Palermo, maxi blitz di armi, traffico di rifiuti e droga: capo gruppo criminale gestiva affari dai domiciliari

Dal traffico di rifiuti giro d'affari fino a 50mila euro mensili, dalla droga proventi sino a 40mila euro

StrettoWeb

A capo del gruppo criminale, attivo nei quartieri San Giovani Apostolo, Borgo Nuovo e Cruillas, a Palermo, e smantellato dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Palermo – San Lorenzo, che hanno fatto scattare le manette ai polsi di 27 persone, c’era un 34enne del Cep. L’uomo, oggi in carcere, all’epoca dei fatti si trovava ai domiciliari.

E da casa, secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori dell’Arma, avrebbe gestito tutte le attività criminali. Per gli indagati (17 finiti in carcere e 10 ai domiciliari) le accuse a vario titolo sono di detenzione e porto abusivo di armi comuni da sparo e clandestine, ricettazione, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, furto ed estorsione.

Il traffico dei rifiuti, innanzitutto. Dalle indagini, scattate a settembre del 2020 e andate avanti sino a marzo del 2021, è emerso che il 34enne, insieme ad altri 5 indagati, avrebbe diretto un’attività organizzata, priva delle previste autorizzazioni, di gestione dei rifiuti. Un’attività, che oltre allo stoccaggio dei materiali raccolti illecitamente (ferro e altri metalli), prevedeva la lavorazione in un terreno adiacente all’abitazione abusiva del 34enne.

I rifiuti venivano poi trasportati dal titolare di una ditta attiva nel settore – finito adesso ai domiciliari – che, mettendo a disposizione i propri mezzi, consentiva la compilazione dei formulari per la successiva vendita a ditte della Sicilia e di altre regioni, impegnate nel campo edile, siderurgico e del trattamento di materiale metallico, con guadagni stimati che potevano arrivare anche a 50mila euro mensili.

Rifiuti e non solo. Perché, secondo gli investigatori dell’Arma, il 34enne si sarebbe occupato anche di traffico di droga, gestendo in prima persona i rapporti con i fornitori, stabilendo le strategie operative e raccogliendo i proventi illeciti stimati in circa 40mila euro su base mensile. Alla sue dipendenze c’erano due figure incaricate di rifornire le quattro ‘piazze di spaccio‘, la cui operatività era garantita da altri cinque indagati. A rifornire il gruppo di cocaina, marijuana e hashish erano fornitori cittadini, tra cui un indagato con precedenti riconducibili all’ambito della criminalità organizzata e, in particolare, alla famiglia mafiosa di Santa Maria del Gesù.

Secondo l’accusa, inoltre, il 34enne avrebbe esercitato anche il controllo su un giro di furti di auto finalizzati soprattutto alla successiva richiesta estorsiva con il metodo del ‘cavallo di ritorno‘. In alcuni casi le vittime per vedersi restituiti i veicoli sottratti erano costrette a versare fino a 1000 euro.

Alcuni cittadini dei quartieri in cui il 34enne esercitava il controllo delle attività criminali – spiegano dal Comando provinciale dei carabinieri di Palermo – si sarebbero rivolti a lui per la risoluzione di problematiche di vita quotidiana o per avere un’intercessione a seguito del patito furto del proprio veicolo”.

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