Europee, Antoniozzi (FdI) si rivolge alla Chiesa: “contrastare il relativismo”

Il deputato Antoniozzi: "Fratelli d'Italia uno degli avamposti della cultura cristiana, che vive la fede nella laicità ma che non accetta timidezze"

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“Tra due mesi si voterà per le elezioni europee e credo sia giusto rivolgersi al mondo cattolico affinché recuperi il suo orgoglio senza timidezze e affronti una battaglia importante che è quella del contrasto a un relativismo divenuto dogmatico”. Lo afferma in una lettera aperta ai movimenti e alle associazioni cristiane, il vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi.

“Da Giovanni Testori a Sergio Quinzio a Franco Cardini grandi pensatori cattolici hanno sempre sottolineato che l‘aspetto essenziale di chi professa la nostra fede è la laicità e cioè il rispetto assoluto per ogni diversità di pensiero, per il sistema liberale, la separazione tra fede e governo. C’è stato un tempo in cui i cattolici avevano un partito di riferimento unico ma era un tempo diverso nel quale il mondo viveva in una sorta di contrapposizione con un pensiero di socialismo reale”.

“Oggi – aggiunge Antoniozzi – non esiste alcun pericolo comunista in Europa ma si smarrisce anche il senso dell’identità cristiana e il mondo cattolico viene riconosciuto solo in ragione di una visione della Chiesa come ambito di deterrenza sociale e non come custode di una dottrina teologica che è basata sulla non violenza, sul perdono senza rappresaglia, sulla difesa della vita”.

“C’è un’Europa socialdemocratica che, come si è visto in Francia, eleva i sacrosanti diritti soggettivi a valore fondante. Parlo dell’aborto, della eutanasia. L’aborto è regolato in Italia da una buona legge che andrebbe applicata realmente, il fine vita ha una dignità assoluta sul piano etico che però non può vedere espulsi dal dibattito i cristiani. Stesso discorso vale, in termini di difesa della vita, per il consumo di droghe, che lungi dal rappresentare un problema per le insidie che porta diventa, per la socialdemocrazia europea, solo un problema di liberalizzazione, peraltro sulla base di un lungo processo culturale che ha sottovalutato da sempre la pericolosità di queste sostanze”.

“Alla Chiesa calabrese, intesa come comunità pastorale e non solo come gerarchia, rivolgiamo il nostro appello per contrastare l’avanzata di un relativismo divenuto dogmatico che non si rende conto dei guasti prodotti dal nichilismo e dal vuoto complessivo che intere generazioni soffrono. Non si tratta di una chiamata alle “armi” ma di una rivisitazione del ruolo che il mondo cattolico può e deve svolgere, forte di una tradizione culturale e umanitaria notevole”.

“Le elezioni europee definiranno le decisioni sovranazionali ma sbaglierebbe chi pensasse che l’Europa sia importante solo per le sue funzioni burocratiche e per gli investimenti che da essa dipendono. Fu proprio Sergio Quinzio a scrivere sul Corriere che ” c’è un mondo relativista che concepirà l’Europa solo come un ente pagatore ma per i credenti non si vive di solo pane”.

“Mi permetto di indicare in Fratelli d’Italia uno degli avamposti della cultura cristiana, non quella volgarmente definita come rappresentante di nostalgismi clericali, ma quella che vive la fede nella laicità ma che non accetta timidezze. La comunità cattolica calabrese – conclude Antoniozzi – riferendomi solo alla mia regione, può e deve essere protagonista di una partecipazione attiva che rivendichi il diritto alla vita e alla dignità della persona, che promuova un percorso politico in cui la cristianità, intesa come antagonista del laicismo, non sia più marginale”.

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