Riconversione Edipower San Filippo (Me): l’Adasc critica aspramente il progetto

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edipower san filippo del melaEdipower e A2A hanno presentato l’8 agosto presso la Presidenza della Regione Siciliana il “progetto industriale del polo tecnologico di energie rinnovabili innovative”. Un piano, che le Associazioni ambientaliste del territorio contestano con forza e determinazione, “e contesteranno in tutte le sedi competenti, in quanto va ad incrementare la situazione di crisi ambientale del territorio“, si legge in una nota.

Nel dettaglio il progetto prevede la conversione del gruppo 2 utilizzando il Combustibile Solido Secondario CSS quest’ultimo ottenuto dai rifiuti, con un  consumo di ben 260 kilotonnellate annue. “Le Associazioni – prosegue la nota – già si stanno organizzando per condurre l’ennesima battaglia per la tutela dell’ambiente e della Salute pubblica”.

E l’olio combustile scomparirà dalla centrale di San Filippo del Mela? Da ciò che si può osservare dal piano depositato alla Regione assolutamente no! Gli altri gruppi funzioneranno con il solito combustile! Quindi un cocktail inquinante per il territorio e la popolazione residente.

Sono previsti altri interventi, ritenuti dalle Associazioni solo per gettare fumo negli occhi, quali la realizzazione di un impianto “digestione anaerobica delle biomasse per la produzione di biogas”, fotovoltaico a concentrazione e un solare termodinamico.

Da non sottovalutare il problema del traffico veicolare sulla strada statale già molto movimentata, che a tutt’oggi non è stato nemmeno considerato. Il combustile ottenuto dai RIFIUTI che la società vorrà BRUCIARE come arriverà in centrale? Con i TIR?? Oppure viene creato in loco l’impianto per la produzione del CSS? Un progetto vuoto, scialbo, che non contiene nemmeno uno studio d’impatto ambientale per capire le ripercussioni sull’ambiente“, afferma l’ADASC.

Il comune di San Filippo del Mela concerti il tutto con gli enti locali ricadenti dell’area ad elevato rischio di crisi ambientale e con le Associazioni ambientaliste impegnate da tempo – dichiara il Presidente dell’ADASC Peppe Maimone -. Convinti che il progetto viola in primis il principio di precauzione e diverse direttive e convenzioni europee i sodalizi sono giá a lavoro per chiedere l’intervento dell’Unione Europea. Una cosa é chiara! L’esperienza insegna! Non ci facciamo più preparare il pacchetto preconfezionato (es. Terna). Le associazioni hanno il diritto di partecipare nei tavoli, incontri ed entrare all’interno del procedimento amministrativo come sancito dalla normativa vigente!

Il futuro del sito non può essere deciso dentro un palazzo di potere ma necessariamente insieme alla popolazione. Nel frattempo i comuni limitrofi stanno accendendo i riflettori sulla questione, qualche sindaco si è espresso contro l’utilizzo del CSS e si è dichiarato a fianco delle Associazioni. Bisogna trovare una soluzione ecosostenibile per il territorio senza subire il solito e ridicolo ricatto occupazionale“, conclude la nota.

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