Caos condono edilizio a Reggio Calabria: l’amministrazione si sfalda. Ce la faranno i nostri eroi?

Cosa succede a Reggio Calabria per quanto riguarda il condono edilizio? Nuovo assessore e dirigente stanno cercando di mettere ordine nell'ufficio preposto

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Si è svolta questa mattina la Commissione Controllo e Garanzia presieduta dal consigliere Massimo Ripepi, durante la quale sono stati ascoltati il Dir. Urbanistica Marco Di Donna e l’Assessore Elisa Zoccali in merito al tema del condono edilizio. “Il condono è una piaga della città, che ci affligge e non da oggi – ha esordito Zoccali –. Si parla anche impropriamente di condono. L’approccio non è semplice. La maggior parte delle pratiche che noi troviamo si riferiscono per lo più alla 47 dell’85 (si tratta del primo condono che si è avuto nel 1985, disciplinato dalla legge n. 47/1985, ndr). Stiamo ragionando su due ipotesi per un progetto di condono. I progetti precedenti non hanno ottenuto i risultati sperati“, conclude l’assessore

Come ha spiegato il dirigente Di Donna, le richiese per tutti e tre i condoni sono 31.438. Di queste, sono circa undicimila le pratiche trattate. Nel 2020, con delibera di giunta municipale, è stato avviato un progetto di condono edilizio, “molto ambizioso considerando le risorse del Comune“, spiega il dirigente. Ad ottobre 2020 è stato emanato avviso per una short list di tecnici esterni alla quale hanno partecipato 179 tecnici. Tra questi sono stati selezioni 35 professionisti.

Gli anni passano, tra proroghe del progetto condono e rinunce dei tecnici

C’è stata poi una proroga del progetto, con nuova scadenza al 21 dicembre 2022. Con determina dirigenziale di settembre 2022 è stato approvato un primo elenco di professionisti ma ne sono rimasti attivi 19 perché gli altri hanno rinunciato. In seguito c’è stata una seconda proroga di un altro anno.

Siamo finiti intanto al 2023 e in questo lasso di tempo le richieste di condono sul tavolo dell’ufficio preposto si sono accumulate. Il risultato è che “al momento all’ufficio condono c’è una sola persona“. “Ho trovato persone brave e preparate – spiega Di Donna, determinato a rimettere ordine in un ufficio per troppo tempo quasi abbandonato a se stesso – ma mancava un po’ di organizzazione. Siamo pochi per le pratiche che arrivano“.

Ufficio condono: situazione critica

Ai tecnici che si sono occupati del progetto condono negli anni scorsi è stata fatta richiesta in diffidaperché questo progetto deve chiudersi“. In sostanza è stato chiesto loro di definire, numeri alla mano, cosa è stato fatto di ogni pratica. “L’ultima lettera è stata inviata il primo marzo per i tecnici che non hanno risposto alle nostre sollecitazioni – spiega il dirigente –. Ci sono tecnici che non hanno dato alcun riscontro“.

La situazione dell’ufficio è critica: un solo tecnico interno, con circa 31 mila pratiche di condono da evadere e che ha anche la responsabilità di permessi di costruire, Scia e atro. “Serve una programma più efficace” rispetto a quello applicato fino ad ora, precisa Di Donna, “perché ha mostrato dei limiti. Il progetto va concluso per programmare un lavoro sul condono edilizio in maniera più efficace“.

Progetto condono boicottato da ignoti?

Sul punto è intervenuto Giuseppe Sera, consigliere comunale del Pd, che ha spiegato come “dal 2014 ad oggi il settore ha cambiato sette dirigenti, ma c’è bisogno di continuità e di personale. E’ stato boicottato il progetto condono – ha esordito Sera –. Nell’ufficio del settore urbanistica si è reso necessario cambiare più volte la chiave“, svela il consigliere.

L’intervento forte di Sera ha visto la risposta dell’assessore Zoccali, la quale ha invitato a non generalizzare, precisando che “i tecnici esterni non sono sempre inappropriati“. E in merito al presunto boicottaggio si è detta “perplessa“. “C’è un dato oggettivo: chi ha lavorato precedentemente al progetto condono” non ha risolto il problema. “Io provengo dalla libera professione – ha spiegato Zoccali – e per me produttività e meritocrazia sono indicatori di base, non si può procedere senza questi riscontri“.

La richiesta di Versace e la divergenza di opinioni nell’amministrazione

Il vicesindaco metropolitano Carmelo Versace ha quindi chiesto precisazioni in merito ai cambiamenti in corso e alle modifiche che, giocoforza, il nuovo progetto condono porterà con sé. I cittadini che hanno fatto richiesta di condono dovranno ripartire da zero se oggi vengono richieste modifiche o integrazioni? Un quesito lecito quello di Versace, che l’assessore Zoccali ha però definito “provocatorio“.

A salvare l’impasse tra gli amministratore è stato il dirigente Di Donna, il quale ha spiegato che non è possibile dare “permessi senza i requisiti minimi necessari. Io non chiedo niente altro che non sia la norma, solo su basi oggettive di articoli rispettati o non rispettati“. Programmazione, preparazione, lavoro e poi azione: è questo dunque il piano Di Donna, al quale è affidato l’arduo compito di salvare ciò che per anni non solo non è stato risolto, ma è anche stato reso più intricato da inefficienza degli uffici e mancanza di controllo politico.

C’è bisogno di tempo, organizzazione e personale“, ha concluso Di Donna. E, aggiungiamo noi, anche di competenza e controllo da parte della politica, la quale non si può sempre giustificare scaricando la colpa sugli uffici tecnici e parlando di presunti boicottaggi, come accaduto per il caso piste ciclabili. Perché, se così fosse, verrebbe da chiedersi: mentre i tecnici non facevano bene il proprio lavoro e qualcuno boicottava, gli amministratori dov’erano? Cosa facevano? Chi o cosa controllavano?

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