Bari come Reggio nel 2011: ma se Scopelliti avesse detto, come Emiliano, di essere andato a casa di un mafioso…

Nel 2011 l'Amministrazione comunale di Reggio venne investita da un'indagine della Dda per contiguità mafiosa: proprio come sta accedendo a Bari

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La bufera giudiziaria che ha investito Bari non può, alle nostre latitudini, non far tornare alla mente quanto accaduto a Reggio Calabria oltre dieci anni fa. A mettere nero su bianco questo parallelismo evidente è il giornalista Piero Gaeta, che in un articolo apparso oggi sulla Gazzetta del Sud, ricorda come “nel 2011 l’Amministrazione comunale di Reggio venne investita da un’indagine della Dda in cui era coinvolta una società mista del Comune che si ipotizzava fosse stata infiltrata dalla ‘ndrangheta, seguirono feroci interrogazioni parlamentari e un clima mediatico di caccia alle streghe. II governo invio una commissione d’accesso e più tardi il ministro dell’Interno Cancellieri propose lo scioglimento del Consiglio comunale per “contiguità” mafiosa“.

Fu un triste primato per Reggio: per la prima volta in Italia “non si parla di “infiltrazione” mafiosa bensì di “contiguità”: come dire a Reggio c’è la ‘ndrangheta, il Comune non è infiltrato ma siccome c’è la ‘ndrangheta l’istituzione è costretta a vivere accanto alla criminalità organizzata, ma non fa affari con essa, non subisce i suoi ricatti, tuttavia poiché la ‘ndrangheta esiste noi sciogliamo il
Comune“, scrive Gaeta che la definisce, a ragione, “un’aberrazione giuridica“, ma anche “politica“.

Bari – Reggio: il parallelismo a metà

Ora, quanto è accaduto a Reggio sta accadendo a Bari, “ci sono centinaia di arresti, viene colpita anche l’Amministrazione comunale e il ministro Piantedosi decide di inviare la commissione d’accesso“, ma il parallelismo tra le due vicende finisce qui. “Qui comincia la differenza tra Reggio e Bari – scrive Gaeta –. E la differenza la fa il Partito Democratico, che si schiera con forza in difesa del sindaco Decaro (lo candida anche alle elezioni europee di giugno) e della città di Bari. La difesa è questa: è vero che a Bari c’è la mafia ma l’Amministrazione comunale ha fatto argine e Decaro è un campione dell’antimafia, l’invio della commissione d’accesso è un atto politico di protervia del centrodestra. Quando gli stessi fatti accaddero a Reggio non si alzò un fiato in difesa della città, anzi il Pd invocava a gran voce lo scioglimento del Comune“.

Non solo. Lo stesso sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, “ha fatto una dichiarazione pubblica in difesa di Decaro indicandolo come esempio di trasparenza e buona amministrazione per tutti i sindaci del Sud“.

Se Scopelliti avesse fatto le stesse dichiarazioni di Emiliano

“E ancora: il governatore Emiliano ha detto pubblicamente che accompagnò il sindaco Decaro (allora suo assessore comunale) in casa di un boss. Immaginate se la stessa cosa fosse accaduta in piazza Duomo a Reggio con protagonisti l’allora governatore Scopelliti e il sindaco Arena. Sarebbero mai potuti scendere da quell’ipotetico
palco come uomini liberi o sarebbero stati immediatamente arrestati per associazione mafiosa? Stessi fatti a Reggio e Bari, ma interpretazioni preventive diverse“, si legge ancora su Gazzetta.

Un parallelismo che tutti, appena ascoltati i fatti di Bari, non abbiamo potuto che fare. Solo il Pd è riuscito a dire tutto il contrario di tutto, in merito. E oggi, sulla sua pagina Facebook, l’ex sindaco Demetrio Arena ha scritto: “Su l’operazione verità, non mi tirerò indietro, è doverosa nei confronti della mia amata Reggio“.

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