Bronzi di Riace: “statue ridicolizzate, opinione pubblica impazzita”

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07Le vicende degli ultimi giorni, riguardanti i noti Bronzi di Riace, rappresentano l’ennesima invasione di campo della politica nei settori dell’arte e dell’archeologia. Non perché questi ultimi abbiamo poco a che fare con la gestione della cosa pubblica, tutt’altro, ma per l’inadeguatezza con cui ancora una volta gli amministratori hanno gestito la situazione. Cerchiamo però di fare un po’ di chiarezza: qualche giorno addietro il critico Vittorio Sgarbi con il suo solito metodo colorito propone il momentaneo trasferimento dei guerrieri a Milano per l’Expo. Lo afferma in una nota Amato Luigi Coordinatore FdI-AN.

“Politici ed esponenti di partito chiedono all’ex sottosegretario ai beni culturali di tacere, ma ormai la miccia è accesa. Da lì a poco la pubblicazione degli sconcertanti dati sul fatturato del Museo della Magna Grecia dove i bronzi sono esposti: solo 840,00 euro al giorno di tickets venduti. La bomba però deve ancora esplodere: l’ultima trovata la messa in rete di foto shock che ritraggono le statue greche con il velo da sposa, il tanga leopardato e una boa fucsia”.
“Se quest’ultimo argomento unanime – prosegue Amato – è la condanna per aver ridicolizzato due delle più importanti opere presenti sulla terra, diversa è la chiave di lettura che deve essere data ai vari tentativi di promozione dei Bronzi di Riace. Ogni qual volta sia stata tentata l’esposizione dei guerrieri fuori dal Museo reggino, vedi la richiesta degli organizzatori delle ultime olimpiadi di Atene, l’opinione pubblica di questa città sembra essere impazzita. Vere e proprie barricate sono state puntualmente innalzate da parte del mondo della politica, senza tentare un minimo di dialogo o articolare la propria risposta che viene ridotto ad un misero “no”. Nessuno mette in discussione l’autorevolezza delle fonti, così come l’importanza delle scelte per il mancato trasferimento dei bronzi. Questa città, la Calabria, è stata abituata alla politica dei dinieghi senza se e senza ma, talvolta giusti ma privi di spiegazioni o ancor peggio infondati. Proprio per rimanere in tema, ci è stato detto che i guerrieri greci non possono subire alcun viaggio per la fragilità della loro struttura, malgrado avessero già affrontato dei lunghi tragitti fino a Roma e Firenze per restauro ed una brave esposizione. Ignorando persino che altre opere, antiche e di fattura simile ai nostri bronzi (vedi il Satiro danzante), avessero girato il mondo accrescendo il proprio valore”.
“Qualcuno ha mai ipotizzato una breve esposizione fuori da Reggio dei guerrieri in cambio di un’opera di compensazione, ossia di un lauto risarcimento, quale potrebbe essere il completamento del Museo Nazionale della Magna Grecia? I dati che emergono oggi sul fatturato dei bronzi la dicono lunga di quanto sbagliata sia la politica turistica e culturali in questa città. Ma soprattutto ci fanno comprendere come i bronzi da soli non sono sufficienti ad attirare capitali e visitatori. Serve un cambio di rotta, valutare attentamente tutte le opportunità che di volta in volta vengono offerte al territorio e magari, anziché chiedere le dimissioni della Soprintendente per i Beni Archeologici della Calabria, Dott.ssa Bonomi, sperare nella rottamazione della classe dirigente e parlamentare che è la vera causa della mancata crescita di Reggio e della sua regione” conclude Amato.

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