Governo Schifani in crisi, Centro/Destra imploso. Giorgia Meloni a Catania per la tregua di Sant’Agata

Sicilia, che caos nel Governo Schifani. Il Centro/Destra si è spaccato sulle nomine nella sanità e sulla norma sugli "ineleggibili". Il Premier Meloni a Catania potrebbe incontrare il Governatore

StrettoWeb

Tregua all’interno del Centro/Destra siciliano dopo l’implosione dello scorso mercoledì sulle nomine nella sanità e sulla norma sugli “ineleggibili”. Insomma, una situazione complessa all’interno del Governo Schifani con Fratelli d’Italia che sta tentando di sompaginare le carte nella speranza che Sant’Agata. Oggi il premier Giorgia Meloni arriverà a Catania per una visita alla Gigafactory di 3Sun. Ma potrebbe anche essere l’occasione per il punto sulle prossime scadenze politiche nell’Isola, insieme a Renato Schifani ed il presidente del Senato, Ignazio La Russa, gran tessitore del centrodestra siciliano.

Ddl salva-ineleggibili bocciato da 10 franchi tiratori

Dieci i franchi tiratori del centrodestra che hanno votato contro il disegno di legge cosiddetto salva-ineleggibili, proposto da Fratelli d’Italia, bocciato dall’Ars con 34 voti contrari e 30 favorevoli. Dal foglio delle presenze emerge che i deputati di maggioranza presenti in aula al momento della votazione erano 39: contro il testo di legge hanno votato 34 parlamentari, l’opposizione poteva contare su 24 presenti.

Centrodestra spaccato

Le prime avvisaglie di una frattura dei partiti di maggioranza, in realtà, erano già emerse la scorsa settimana durante i lavori in prima commissione per via delle le criticità evidenziate nella relazione degli uffici legislativi dell’Ars. Pur non escludendo una modifica delle cause di ineleggibilità e incompatibilità dei deputati dell’Assemblea regionale siciliana, sottolineano gli uffici, la norma deve avere un “effetto pro futuro” priva di “effetti retroattivi” in contrasto con “i principi espressi dalla Corte costituzionale”.

Al momento del voto in commissione, il testo aveva avuto solo tre parlamentari favorevoli: due di Fdi e uno del Mpa. Si erano astenuti invece i componenti in quota Dc e Forza Italia, mentre è stata netta fin da subito la contrarietà dei partiti di opposizione(Pd- M5S-Scn). Le tensioni sono proseguite in aula quando, fallito il tentativo di FdI di invertire i temi all’ordine del giorno – votare prima la “salva ineleggibili” e subito dopo la riforma delle Province – i deputati del partito di Giorgia Meloni hanno abbandonato Sala d’Ercole dopo il ‘no’ di alcuni pezzi della maggioranza. I lavori sono stati sospesi e rinviati, quando è andato in scena lo stesso copione, nonostante la presenza, durante la discussione generale, del presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, che di mattina aveva persino convocato un vertice per serrare le fila del centrodestra. E’ stata, però, una Caporetto, con il governo andato sotto e una visibile rottura tra FdI-Mpa da un lato e Dc-FI-Lega dall’altro. E adesso a rischiare è la riforma che reintrodurrà l’elezione diretta dei presidenti delle Province, rinviata in commissione “per approfondimenti”.

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