Più volte, negli ultimi mesi, su StrettoWeb abbiamo raccontato gli episodi incresciosi che si verificano ogni weekend nelle vie della movida del centro storico di Reggio Calabria: si tratta del quadrante compreso tra via Zecca, via Zaleuco, via Giulia, via Diana e via Camagna, intorno a Villa Zerbi tra il corso Garibaldi e il Lungomare.
In queste zone ci sono tantissimi locali e ogni venerdì sera e sabato sera si concentrano migliaia di giovani; il problema è che alcuni locali non rispettano le normative sulla vendita di alcolici e sulle emissioni sonore, devastando la vita dei residenti che hanno presentato numerosi esposti e chiesto l’intervento del Prefetto.
Oggi raccogliamo la testimonianza di due noti imprenditori della ristorazione di via Zecca, entrambi molto noti, conosciuti e stimati in città: Peppone Ferrante dei Fratelli La Bufala e Roberta Malavenda dell’omonimo locale. Si tratta di due imprenditori il cui impegno antimafia e sociale, sempre dalla parte della legalità, è ben noto a tutti. Ed entrambi hanno voluto denunciare ai microfoni di StrettoWeb quanto accaduto la scorsa notte, quando gli agenti della polizia amministrativa hanno fatto irruzione nei loro locali all’una e mezza (la pizzeria era in chiusura) pretendendo l’arrivo dei titolari e chiedendo tutte le relative autorizzazioni. Autorizzazioni che sia Malavenda che i Fratelli La Bufala hanno regolarmente, come già più volte testimoniato (e come documentato negli appositi spazi online). Si tratta proprio di due locali, attigui, che non hanno mai utilizzato la musica ad alto volume, per la natura stessa delle loro strutture.
Ebbene, ad entrambi i poliziotti sono sembrati “presuntuosi e arroganti”, al punto che Malavenda ha detto “se sono abituati ad avere a che fare con gli ‘ndranghetisti posso capirli e siamo dalla loro parte, ma noi non siamo ‘ndranghetisti e devono avere rispetto. Ben vengano i controlli, ma per ogni cosa c’è un modo“. Le parole di Peppone, invece, nel video a corredo dell’articolo: