Miti e Leggende dello Stretto: il fenomeno della Fata Morgana, la storia del miraggio che unisce Reggio e Messina

L’acronimo degli effetti visivi di rifrazione, ci viene tramandato dai Normanni e fa riferimento alla fata Morgana, che induceva nei marinai visioni di fantastici castelli in aria o in terra per attirarli e quindi condurli a morte

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Giunge alla tredicesima edizione la conversazione sul tema “Miti e Leggende nell’Area dello Stretto” organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”. Nel corso della precedente edizione, il sodalizio culturale reggino ha inteso collocare, all’interno di una “mostra virtuale”, una serie di installazioni in rete, facenti parte di uno spazio espositivo, dove sono ubicate le opere dell’artista reggina Eugenia Musolino. Nel corso della nuova conversazione, a cura di Gianni Aiello (Presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”) saranno accesi i riflettori sulla Fata Morgana.

Nel ciclo arturiano Morgana è la sorella potente e pericolosa del ben più rassicurante Re Artù

Un percorso tra letteratura, antiche credenze. Nel ciclo arturiano Morgana è la sorella potente e pericolosa del ben più rassicurante Re Artù. Figura della mitologia celtica, attestata nei primi secoli del Medioevo, ma entrata nella letteratura al principio del secolo XII, con la “Vita Merlini” di Goffredo di Monmouth. Il suo nome si diffuse nelle letterature romanze attraverso la poesia narrativa francese (e la forma italiana tradusse per tempo quella dell’antico francese Morgain), connesso alla leggenda arturiana e in genere al ciclo della Tavola Rotonda. La fata Morgana, la maggiore di nove sorelle, secondo Goffredo di Monmouth regna nell’isola della Felicità, dove opera tutte le arti magiche: lì ospita e cura re Artù dopo la sua sconfitta, fino al giorno in cui l’eroe ritornerà a liberare i Bretoni.

La leggenda e la personalità della fata subiscono diverse deformazioni

Attraverso i vari autori, la leggenda e la personalità della fata subiscono diverse deformazioni; dapprima è l’amica di Artù, poi è la sorella; le sue qualità, inizialmente benefiche e disinteressate, diventano qualche volta malefiche e diaboliche. Il suo mito, raccolto in un primo tempo dai romanzieri di materia bretone, passa anche nelle “Chansons de geste” (Garin de Montglane, Ogier le Danois) e infine nel poema cavalleresco italiano. Un percorso tra letteratura, antiche credenze. Il suo nome si diffuse nelle letterature romanze attraverso la poesia narrativa francese (e la forma italiana tradusse per tempo quella dell’antico francese Morgain), connesso alla leggenda arturiana e in genere al ciclo della Tavola Rotonda. Morgana appare anche in racconti fantastici posteriori e non correlati al ciclo di re Artù, spesso come personificazione del fenomeno ottico del miraggio. Per esempio, la “Fata Morgana” appare nella fiaba “I cigni selvatici” di Hans Christian Andersen. Secondo la tradizione Morgana curò le profonde ferite, riportate da re Artù durante una sanguinosa battaglia, lungo le pendici dell’Etna. La Fata Morgana rimase entusiasta dalla bellezza di quei luoghi, tanto che, secondo la leggenda, edificò una fortezza di cristallo nelle profondità delle acque dello Stretto di Messina.

Si narra che Morgana illudeva i navigatori con illusioni ottiche

Sempre secondo tale letteratura si narra che Morgana, illudeva quei navigatori che, desiderosi di attraversare lo Stretto, con illusioni ottiche. A seguito di tali miraggi, le imbarcazioni, non riuscivano a stabilire la giusta rotta e, tragicamente naufragavano sulle coste. L’acronimo degli effetti visivi di rifrazione, ci viene tramandato dai Normanni. Esso fa riferimento alla fata Morgana, che induceva nei marinai visioni di fantastici castelli in aria o in terra per attirarli e quindi condurli a morte. Nel corso della nuova conversazione, a cura di Gianni Aiello (Presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”) sono stati accesi i riflettori sulla Fata Morgana. Un percorso tra letteratura, antiche credenze. Tornando al mondo reale tali effetti visivi si verificano in determinate condizioni atmosferiche nell’Area dello Stretto, nello specchio d’acqua tra Reggio e Messina, nel corso delle giornate estive, prive di vento. Con quelle condizioni climatiche si verifica un fenomeno ottico, dovuto alla creazione di un condotto atmosferico capace di rifrangere la luce. Esso mostra le residenze abitative e la costiera siciliana in movimento o capovolte.

L’effetto Fata Morgana nello Stretto

Tornando al mondo reale tali effetti visivi si verificano in determinate condizioni atmosferiche nell’Area dello Stretto, nello specchio d’acqua tra Reggio e Messina, nel corso delle giornate estive, prive di vento. In quelle condizioni climatiche quando un fenomeno ottico ne rifrange la luce. Esso mostra le residenze abitative e la costiera siciliana in movimento o capovolte. Quelle pertinenze che si specchiano nel mare, sembrano così vicino dando l’illusione di potersi quasi toccare. Queste alcune delle cifre che saranno state oggetto di analisi nel corso della XIII edizione di “Miti e Leggende nell’Area dello Stretto”, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”. Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi da parte di Gianni Aiello (Presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”). La conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 9 Marzo.

GIANNI AIELLO

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