La storia di Giovanni, calabrese vittima del vaccino anti-Covid: “da quel giorno la mia vita è cambiata per sempre”

Giovanni racconta ai microfoni di StrettoWeb: "tutto è cambiato dopo la somministrazione del vaccino Moderna". Il suo è l'unico caso in Italia ancora aperto

StrettoWeb

Questa che vi stiamo per raccontare è la delicata storia di Giovanni, frutto della sua testimonianza diretta. 52 anni, di Corigliano-Rossano, Giovanni è un impiegato pubblico che trascorre la vita tra impegni e piaceri della vita quotidiana. Come tutti, nel 2020, si è trovato costretto in casa durante la pandemia Covid la quale, per inciso, è ormai già sui libri di storia. E, mentre da un lato la gente soffriva, i più “fortunati” trascorrevano interminabili ore, chiusi in casa, cercando di sopravvivere al disastro che li circondava.

Il giorno che ha cambiato tutto

Giovanni, era uno di questi, uno dei più fortunati. Fino a quando, il 31 gennaio 2022, “mi trovo costretto a dovermi vaccinare, cosa che io non volevo fare”. Si reca quindi prima dal suo medico, il quale lo invita caldamente a sottoporsi solo a vaccino Pfizer, tralasciando in particolar modo quello Moderna a causa di alcune allergie preesistenti. Giovanni si reca quindi all’hub vaccinale situato nella zona di Rossano, in viale Luca De Rosis. Qui, come tutti gli altri che si sono sottoposti all’inoculazione, si è trovato di fronte a medici i quali, in barba a quanto riferito dal dottore curante, gli consigliano comunque di fare il Moderna.

I primi sintomi dopo l’inoculazione

Giovanni racconta: “lascia stare quello che dice il tuo medico, fidati di me che non ti succede niente”. E lui, non essendo di certo esperto in medicina, si sottopone all’inoculazione con Moderna. Ma le cose precipitano fin da subito: “appena arrivato a casa – racconta – il cuore batteva all’impazzata, faceva bum bum bum fortissimo. Non capivo cosa stesse succedendo, quindi mi sono misurato la pressione: la minima era a 100, la massima a 190. Giovanni si preoccupa, ma ad impaurirlo sono stati i dolori sopraggiunti poco dopo: “mi formicolava il braccio destro e il piede sinistro e avevo mal di testa”. Timoroso, si è recato dal medico per le cure del caso.

La situazione migliora leggermente, ma il braccio e il piede restano intorpiditi. Con senso di colpa, si reca quindi dal suo medico il quale, sorpreso, quasi lo sgrida: “Giovà ma che hai fatto! Ti avevo detto no per il Moderna, che poteva portarti delle complicazioni”. La voce trema quando mi rivela: “ho fatto spallucce e ho detto al medico che mi sono fidato di quello che mi dicevano”. Da quel 31 gennaio 2022, da quell’unica inoculazione, Giovanni non si riprenderà più anzi, le condizioni di salute peggiorano.

I dubbi sul vaccino e la terribile scoperta

Cominciano quindi a sorgere i primi dubbi: “vuoi vedere che è tutta colpa del vaccino? E comincio quindi ad informarmi: con tutto quello che ho passato sono sicuro di saperne più io che loro che erano all’hub”. Giovanni non si arrende, vuole sapere cosa è successo e comincia a chiedere in giro. “Un amico avvocato, a cui ho raccontato cosa mi è successo, mi ha suggerito di andare fino in fondo alla storia”.

Così, insieme al legale Veronica Sommario, comincia il lungo iter giudiziario: si scopre, comparando il codice del lotto presente sul certificato di somministrazione con quello riportato sul fascicolo rilasciato dell’Asl, i numeri che apparivano erano diversi. Nel primo documento, infatti, era riportato il codice di lotto 216037, nel secondo 3006323.

“Il vaccino mi ha rovinato la vita”

Giovanni, a seguito della terribile scoperta, è sempre più convinto a continuare: “non dobbiamo avere paura – dice – io ero sano prima del vaccino, da quel benedetto giorno che sono andato lì mi sono rovinato la vita. Perché se da un lato l’avvocato porta avanti la battaglia legale, dall’altro Giovanni si sottopone a diverse visite e le diagnosi che riceve non sono per nulla buone. “Io ho i certificati – ribadisce. Mi hanno visitato più medici, il cardiologo e l’oculista e ho fatto richiesta di risarcimento per quanto mi è accaduto”.

“Mi hanno diagnosticato una retinopatia, ipertensione, ipostemia (intorpidimento ndr.) del braccio destro e del piede sinistro oltre agli acufeni. E’ come avere un aereo sempre nelle orecchie ma sto imparando a conviverci”. La salute di Giovanni sembra compromessa, ma la volontà di avere giustizia e di conoscere la verità non lo ha di certo fermato; del suo caso si sta occupando la Procura di Castrovillari.

La verità dietro la somministrazione: il lotto era scaduto?

E’ questo il punto focale della terribile questione: non quella di un uomo che si affida al medico, non quella di una persona spaesata, nel mezzo di una pandemia, che cerca di dare il suo contributo anche se era stato avvertito. Il vaccino che mi hanno somministrato era scaduto: una volta aperto, il Moderna può essere inoculato nell’arco di sei ore ma, nel mio caso, non è stato così. E – aggiunge – forse per non fare brutta figura o, forse, per non rimandarlo indietro, hanno deciso comunque di utilizzarlo. Ci hanno trattato come le cavie, e se io fossi morto?”, tuona Giovanni.

Prosegue la battaglia legale

Per accertare la veridicità di quanto sostenuto, la Procura di Castrovillari, dove è stato presentato l’esposto di questo singolare caso, sta effettuando indagini approfondite: “che io sappia, il mio è l’unico caso in Italia che non è stato archiviato. Secondo l’avvocato è evidente la falsità in atti di pubblico ufficiale. Si interverrà, inoltre, per approfondire – mediante esami specifici – la questione delle 6 ore canoniche. A breve – prosegue – inoltreremo istanza cautelare per la sospensione dei medici dell’hub vaccinale“. In questo modo, infatti, si potrà risalire all’individuazione del responsabile, ovvero “accertare la matricola che ha falsificato gli atti”.

Non solo Giovanni

Ma la battaglia di Giovanni prosegue anche fuori i confini calabresi: voglio che la gente apra gli occhi e che non si faccia ingannare da certi individui. Continuano ancora a fare vaccini, ma siamo sicuri che i lotti non siano scaduti? I medici hanno accertato che le mie condizioni fisiche sono peggiorate. Non è giusto che per colpa di incompetenti dobbiamo andarci sotto noi. Se state male, se avete avuto un problema dopo la somministrazione del vaccino, fatevi avanti. L’unico modo per farci ascoltare e raccontare quanto accaduto è la pressione mediatica.

“Sono fortunato perché lo posso raccontare”

Giovanni, nonostante il calvario che sta vivendo, si sente comunque tra “i più fortunati”: “io sono ancora qui e posso raccontarlo. Tante persone non possono farlo, e vorrei anche che la gente smettesse di avere paura e uscisse allo scoperto sui problemi che sta vivendo. Esistono tanti casi, anche di miei compaesani, che hanno riportato danni fisici e sono stati inoculati con lo stesso vaccino che hanno somministrato a me, quello scaduto. E chiude poi, un po’ arrabbiato ma speranzoso: “grazie a Dio sto andando avanti con la mia vita, ma non è giusto approfittarsi di persone buone come noi”. Vigiliamo sulla salute di tutti.

Condividi