Ponte sullo Stretto, studenti a confronto: navi green, l’antimafia e quel paragone col Superbonus 110%

Ponte sullo Stretto, la seduta della Commissione odierna ha visto protagonisti gli studenti: si è parlato dei giovani che scappano, di possibili alternative, di dubbi, paragoni e stoccate al Superbonus 110%

StrettoWeb

Nuova seduta della Commissione sul Ponte sullo Stretto oggi a Messina. Presso l’Aula del Consiglio Comunale, infatti, si è tenuta l’audizione di alcuni studenti. Presenti componenti della Consulta Provinciale degli Studenti, del Senato Accademico dell’Università di Messina e del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Messina. Un confronto intenso, con posizioni diverse, basato su dati e opinioni.

Emilia Pace, le navi green e non solo: “non voglio che i miei coetanei scappino”

La prima a intervenire è stata Emilia Pace, della Consulta Provinciale studentesca. La sua è una posizione dura, contraria, dove non mancano le frecciate a Salvini e le paure per una “città cantiere”. Una posizione in cui si sbilancia anche su possibili alternative, come le navi green. “Sarebbe stato giusto ascoltare i cittadini prima dell’iter, soprattutto i giovani, anche per le risorse sottratte a scuola e sanità. Per questo ho deciso di voler intervenire, dopo essermi interfacciata con i Consiglieri Trischitta e Russo. Finora c’è stato solo sperpero di fondi, che sarebbero potuti essere utilizzati per altro, tra reti stradali e ferroviari”, ha esordito.

“Non farò osservazioni tecniche, perché non mi competono, ma ho ascoltato le preoccupazioni sul rischio sismico. E poi mi soffermerei sul fatto che Messina è già invivibile così per i numerosi cantieri, con questo Ponte dovrebbe diventerà una città cantiere. Non credo che Messina sia pronta alla realizzazione di quest’opera, nonostante chi dice cose per fini propagandistici mentre dieci anni fa si rivelava contrario”, il chiaro riferimento a Salvini.

Poi la sua proposta alternativa. “Ci sono anche delle alternative green al Ponte. Consideriamo il tempo dell’attraversata, che col Ponte sarebbe lo stesso che con la Caronte. Parliamo delle moderne navi elettriche. Esiste già un progetto, ma il Governo ha rinunciato per la realizzazione del Ponte. Il punto è che, per via del rifiuto su questi fondi, continueremo ad avere navi vecchie”.

“Io credo ci siano priorità. Sono tante quelle per i trasporti pubblici. Da Trapani a Siracusa ci vogliono 12 ore in treno, senza dimenticare i tempi per le autostrade o i tanti incidenti. Non so come si possa parlare di Alta Velocità, poi, quando da Calabria a Sicilia c’è soltanto un binario unico. Io ho 18 anni e sono stanca di veder cambiare città ai miei coetanei. La politica ci ha abbandonato e spunta fuori solo per opere impossibili. Sono stanca di sentire paragoni con le città del nord. La Calabria e la Sicilia sono arretrate, culturalmente ed economicamente. Chiediamo opportunità di lavoro senza per forza dover realizzare un Ponte”.

Ivan Pandolfino e il traffico ferroviario

Lo studente Ivan Pandolfino si concentra sul traffico ferroviario. “Il trasporto ferroviario che passa tramite lo Stretto, con l’imbarcazione sui traghetti, rappresenta un’alternativa scomoda. La domanda è se questa prospettiva sia immediatamente risolta dalla costruzione della metroferrovia. La prospettiva che a me lascia perplesso è legata alla viabilità già martoriata della città, al disagio dei pendolari nel quotidiano. Le corse ferroviarie in Sicilia sfiorano le 506 ogni giorno, mentre in Lombardia – con il doppio della popolazione – sono 2.163. E’ spaventoso”, sottolinea.

Aurelio Bringheli: “al Nord non hanno paura del progresso”

Poi un intervento favorevole, quello di Aurelio Bringheli, del Senato Accademico dell’Università di Messina. “Dal punto di vista tecnico, non esprimo pareri rilevanti, sono in pochi a poterne parlare. A livello di PIL, l’opera porterà benefici in città. In circa 7 anni di lavori, ci saranno circa 36 mila posti di lavoro, con uno sviluppo di 20 miliardi di PIL. La situazione geopolitica è particolare, questo sta cambiando le rotte commerciali nel mondo. Avere un hub nel Mediterraneo sarebbe bello. Sugli espropri, mi sento di dire che ci sono sempre stati. E’ un problema su cui si può sorvolare. Sono sicuro che verranno stanziate tutte le somme, per chi sarà vittima della situazione. Saranno tempi difficili per la città di Messina, me ne rendo conto, ma starà all’Amministrazione riuscire a garantire tranquillità per quanto riguarda il cantiere”.

