Papa Francesco nella bufera: “c’è troppa frociaggine”. La frase contro i gay nei seminari

La frase di Papa Francesco contro i gay nei seminari ha scatenato reazioni contrastanti nel mondo: cosa è successo

StrettoWeb

Una frase contro la presenza dei gay nei seminari ha buttato Papa Francesco nella bufera. Nell’incontro a porte chiuse con gli oltre 200 vescovi italiani, che lunedì scorso ha aperto nell’Aula del Sinodo l’assemblea generale della Cei, il Pontefice su questo argomento si è lanciato in serratissimi richiami verso una maggiore selezione negli accessi ai seminari, non senza usare termini anche coloriti e puntando persino il dito – come ha riferito il sito Dagospia, seguito poi da altri media – contro l’eccesso di “frociaggine”. Un intervento che non ha mancato di sorprendere i presenti e che è stato confermato da diverse fonti.

Nel tempo la posizione di Bergoglio si era ammorbidita, al punto che i vescovi italiani avevano dibattuto sulla possibilità di restrizioni più sfumate. Pur tra molte contestazioni, era stato quindi approvato un emendamento che si limitava a distinguere tra “atti” e “tendenze”, ribadendo l’obbligo del celibato per tutti i seminaristi, omosessuali ed eterosessuali, e aprendo così la porta dei seminari ai candidati gay al sacerdozio impegnati però nell’opzione del celibato. Però, nel confronto di oggi, il Papa ha sbarrato la strada: quindi rispetto sì, per la persona gay che bussa alle porte del seminario, ma ponendo dei fermi paletti all’accesso per evitare che l’omosessuale che sceglie il sacerdozio finisca per fare una doppia vita, con tutte le conseguenze negative del caso.

Le reazioni

Le reazioni ovviamente non sono mancate. A partire dal mondo Lgbtq. “Il Papa arretra sui diritti Lgbt+ e discrimina i seminaristi gay”, ha dichiarato Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay Lgbt+, e “se tale dichiarazione discriminatoria verrà confermata dalla Chiesa, chiediamo che il Governo blocchi i fondi dell’8×1000”. Inoltre, “vorremmo capire come verranno identificati i seminaristi gay: faranno perquisizioni? Utilizzeranno la Santa inquisizione? O sottoporranno i preti alle hits di canzoni di cantanti Lgbt+ per vedere le loro reazioni? Tutto questo oltre che discriminatorio è anche ridicolo”.

Di diverso avviso l’ex senatore della Lega, Simone Pillon.: “standing ovation per il Papa. Era ora. Absit iniuria verbis. Giusto pochi giorni prima del Pride. E adesso tutti a farsi benedire”.

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