Messina, successo al Palazzo Monte di Pietà con “Arch of the Future”

Grande successo a Messina al Palazzo Monte di Pietà per l'evento “Arch of the Future” promosso dalla Fondazione Architetti del Mediterraneo e l’Ordine degli Architetti P.P.C

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Grande successo a Messina al Palazzo Monte di Pietà per l’evento “Arch of the Future” promosso dalla Fondazione Architetti del Mediterraneo e l’Ordine degli Architetti P.P.C. “Si è inaugurato l’evento d’arte in un luogo storico della Città rappresentativo per i messinesi – evidenzia il presidente Carulli – un luogo della memoria della nostra identità”.

Con l’avvio del Sindaco della città Metropolitana di Messina Dott. Federico Basile, il provveditore Dott. Stellario Vadalà e la preside del Liceo Artistico Dott. Celesti, gli attori principali sono stati i ragazzi della 4A della Sezione architettura e ambiente, ciceroni delle installazioni realizzate con i loro professori Arch. Antonio Ciancio ed il restauratore Carmelo Geraci. Con la preziosa partecipazione dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria con l’intervento appassionato della prof.ssa Francesca Moraci sulla figura dell’architetto.

Un cammino simbolico attraverso 5 installazioni, un breve percorso tra passato e presente di un futuro architetto. L’Ideazione e la progettazione sono a cura degli Archh. Valentina Marchetta e Valeria La Fauci, la realizzazione delle installazioni sono a cura degli alunni della 4A del Liceo Artistico “E.Basile” di Messina”.

Le parole di Marchetta

“Il progetto prevede di promuovere e divulgare attività culturali per la valorizzazione della figura professionale dell’Architetto – spiga l’arch. Marchetta Vicepresidente della Fondazione – nello specifico di realizzare delle installazioni artistiche che rappresentano un cammino partendo dalle macerie di ciò che è stato della nostra Messina, aprendo le porte della città in senso simbolico, a un nuovo skyline e spazi urbani, che l’architetto disegna, in considerazione del legame indissolubile tra questioni ambientali e sociali, inerenti ai processi della rigenerazione urbana; a chiudere il percorso “l’albero del futuro” e la “panchina delle riflessioni”… il primo è l’installazione che rappresenta il futuro di noi architetti sul nostro territorio attraverso i futuri architetti, rappresentati, nel caso specifico, dagli alunni del liceo artistico “E.Basile”; la seconda è una scusa per far esprimere a ogni partecipante all’evento un proprio pensiero/riflessione sul concetto di “Bellezza”. Vi sarà anche un hashtag legato all’evento “#archofthefuture”, per commentare l’evento.

Le parole di Carulli

“Un tale progetto permetterà agli studenti – aggiunge il presidente Carulli esperto nei temi della sostenibilità anche presidente dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura dal 20216 – di prendere in considerazione un ambiente di lavoro diverso e utile anche come spunto di riflessione per le loro future scelte professionali. Le istallazioni riguardano l’attuazione di una modalità di apprendimento flessibili ed equivalenti – sotto il profilo culturale ed educativo agli esiti dei percorsi del secondo ciclo, collegando sistematicamente la formazione in aula con l’esperienza che gli allievi acquisiranno all’esterno, per un arricchimento della formazione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con l’apprendimento di competenze spendibili anche nel mercato del lavoro. L’obiettivo è far emergere nello studente la consapevolezza dell’appartenenza a una comunità sociale e professionale far sviluppare una precisa identità quale membro di un’organizzazione e costruire una nuova cultura del lavoro, rispondendo alle esigenze specifiche di apprendimento degli studenti rendendo più attraente i percorsi e favorendo il collegamento con il territorio, con il mondo del lavoro e delle professioni. IL percorso continuerà con l’incontro con diverse aziende siciliane, oggi all’avanguardia tecnologica, per far conoscere ai ragazzi il nuovo orizzonte dell’Architettura Ecosostenibile o Bioarchitettura che dir si voglia, ormai presente nella nostra professione incentivata da tutti gli ultimi decreti nazionali.”

La sempre più diffusa presenza, all’interno dei tessuti urbani ed extra urbani, di edifici ed aree circostanti inutilizzati o sottoutilizzati, – continua la Carulli – rappresenta una delle ragioni che concorrono al verificarsi di fenomeni di degrado fisico e rischio sociale per le comunità locali. Appare pertanto importante facilitare processi di rigenerazione che possano rappresentare un’occasione per le persone di rivivere questi luoghi, ormai privi della loro funzione originaria, come “luoghi in attesa” e come risorse da riscoprire e riattivare. La Fondazione intende sostenere, anche attraverso percorsi di ascolto e coinvolgimento della cittadinanza e delle istituzioni, la realizzazione di interventi di riqualificazione e riuso di edifici e delle aree circostanti, al fine di sperimentare e avviare nuove funzioni di natura culturale ed artistica. I progetti dovranno garantire un’apertura continuativa di tali luoghi e favorire la partecipazione delle comunità, con particolare riferimento ai giovani.”

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