Non ci sono più i No Ponte di una volta: a Capo Peloro la Caporetto di De Luca

Si è svolta oggi a Capo Peloro la manifestazione di Cateno De Luca e del sindaco Federico Basile contro il Ponte sullo Stretto

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Ha scelto proprio il 25 aprile, Cateno De Luca, per la sua manifestazione No Ponte a Capo Peloro. Una manifestazione il cui riassunto, in poche parole, è che non ci sono più i No Ponte di una volta. Una manifestazione, tocca constatare, che più che una liberazione è stata una disfatta. Una Caporetto che ha travolta De Luca e i suoi. Molti i commenti di disapprovazione durante la diretta social. “State facendo una gran brutta figura“, scrive qualcuno. “Ritornatemi i voti. Delusione totale“, scrive qualcun altro. Qualche No Ponte presente sul posto parla di perdita di credibilità per la causa.

E come dargli torto? Sembrava più un pomeriggio da discoteca in spiaggia che una protesta per un’infrastruttura importante per il territorio. Ma per carità, la protesta è sacra. E quindi al grido di “Liberiamo Messina dal Ponte di Matteo Verdini“, la manifestazione ha visto innanzitutto l’intervento del Sindaco di Messina, Federico Basile. “Ho cercato di fare quello che un sindaco deve fare. Il Ponte sullo Stretto di Messina è un mantra che c’è da 40 anni e che oggi a differenza di due anni fa lavora su carte sulle quali va fatta chiarezza. E’ un’opera che può avere un suo tempo se parla con il territorio. Ma se per fare una strada succede un putiferio, vi rendete conto cosa succede sul territorio per un’opera del genere? Il Ponte non può essere usato per fare campagna elettorale!“, ha esclamato Basile che proprio durante la sua campagna elettorale, che lo ha portato a diventare sindaco, si era detto favorevole al collegamento stabile tra Calabria e Sicilia.

Se la città dovesse avere a che fare con il ponte, ma io la vedo un pochino dura, non è pensabile che si prenda carta e penna e si ragioni senza ascoltare nessuno. Abbiamo la necessità che le cose si facciano nel rispetto delle persone. Ponte sì, ma solo dopo la normalizzazione della città“, ha detto il primo cittadino messinese. E qui viene da chiedersi: chi dovrebbe normalizzarla la città se non l’amministrazione?

I saluti finali, ovviamente, sono stati riservati al leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, che ha fatto il suo ingresso trionfale sul palco a suon di musica. Il suo discorso, a tratti deliranti, è iniziato con un attacco a Salvini, definito Matteo Verdini. Il problema non è il Ponte, dunque, ma un puro discorso politico. “Solo i cretini non cambiano idea“, ha detto De Luca. Verissimo, per carità. Ma quando ci si fa eleggere da chi è favorevole al Ponte sullo Stretto e poi, una volta eletti, si girano le spalle ai propri elettori, qualche domanda bisogna porsela. O qualche rimorso dovrebbe venire. E per giustificarsi, De Luca, parla ora di visione. Lui aveva una visione e ce l’ha ancora. Ma il Ponte, in questa visione, è sparito. Checché De Luca ne dica con veemenza.

E poi passa ad elogiare se stesso, il pittoresco sindaco di Taormina, a sciorinare l’elenco di tutto ciò che ha fatto da sindaco di Messina. Azioni e piani che ora trovano continuità nell’amministrazione Basile. Attacca la stampa, De Luca, accusandola di essere al soldo delle lobby solo perché fa emergere le incongruenze nel suo cambiamento di rotta in merito al Ponte sullo Stretto.

Parla di Pnrr, parla di accise, De Luca, e attacca il governo senza entrare nel merito in tema Ponte, eccetto che per i finanziamenti, “uno scippo a Calabria e Sicilia” dai fondi per il Meridione, secondo il leader di Sud chiama Nord. “C’è un trucco e pure l’inganno“, rivela De Luca. “Dopo la verifica della compatibilità dell’opera pubblica con il territorio, si fa la progettazione e in qual caso ci si può rendere conto che l’opera non è fattibile“. Quindi, in sintesi, secondo il buon Cateno un’opera sulla quale si studia da decenni, all’improvviso non sarà più fattibile. E in merito agli espropri De Luca parla addirittura di “famiglie deportate“! Per l’ex sindaco di Messina il Ponte sullo Stretto è solo un bluff della Lega che verrà svelato tra quattro o cinque anni. “E’ una truffa di Stato“, osa dire Cateno De Luca, che fino ad un paio d’anni fa organizzava le manifestazioni pro ponte. “Si stanno accattannu a tutti“, chiosa l’ex sostenitore del collegamento stabile tra Calabria e Sicilia.

E per finire, un delirante De Luca si scaglia contro Roberto Occhiuto che ha fatto notare come il sindaco di Messina, Basile, si sia schierato con il “Masaniello De Luca“. “Il presidente della regione Calabria non si sa fare i cazzi suoi – urla il sindaco di Taormina –, e la sua compagna (Matilde Siracusano, ndr) è stata eletta in Burundi non a Messina!“. Un’affermazione ai limiti del decoro che più che portare consensi a De Luca, di certo, gli costerà più di qualche voto.

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