Bringheli poi risponde a Pace: “si chiede perché i giovani preferiscono partire? Forse perché al Nord non hanno paura del progresso e queste discussioni neanche le fanno. Questa è l’occasione per sviluppare il nostro territorio, per essere al passo col Nord e con l’Europa”, la sua risposta. D’altronde, se i giovani scappano al Nord è proprio perché al Nord su questo tipo di opere non si discute. Rappresentano il progresso e lo sviluppo. Quindi, definirsi contrari all’opera, ma lamentarsi sul fatto che i giovani scappino, è un controsenso.

I dubbi di Gabriele Antonino Portaro

Un altro intervento è stato quello di Gabriele Antonino Portaro, altro componente del senato accademico. “Il mio intervento si baserà sull’analisi dei dati. Gli aspetti e le ricadute positive possono essere trattate da tutti, non necessitano di confronti o interventi. Ma è su quelle negative che dovremmo confrontarci. Il progetto del Ponte sembrerebbe spinto da eventi propagandistici e politici. Si scontrano tra l’altro con alcuni enti, come il Ministero dell’Ambiente. Ci vorranno 7 anni per il Ponte? Non ci credo. Lo dicono le altre infrastrutture. Tra cittadini ed enti c’è una comunicazione inesistente, o per mancata conoscenza o per delle risposte che i cittadini non hanno”.

“Si potrebbero organizzare dei confronti tra pro e contro, magari nelle piazze. Io non sto qui a dire che il progetto del Ponte è impossibile, ma alcuni elementi ci suggeriscono che è improbabile. Pensiamo a venti e terremoti, ma anche alla discussione sui cavi. Il progetto evidenzia qualche criticità che saranno i tecnici a chiarire. Quindi un approccio più prudente andrebbe consigliato, soprattutto ai politici. Intanto si potrebbe pensare a delle alternative all’attraversamento, anche stabile”.

Trischitta: “il Ponte è la prima opera con uffici Antimafia e Polizia nei cantieri”

Alcune domande poste da Portaro in realtà hanno già avuto risposta, anche ampia e approfondita. E basata proprio sui dati. Ci pensa il Presidente Trischitta a precisarlo. Lo stesso è infatti intervenuto per rispondere allo studente, precisando che l’Ordine Nazionale degli Ingegneri ha costituito al suo interno un comitato di studio del progetto, a cui ha contribuito la COWI, azienda danese numero uno al mondo. Il comitato all’interno dell’Ordine ha dato ok all’opera. “Su sisma, vento e cavi – ha sottolineato – ci sono stati Diana, esperto numero uno al mondo, e Faccioli, autorità mondiale. Loro hanno giustificato tutti i dubbi in Commissione”.

La società che realizzerà il Ponte è leader nel mondoha detto ancora Trischitta – Io sono fiducioso che i lavori saranno realizzati in 6 anni perché il Ponte è l’unica opera che ha il finanziamento dall’inizio, mentre prima si facevano a tranche. Una società leader nel mondo, che costruisce nei paesi arabi e in Giappone, noi confidiamo che non faccia una figura di cacca in 6 anni. Se non lo realizzasse nei termini avrebbe delle ricadute negative degli appalti. I cantieri del Ponte sono gli unici in cui all’interno ci saranno uffici della Direzione Distrettuale Antimafia, della Polizia, della Guardia di Finanza. Non si è mai visto questo in Italia in un’opera”, aggiunge.

Su altre domande, trattandosi di analisi da effettuare per lo più in laboratorio, da Ingegnere Portaro si aspetta di avere dati oggettivi su cui eventualmente discutere, di cui è in attesa. In un altro caso, quello relativo ai confronti, il Presidente Trischitta ha confermato che per risolvere discordanze tra progetto e pianificazione sono in corso interlocuzioni. E che, per la prima volta, si organizzerà un confronto ‘favorevoli-contrari’ dal punto di vista scientifico, sempre in Commissione.

Dario Nostro e la stoccata sul Superbonus 110%

L’ultimo intervento è quello di Dario Nostro, Consigliere di Amministrazione dell’ERSU. “Ci sono ancora alcuni dubbi da chiarire. Quanto dureranno effettivamente i lavori, ad esempio. Messina, soprattutto in una fase iniziale, pagherà un grande prezzo, che sicuramente può essere considerato un investimento, perché l’opera può portare benefici non solo qui in Sicilia ma in tutta Italia. Si potrebbe magari anche pensare di coinvolgere tutto l’hinterland per il periodo di cantiere. Io ad esempio sono di Milazzo, so che questa opera porterà tanto anche alla mia città”.

“Possiamo dire che i pro battono i contro, che esistono. Una partita con un risultato da 10-1. Non si può ideologizzare a prescindere un’opera del genere, essere così a favore o contro. Errore è paragonare il Ponte ad altre infrastrutture. Io lo paragonerei al bonus 110. Se non avessimo utilizzato i fondi per il 110, ne avremmo costruiti 10 di Ponti… All’Università di Messina il Ponte non può che portare bene. Pensiamo ai pendolari calabresi che non sono in grado di effettuare le lezioni, magari per il vincolo degli orari dei mezzi navali”, ha detto Nostro. La Commissione si è poi conclusa con gli interventi brevi dei Consiglieri Russo e Carbone.

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