e Zidane, Vieri e Ronaldo, Totti e Batistuta, Mancini e Baggio. Ma anche Pirlo e Baronio, Stovini e Kallon, poi Massimo Taibi. Sono loro tra i principali artefici della salvezza al primo anno di Serie A. Con un’altra data da cerchiare in rosso tra quelle memorabili della storia amaranto: 19 marzo 2000, la Reggina batte la Roma di Capello all’Olimpico con 10 mila reggini al seguito. Cozza e un Cirillo in lacrime firmano l’impresa in casa dei futuri campioni d’Italia (vinceranno lo Scudetto poco più di un anno dopo). Anche la stagione successiva si apre alla grande, ma sarà solo un’illusione: 2-1 all’Inter in rimonta alla prima e Lippi va via. Da lì in poi però la Reggina fa incetta di sconfitte, scivola nei bassifondi, rimonta nel girone di ritorno e si gioca lo spareggio salvezza contro l’Hellas Verona: 1-0 in Veneto, 2-1 al Granillo con beffa finale.

Reggio torna in B, un altro spareggio gioca col destino, ma per gli amaranto è solo un anno di purgatorio. Colomba rimane in panchina, Dionigi e Cozza rimangono a guidare l’attacco e dopo un anno è di nuovo Serie A. Questa volta, però, dura 7 anni. In mezzo, un altro spareggio, questa volta vinto, e una splendida impresa firmata Mazzarri. Nel primo caso è il 2 giugno 2003, Festa della Repubblica. Alla guida della Repubblica, quel giorno, c’è Emiliano Bonazzoli, che segna il gol dell’1-2 in casa dell’Atalanta (dopo lo 0-0 dell’andata) e sancisce la permanenza della squadra di De Canio, grande artefice di un’importante rimonta. Quella è la squadra anche di Di Michele, Nakamura, di capitan Cozza, di Mozart, Diana. Quella squadra getta le basi per una permanenza duratura in A.

Reggina-Fiorentina Kallon
Foto di Franco Cufari / Ansa

La storia della Reggina: il consolidamento in A con Walter Mazzarri e l’impresa nell’anno della penalizzazione

La firma ce la mette Walter Mazzarri. E’, ad oggi, uno dei più longevi sulla panchina amaranto nonché il più longevo in Serie A. Ottiene tre salvezze consecutive, entrando nella storia per il miglior piazzamento di sempre (10° posto nel 2004-2005) e per la pazza rimonta del 2006-2007 con il fardello della penalizzazione. La storia è nota: a causa dell’inchiesta Calciopoli, la Reggina comincia il campionato con un bel (anzi brutto) “-15” in classifica, poi ridotto a “-11”. Ma quella squadra può contare su un grande condottiero, su capitan Lucarelli, con Aronica e Lanzaro, sul guerriero Tedesco, su due motorini come Mesto e Modesto, sui fantasisti Leon prima e Foggia poi ma soprattutto su una coppia d’attacco fantastica, che quell’anno sarà tra le migliori d’Europa: Rolando Bianchi e Nicola Amoruso.

Con i loro gol la Reggina riesce a salvarsi, centra 51 punti sul campo e 40 in classifica e sale sul punto più alto della sua storia. Più precisamente questo accade il 27 maggio 2007: al Granillo arriva il Milan fresco campione d’Europa, la Reggina vince per 2-0 grazie ad Amoruso e Amerini e rimane in Serie A. L’anno successivo un’altra salvezza, dopo i 10 punti nelle ultime quattro e la splendida “bomba” di Barreto contro l’Empoli. La stagione 2008-2009, però, è quella che sancisce il ritorno in B dopo 7 anni. Va via Amoruso, arriva Corradi, rimangono Cozza e Brienza, ma la squadra subisce troppi gol e saluta la A. E’ la fine di un ciclo, ma non dell’era Foti, che ancora qualche “cartuccia” la vuole sparare.

