Ponte sullo Stretto, a Rai 2 i “profeti di sventura”: “poi tra 20 anni…”

Ponte sullo Stretto, dibattito acceso a "Tango" (su Rai 2): l'intervento di Pecoraro Scanio e le frecciate sul Reddito di Cittadinanza

StrettoWeb

Alla trasmissione “Tango”, su Rai 2, si è parlato di Ponte sullo Stretto. Quattro gli ospiti presenti: il Presidente della Fondazione UniVerde ed ex Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio e i giornalisti Francesco Storace, Annalisa Chirico e Valentina Petrini. Dibattito acceso, come sempre, tra pro e contro. Pecoraro Scanio fu colui che definanziò il progetto nell’allora Governo Prodi. Oggi, da ambientalista, continua a dirsi contrario, trovando l’opposizione di Storace e Chirico. Questi gli interventi.

L’intervento di Storace

Nel progetto per il Ponte ci sono anche le opere su strade e ferrovie. Dei 14 miliardi, 7 sono per il valore della struttura e altri 7 sono per 3 stazioni tra Sicilia e Calabria e altri 40 km di ferrovie rimesse a posto. Poi c’è il progetto di ANAS e RFI che entro il 2030 prevede di investire 70 miliardi sulle infrastrutture siciliane e calabresi. Non c’è solo il Ponte”.

“Non è che ogni volta che c’è un’opera ambiziosa, a un certo punto si deve trovare qualcosa per dire no. Io sono cresciuto è il problema era l’Autostrada, poi dopo qualche anno è diventato l’Alta Velocità, poi sono cresciuto ancora e c’era la TAV e ora il Ponte sullo Stretto”.

Dove andranno gli espropriati? Purtroppo andranno dove sono andati gli espropriati di TAV, Alta Velocità ecc… Nessuno si è mai commosso degli altri. Questo è quello che accade quando il progresso che incombe. Poi è chiaro che Pecoraro ci vorrebbe tutti nelle caverne”.

Pecoraro Scanio attacca Salvini

“Quando l’ho definanziato era perché tutti i dati erano negativi, sennò non sarei riuscito a convincere i miei alleati. Io non sono pregiudizialmente contrario. Di certo la Sicilia ha bisogno di strade e ferrovie che funzionino. Agrigento è la Capitale della Cultura 2025 ma non ha neanche uno straccio di Aeroporto. La Regione ha la necessità di un investimento serio e il Ponte, di cui si parla dal 1958, avrebbe bisogno di evitare che a questo si aggiunga la fandonia di Salvini, che si diletta coi modellini dell’opera”, dice l’ex Ministro attaccando Salvini.

Poi Pecoraro Scanio esagera quando parla del Comitato Tecnico e della sua età media. Un’allusione che per la Chirico lo porta ad essere “profeta di sventura”: “il Ponte sospeso più lungo è quello sul Bosforo, è la metà di questo. A Osaka, Giappone, hanno tentato di fare un Ponte di 2 km – questo è di 3 – per farci passare anche il treno, ma hanno dovuto fare marcia indietro. Nel Comitato Tecnico ci sono 8 ordinari, l’età media è oltre 70 anni. Nessun giovane si sta assumendo la responsabilità di scrivere un’opera, perché ‘che succede tra 20 anni…?”allude.

Infine, stuzzicato anche da Storace, si lascia andare a ipotesi fantasiose: “a che velocità deve andare il vento? Vanno a oltre 100 km in quella zona”. “Succede solo una volta ogni 100 anni”, gli fa notare Storace. E allora l’ex Ministro tira fuori altro: “peccato che il cambiamento climatico in atto provocherà gli uragani mediterranei“, aggiunge.

Chirico: “non unisce solo Calabria e Sicilia, ma collega il corridoio europeo”

“Questo Ponte non unisce solo Sicilia e Calabria, ma fa parte del grande collegamento del corridoio Europeo dalla Finlandia fino al Sud del Mediterraneo”, dice la Chirico. “Se pensiamo al passato, quando l’Italia costruì la prima grande Autostrada, solo una piccola percentuale di italiani avevano l’automobile. Con questo voglio dire che le grandi opere muovono interessi, ambizioni, risorse. Un paese che non punta sulle grandi opere è un paese senza ambizione”.

Stoccata sul Reddito di Cittadinanza: “un paese che ha speso 10 miliardi l’anno per il Reddito di Cittadinanza, deve anche destinare risorse congrue per il rilancio del paese. O vogliamo parlare dei bonus edilizi, con cui le persone non abbienti hanno pagato le ristrutturazioni a chi aveva seconde e terze case nei castelli. Vuol dire che possiamo anche destinare 13 miliardi a un Ponte”.

Petrini: “è un’opera politica di bandiera”

“Io non ci credevo, ma il Sole 24 Ore ci dice che tra il 1981 e il 1997 sono stati spesi 135 miliardi di lire per gli studi di fattibilità, per un’opera che di fatto non è mai stata costruita. Se un’opera di questo genere, che su carta sarebbe la più grande d’Europa, non è ancora stata costruita dopo tutti questi decenni che se ne parla, è evidente che ci sono problemi tecnici”, le parole della giornalista Petrini.

“Il Ponte sullo Stretto è un’opera politica di bandiera, cavallo per tanti anni di Silvio Berlusconi e ora sopravvivenza di Matteo Salvini. Anche all’interno della Maggioranza è stato digerito come patto di alleanza, conquista di Salvini”, aggiunge.

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