Ponte sullo Stretto, il sindaco di Villa San Giovanni accusa: “decreto sicurezza perché la Lega vuole silenziare i No”

Le dichiarazioni del Sindaco di Villa San Giovanni Giusy Caminiti rispetto all'emendamento del decreto sicurezza della Lega

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“Dopo la manifestazione di sabato scorso a villa San Giovanni che tutto è stato tranne che una manifestazione violenta, ma piuttosto una manifestazione pacifica, colorata, di tanti no differenti che si sono “parlati” e anche  di tanti sì (alla sanità, alla pubblica istruzione, allo sviluppo sostenibile del territorio, alla tutela ambientale e paesaggistica), mi sembra assurdo che questo emendamento voglia colpire questo mondo! Chi manifesta il proprio pensiero in assoluta libertà e nel rispetto dei principi costituzionali e democratici è un’opportunità e giammai  un problema per la Repubblica italiana. Siamo uno Stato di diritto e sono le istituzioni a dover pretendere il rispetto dei principi costituzionali, tutti!”. E’ quanto afferma in una nota il sindaco di Villa San Giovanni Giusy Caminiti.

“Io sono il sindaco che dal palco della manifestazione No ponte ha espresso una posizione istituzionale, basata su una scelta di metodo (quello tecnico scientifico), motivando il no al progetto: mi è stato permesso di intervenire nonostante fosse ben nota la posizione dell’amministrazione comunale di Villa San Giovanni; sono stata ascoltata e non contestata; tutti abbiamo ascoltato e rispettato le opinioni altrui”.

“Nessuno può impedire o imbavagliare la libera e democratica manifestazione. Per tale ragione sembra a me davvero impossibile che un parlamentare abbia presentato un emendamento di questo tenore: non contro questo o quello, ma contro i capisaldi della Repubblica italiana, democratica ed antifascista!”

“Occupiamoci noi istituzioni, per prime, di principi e valori: i beni immateriali di questo Paese valgono incommensurabilmente più di  qualunque opera strategica, perché la prima infrastruttura è la garanzia delle libertà democratiche e dei principi irrinunciabili della nostra carta costituzionale”.

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