Mazzarri e Foti Reggina
Foto di Franco Cufari / Ansa

La storia della Reggina: Serie A sfiorata, ma l’era Foti termina con la C

Ci prova subito, il buon Lillo. Costruisce una corazzata per l’immediato ritorno in A, ma va tutto male. Novellino esonerato, via Volpi, Cassano e Buscé, la Reggina si salva ma per il rotto della cuffia. Si torna all’antico: profilo basso, umiltà, impegno e lavoro. Così, con Atzori e buona parte dei giovanotti figli del Sant’Agata – guidati saggiamente da Emiliano Bonazzoli (già, ricordate, colui che era a capo della Repubblica in quel 20 giugno 2003) – la Reggina torna a lottare per la Serie A e torna a sfiorarla. Un altro 2 giugno, ma di 8 anni dopo, fa 0-0 al Granillo contro il Novara nell’andata della semifinale playoff, ma qualche giorno dopo si consuma la clamorosa beffa, con il 2-2 piemontese arrivato sul filo di lana, con un super gol di Rigoni. Niente da fare, quella Serie A rimane un miraggio e non verrà più neanche accarezzata. Nel frattempo, infatti, la Reggina torna in C 20 anni dopo, non si iscrive, fallisce, termina l’era Foti e il club riparte dalle ceneri.

La storia della Reggina: la rinascita con Praticò e la Serie B ritrovata con Gallo

Nel 2015 l’imprenditore ed ex Presidente del Coni Mimmo Praticò, reggino passionale e super tifoso amaranto, fonda l’ASD Reggio Calabria, che riparte dalla Serie D. Con Cozza in panchina centra il 4° posto nel girone I ma chiede e ottiene il ripescaggio in Lega Pro. La società, che nel frattempo diventa Urbs Reggina 1914, si salva per ben due anni fila in C, prima di rischiare nuovamente il baratro. Nel gennaio 2019, però, l’imprenditore romano Luca Gallo rileva il club, rilanciandolo e portandolo nuovamente in Serie B.

Grazie a Toscano e a una splendida corazzata – guidata da German Denis, colpo a effetto dell’estate 2019 – la cadetteria viene conquistata a giugno, dopo lo stop di tre mesi per Covid, che aveva lasciato Corazza e compagni primi con un netto distacco sulla seconda. L’estate successiva è quella di un altro colpo a effetto, Jeremy Menez, che però brilla a intermittenza. La Reggina, con qualche fatica, si salva sul campo per ben due anni di fila, ma con quattro allenatori diversi e sessioni di mercato rivoluzionarie. Nel maggio 2020, la Reggio Calabria calcistica vede di nuovo il baratro: Luca Gallo viene arrestato e, per qualche settimana, la Reggina è in mano al Tribunale. Serve un miracolo.

Gallo e Falcomatà per la concessione del Sant'Agata alla Reggina
Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

L’illusione Saladini e il baratro

Serve un miracolo, dicevamo. E la Reggina, quel miracolo, pensava si fosse compiuto: nel corpo e nella testa di un imprenditore lametino che si chiama Felice Saladini. Sorridente, cordiale, piazza il Prefetto reggino Marcello Cardona alla presidenza e il colpaccio Pippo Inzaghi in panchina. Reggio Calabria torna a sognare, il Granillo torna a esultare, la Reggina torna a vincere e a sfiorare la Serie A, con un girone d’andata che la porta al secondo posto. Ma è tutta, soltanto, una grande illusione. Un bluff.

Un incubo, dopo mesi di sogno. In estate – quando ormai la stagione si era conclusa con la sconfitta ai playoff in seguito a un girone di ritorno negativo – accade l’imponderabile, tra sentenze di Tribunali e continui passaggi di proprietà da film tragicomico. La Reggina viene esclusa dalla Serie B dopo numerosi gradi di giudizio, sportivi e non. Non è ancora scomparsa, formalmente, perché ancora nei destini di quegli stessi Tribunali.

Reggina pranzo con la stampa Saladini
Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb

La Reggina non morirà mai…

Una nuova società, però, è intanto nata nell’obiettivo di proseguire quella lunghissima storia: è La Fenice Amaranto, compagine guidata dall’imprenditore catanese Nino Ballarino e scelta dall’ex Sindaco facente funzioni Paolo Brunetti per far ripartire il calcio in città dopo la manifestazione d’interesse di settembre. La Fenice Amaranto, ad oggi, non è altro – perlomeno ancora – che una neonata società con qualche mese di vita. Se, come afferma il suo patron e DG, riacquisirà tutto il “pacchetto” Reggina 1914, allora da lui la storia riprenderà. Altrimenti a farlo sarà – prima o dopo – qualcun altro. Perché quest’anno si potrà anche festeggiare senza la protagonista principale, ma – statene certi – la storia non finisce mica qui. La Reggina non muore e non morirà mai. Quei tempi belli, siamo sicuri, ritorneranno…

nino ballarino virgilio minniti nuova reggina
foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
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